)*(Stazione Celeste)
arcobaleno Un ponte tra Cielo e Terra
Capitolo 7
L'inizio Immaginiamo che un tempo fossimo tutti un’energia unita e che in questo tutti vibrassimo in una Forza chiamata Dio e che quindi fossimo tutti Uno. In realtà non c’era apparente individualità, c’era Tutti-Uno; ora c’è l’Uno e il Tutto.
A: “…Al compimento si completa e nel completamento ha inizio il ciclo di una vita. Così si parte da un completamento per iniziare il percorso della propria vita. Per questo si trova il mondo spesso incompleto nella perdita dell’assoluta consapevolezza di essere, nella vitalità perduta dell’Anima e nell’incertezza del dovuto e del dovere. Ciò porta l’uomo a far parte di foglie secche…”.
Questa è la storia di una foglia, che nata dal Tutto, brucia se stessa nella perdita e nel ritrovamento poi dell’infinito nulla. In questo, perde il valore della Forza Primaria, dove dal completamento si nasce nell’inizio.
A: “C’erano una volta foglie vivide e vivide di forza propria, fresche in rugiada, fruscianti nel vento, libere dall’aria, eppure ben portate e nate dalla terra, nutrite dal fuoco dell’Universo e recanti il valore dell’Infinito. Eppure in tanti percorsi facendo, le stesse nascendo da propria completezza, da albero Maestro, ebbero la possibilità di bruciarsi col fuoco. Ecco quindi che tra queste v’era una foglia che s’impoverì e perse l’acqua, divenendo quindi arida e secca, non più fluida nel divenire, priva di fuoco, perché il fuoco l’aveva bruciata e così via dicendo perse se stessa! Questa foglia chiese alle forze dell’Infinito di rinascere all’Albero Maestro e in questo la polvere di cui essa era costituita, in particelle perse, fece la radice di un albero; la radice fu la sua possibilità di ricrescere in Albero Maestro, di tornare quindi in foglia verde e riportarsi alla purezza Anima…”.
Ecco che la Vita è il ciclo che ci consente quindi di nascere da un completamento, per morire e rinascere ogni giorno di nostra vita, in un ciclo eterno nell’Infinito. In questo, ognun di voi trovi sua risposta.
A: “…C’è un seme, completo in sé. Il seme completo in sé ha possibilità di farsi albero. L’albero ha la possibilità di farsi fiore; il fiore ha la possibilità di farsi frutto. In questo continuo divenire, il seme nasce già completo per divenire albero, per divenire foglia, per divenire fiore, per divenire frutto. Nasce per divenire, eppure è già completo. Il completamento di se stesso, lo porta a divenir se stesso nel divenire: questo è il profondo senso della nascita…”.
Dove nasce il seme?
A: “…La pioggia, la terra, unite al fuoco e all’aria, completarono nel loro antico andare un percorso per ritrovarsi al punto zero, decidendo di unirsi in forma: nacque la forma-seme, che portava in sé l’acqua, l’aria, il fuoco e la terra”.
E da dove nasce Tutto?
A: “…Tutto nasce dall’Infinito”.
Nei Tarocchi,
“Il Matto” risulta essere la prima carta del mazzo dei ventidue arcani
maggiori: egli è al contempo lo zero e l’ultimo numero, l’alfa e
l’omega, l’inizio e la fine. Il matto, il folle è colui che è puro, ma
incosciente e grazie a questa mancanza di consapevolezza, può far tutto,
senza che ci si scandalizzi, può persino essere se stesso!! Poi però questo
“bimbo incosciente” inizia un percorso e diventa “L’iniziato, IL Mago,
Il Bagatto”, il numero uno; nasce alla coscienza e comincia ad essere
consapevole di sé e delle sue potenzialità. Il viaggio della coscienza ha
inizio proprio quando, l’individuo, staccandosi dal sentire e pensare
comune, comincia a coltivare un proprio modo di sentire e di pensare
che deriva dalla sua vera natura. Dopo varie avventure interiori, conclude il
ciclo e ridiventa “Matto”, cioè proprio ciò da cui aveva cominciato! La
sua coscienza, però, è profondamente diversa: il “Figliol Prodigo” ha
lasciato la casa d’origine, il nido sicuro, per avventurarsi
nell’esperienza difficile e perniciosa del mondo! Ma è tornato, è tornato
a casa! E’ per lui e non per l’altro fratello che è sempre rimasto a
casa, che si fa festa; è lui che ha fatto esperienza ed è tornato a casa
nudo e povero, ma consapevole di tante di quelle cose che l’altro neppure
immaginerebbe in sogno! Diventa nudo, ma consapevole e può riposare. Ma come
Ulisse tornato ad Itaca, dopo un po’ sente il bisogno di ripartire e si
rimette in viaggio. Ridiventa uno e ricomincia il suo ciclico ed infinito
percorso…!
Il vuoto.
"-Maestro, qual è il mio Io? - Il Mio Io! -Ma come può il Tuo Io essere il mio Io? -Quello è il tuo io!". (aneddoto Zen).
Il vuoto
cosmico con il senso di Sé, , il Vuoto-Pieno, l' Essere o Non Essere,
l'Io-Non Io, lo zero, chiamiamolo come preferiamo, ma esso è diciamo il
substrato universale comune a tutto e a tutti; in questo nulla-essente noi
sempre dimoriamo ed in Esso troviamo la nostra Fonte di Vita!
"L'Io è
l'aiuto, l'Io è l'ostacolo" diceva il saggio Aurobindo, come a
significare che la separazione io-tu è necessaria all'inizio per sviluppare
la coscienza di sé, ma poi questo dovrebbe essere abbandonato in favore di
una Coscienza senza limiti, dove ogni
essere è in ogni essere e l'Io è l'unico Io!!
"-Chi sei
Tu, mio Dio?
-Sono
Te, figlio mio!".
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