)*(Stazione Celeste) 

 

arcobaleno

Un ponte tra Cielo e Terra

  

  

 

Capitolo 3

 

 

L'incontro

Per incontrare è bene ch’io mi occupi di cosa toglierò da me e non di cosa metterò!  Io mi tolgo qualcosa per ricever da te e tu ti togli qualcos’altro per venire incontro a me.

 

 

Non è facile affrontare un Guida! Troppi sono gli elementi presenti dentro di noi, quali pregiudizi, idee intelligenti, paura, incredulità, diffidenza, orgoglio, che ci impediscono di instaurare un colloquio con uno Spirito-Guida; non si può aggiungere acqua in un bicchiere già pieno! Allora, svuotiamoci di qualcosa ogni volta, togliamoci un po’ dei nostri “averi” mentali e affrontiamo con “povertà” questa nuova esperienza, altrimenti ben poco o niente addirittura, sarà da noi assimilabile, malgrado gli sforzi che un Guida possa compiere! Soltanto ciò che è vuoto, potrà essere riempito e quando sarà riempito, dovrà svuotarsi ancora e restare vuoto per poter essere ancora riempito e così via, affinché niente sia colmo per sempre, si cristallizzi e poi ristagni ed il suo malodore si diffonda intorno a lui! La Verità ha bisogno di spazio per manifestarsi e non è mai “fissabile”, catalogabile, afferrabile, ma scorre sempre fresca e limpida, come l’acqua pura di un fiume fresco e limpido, sempre nuova, cangiante, mai uguale a se stessa! La sua tomba è il dogma, la legge, la morale.. Di ogni verità, c’è l’“Oltre” e dell’Oltre c’è l’Oltre e così all’infinito, poiché gli abissi di esse sono insondabili e senza fine!!

 

A: “…Se siete troppo pieni di roba, neanche una campana, la migliore delle campane, la più squillante potrà giungere a colpire e in sonoro udire arrivare a orecchie.  Laddove, se son troppo pieno, non basterà nessuno squillante rumore a farmi percepire.  Ma se siamo vuoti di dentro e silenziosi in ascolto, ogni piccolo rumore, il più sottile, il più leggero, il più arioso, anche il più insostenibile da altri orecchi, perché di frequenza che non percepiscono altri, noi percepiamo.  Allora percepirò se son vuoto, percepirò anche questo rumore.  Ero io a fare questo rumore. Soltanto laddove si è vuoti e pieni di coraggio, vuoti e pieni di forza, vuoti e pieni di sentire,  vuoti e pieni di vedere, ma vuoti, allor di questo sarò sempre pieno nel mio ascolto primario e sempre vuoto del mio tentennare dell’ascolto in udito…”.

 

“…Le verità son comprensibili a chi ha una verità interiore. Non c’è rischio più alto di quello di non credere alla propria verità interiore, oltre a qualsiasi altra verità, non c’è rischio più alto! Non cerchiamo soltanto una verità, ma cerchiamo di unire le diverse verità; non mettiamo in contraddizione le tante verità, questo l’hanno già fatto in molti, cerchiamo adesso di trovare un accordo tra le tante verità in apparente disaccordo, tra quei tanti Dio che non hanno saputo dialogare. Non c’è un Dio che non abbia detto verità e non c’è un Dio che non sia giusto, eppure in nome di Dio abbiamo creato guerre! Nello scambio continuo tra ciò che c’è nel mio Giardino di vero e quello che c’è di altrettanto vero negli altri Giardini, troveremo il valore di ciò che ci unisce tutti quanti…”.

 

Cosa chiedere.

 

A: “…Domandate il domandare d’anima, domandate il sentire in purezza, domandate l’abito da sposa, domandate con piacere e onore, domandate con l’onore e la sapienza, domandate con la sapienza e con il valore, domandate con il valore e la virtù, domandate con la virtù e l’immensità e con l’immensità viaggiate senza sosta...!”.