)*(Stazione Celeste)

Intervista a Ken Carey 
 
Amare il Pianeta e Amarci l'Un l'Altro
di Randy Peyser
 
 
* Ken Carey è l'autore di "Trasmissioni Stellari", "Vision, Return of the Bird Tribes", "Flatrock Journal"   e  "Il Terzo Millennio" editi in Italia dalle edizioni Crisalide
 
 
  
R. Peyser: Da dove prende le informazioni per i suoi libri? Sono tutte canalizzate?
 
Ken Carey: Beh, non canalizzo nel modo in cui molti lo fanno. Non è come se il mio ego se ne sta da parte ed una qualche entità estranea prende il sopravvento e parla attraverso di me. Io partecipo totalmente alla cosa, sia in termini di spirito che di ego.
 
Mi lascio andare ad una più grande esperienza d'essere, e scopro che il mio cuore si apre sempre più nell'amore. Ho un detto: "Posso capire tutto ciò che posso amare".
 
Parlo di questo nel mio ultimo libro "Il Terzo Millennio". Per me l'aprirsi ad un più vasto campo di consapevoleza è iniziare ad amare immediatamente tutto intorno a me. Comincio con il mio corpo, i miei abiti, la sedia su cui siedo se sono in casa, oppure la pietra su cui sono seduto quando sono all'esterno, o l'albero a cui mi appoggio.
 
Più sono capace di amare, più mi rendo conto che tutto questo è parte di me. Noi siamo tutte cellule dello stesso intero. Noi facciamo tutti parte di uno stesso bellissimo organismo planetario.  
 
Arrivo al punto, a volte, non sempre, in cui il mio amore si apre così. Sento questa consapevolezza e specialmente la forza creatrice della vita di questa terra. Sento un amore talmente indescrivibile che non posso far altro che cercare di metterlo in parole, ogni tanto.
 
 
 
 R. Peyser: Spesso, prima di aprirsi all'amore c'è paura.
 
Ken Carey: C'è paura perchè aprirsi all'amore può essere un processo che spaventa. Non c'è disonestà nell'amore. Se pensi alla forza della vita nel tuo corpo come una corrente d'amore, è come un luce risplendente. Quando questa luce brilla, le ombre diventano più scure e più distinte.
 
Aprirsi all'amore ci aiuta a vedere dove non siamo stati onesti con noi stessi, o i giochi che potremmo star mettendo in atto. A volte le persone hanno paura di questo, non è cosa di cui aver paura.
 
Mi piace vedere le cose che posso star facendo e che inibiscono il flusso di creatività nella mia via, così dò il benvenuto a questo processo. Ci sono delle volte che vedo cose che preferirei non vedere, ma sono contento di farlo perchè questo mette in mostra un'area in cui ho bisogno di cambiare per diventare una persona più amorevole.
 
 
 
R. Peyser: Come pensa che siamo - come pianeta - in termini di apertura?
 
Ken Carey: Siamo in orario, e penso che stiamo andando incredibilmente bene. Quando ho scritto "Trasmissioni Stellari" nel 1978, il mondo era davvero un posto tremendamente diverso. Da allora i cambiamenti sono stati fenomenali. "Trasmissioni Stellari" parlava dei principali cambiamenti del mondo, politici ed economici, che sono accaduti negli anni tra il 1987 e il 1989 ed è stato in quegli anni che cadde il Muro di Berlino e l'Europa dell'Est si aprì, decadde l'apartheid in Sud Africa e l'Unione Sovietica collassò. Sono successe cose talmente meravigliose.
 
So che ci sono ancora problemi. Il disgregarsi della vecchia polarizazione di comunismo contro mondo libero ha creato un'intera nuova gamma di problemi, ma che diventano più gestibili. I problemi si presentano in una scala che possiamo affrontare e risolvere in modo creativo.
 
I mezzi di comunicazione tendono a porre l'attenzione sul negativo semplicemente perchè il negativo si mostra in modo ben più evidente di quanto fa il positivo. Ma, nonostante i mezzi di comunicazione, io non ho alcun dubbio - proprio sulla base delle persone che incontro e per mia esperienza personale - che il mondo è infinitamente più cosciente ora di quanto lo fosse dieci o vent'anni fa. E questo processo sta solo proseguendo. Infatti, credo che stia accelerando più rapidamente rispetto a prima.
 
 
 
R. Peyser: Sembra una cosa molto positiva. Lei sembra molto fiducioso.
 
Ken Carey: Anche voi dovete esserlo. Non è che non abbia i miei bravi dubbi, di tanto in tanto. Certamente li ho. Ma so nel mio profondo che noi siamo imbarcati in una splendida avventura. E se da una parte nessun può predire tutte le curve ed i tornanti che la strada davanti a noi può prendere, conosco la destinazione verso cui sta dirigendosi. L'ho vista. L'ho vissuta, ed è ora qui per coloro che sono disposti a rilasciare la vecchia programmazione, la paura, il giudizio e il pregiudizio che ci portano a vedere nel modo in cui vediamo.
 
 
 
R. Peyser: Può parlarci un poco di come lei vede questa destinazione? 
 
Ken Carey: Io la vedo semplicemente come lo stato in cui la nostra famiglia umana vive senza che ci scagliamo contro a vicenda ogni cinque minuti, senza andar oltre quanto ci si è proposti e senza impegnarci in attività così controproduttive.
 
Gli Umani si sono sfruttati a vicenda, hanno sfruttato il pianeta e le altre specie. Il futuro di cui scrivo ne "Il Terzo Millennio" è il tempo dove ci renderemo conto che non è nel nostro migliore interesse risolvere un disaccordo con un conflitto armato quando invece potremmo negoziare. Cominceremo a capire che molto del nostro comportamento della storia passata non è ormai più una via percorribile e che, evidentemente, non è mai servito.
 
Di questo ci si sta rendendo conto sempre di più. Io penso che la creatività che potremo esprimere come specie umana sarà davvero bellissima. Vedo il potenziale. E non è solo un potenziale, si sta manifestando in molti luoghi. Ci sono dei gruppi che lavorano per dar da mangiare agli affamati nei centri delle città. Persone ovunque che dimostrano esserci un altro modo di vivere su questo pianeta, amandoci l'un l'altro e amando il pianeta e le altre creature. Vedo proprio questo che si diffonde diventando sempre più la norma.
 
 
 
R. Peyser: Che ne pensa di tutte le predizioni sui cambiamenti terrestri?
 
Ken Carey: Ci sono sempre stati cambiamenti terrestri. Penso che ce ne saranno più di quanti ce ne sono stati in passato. Se saranno dei cataclismi dipende molto da noi. Non penso che debbano per forza essere dannosi.
 
Lo scorso anno, o l'anno prima, abbiamo avuto delle grandi inondazioni nel Missouri. Il mio cuore è corso a tutti quei contadini che sono stati sommersi lungo il Mississippi. Ma nello stesso tempo pensavo che questo era successo anche negli anni venti, e c'erano state alluvioni simili negli anni cinquanta e che loro avevano costruito le loro case su una pianura facile alle alluvioni. Se ci sono inondazioni periodiche, devono aspettarselo.
 
Non c'è abbastanza rispetto verso la natura. Molto di ciò che vediamo come disastro è semplicemente la terra che ci dice: "Guardate, dovreste darmi maggior rispetto. Dovreste onorare la natura di questa pianura alluvionale." E' la realtà e fa parte di ciò che la terra ha bisogno, che il Nord America ha bisogno, per pulire se stessa. Noi non possiamo fermarla solo perchè accade in una terra molto, molto fertile.
 
Se si vuole coltivare lì, coltivate pure lì, ma costruite le vostre case sulla collina. E' lo stesso per quanto riguarda l'uragano a Dade County, in Florida. Spezza il cuore vedere quello che hanno passato quelle persone. Ma non si dovevano ammassare così tante abitazioni su quella terra.
 
Vedo che comincia ad entrare nella nostra consapevolezza una certa sensibilità per la terra. Il governo discute di non più sostenere a livello statale le assicurazioni per inondazioni in luoghi che si allagano periodicamente. Questo è un buon segno. Mostra che cominciamo a dare maggiore attenzione al territorio così, alla fine, i nostri edifici potranno essere migliori. Alcuni architetti stanno già creando strutture progettate per integrarsi con l'ambiente, che rispettano i corsi d'acqua, la natura del suolo, le precipitazioni e le condizioni climatiche del luogo.
 
Molti di questi disastri naturali ci guidano e conducono verso un maggior rispetto per la terra. Penso che sia il modo in cui la Terra dice: "Ehi, non state dimenticando qualcosa?"
 
 
 
R. Peyser: C'è un ultimo pensiero che vuol condividere?
 
Ken Carey: Sì. Vorrei enfatizzare che il modo in cui osserviamo le cose, i nostri punti di vista preferiti, le nostre concezioni favorite, le immagini che utilizziamo per descrivere la realà a noi stessi, le nostre religioni, i nostri sistemi di credo e le nostre politiche non hanno un significato più duraturo dei colori degli abiti che indossiamo un giorno o l'altro.
 
Se queste cose ci aiutano a diventare persone più amorevoli e coscienti, se ci aiutano a diventare più consapevoli della natura miracolosa della vita del pianeta che ci circonda, e se ci aiutano ad essere più creativi, allora vanno bene. Non mi interessa da quale continente provengano, di quale cultura sono infusi o quali credo implichino. Se ci aiutano a fare queste cose, sono positivi.
 
Questo mi aiuta a ricordare una cosa che, a volte, tendo a dimenticare - mi aiuta a ricordare in quale universo colmo di miracoli viviamo.
 
Ci sarà chi si sentirà vicino a "Il Terzo Millennio" e chi no, ma penso che la cosa più importante è che si rispetti ogni sentiero su cui sono i nostri fratelli e sorelle, qualsiasi forma essi prendano, perchè - alla fine - è il nostro amore vicendevole e la nostra unione che porterà i cambiamenti planetari  più grandi e maggiormente benefici.
 
Noi non troveremo mai un accordo a livello di mente. Non arriveremo mai a trovarci d'accordo su un sistema di credo o su una struttura intellettuale. Ma possiamo già essere d'accordo nel nostro cuore, semplicemente per il fatto che siamo tutti umani e che viviamo insieme in un mondo incredibile sul limitare di una nuova e splendida era.
 
 
 
R. Peyser: In questo, siamo tutti insieme.
 
Ken Carey: Esatto. Su questo, non c'è alcun dubbio.
 
 
Tradotto da *Paola* per Stazione Celeste  

Originale in inglese: www.randypeyser.com/carey.htm

 

 

www.stazioneceleste.it