)*(Stazione Celeste) 

 

arcobaleno

Un ponte tra Cielo e Terra

  

  

 

Capitolo 9

 

 

Il Corpo e l'Anima

Non può uno strumento suonar bene, se oltre alle sue corde non funziona la sua cassa!

 

 

A: “…Un giorno ogni casa dovrà essere riempita, non c’è casa che possa rimanere a lungo vuota, non c’è casa che non ho da svuotare ogni giorno per riempirla il giorno dopo. Se un giorno io dimenticherò di guardare dalla mia finestra il mio giardino fiorito, probabilmente starò commettendo un errore; così come commetterò un errore il giorno in cui dal mio giardino fiorito dimenticherò di guardare attraverso la mia finestra l’interno della mia casa e l’errore sarà perpetrato contro di me, in quanto avrò dimenticato di avere una casa ed un giardino…”.

 

A: “…La cioccolata è buona ed anche energetica, ma se non potessi mai fare una torta con tutta la cioccolata che mangio, magari per gustarne un po’ anche il giorno dopo e magari la mettessi tutta in bocca golosamente, potrei poi sentirmi male; allora la tanta cioccolata che noi vi diamo, deve prendere una forma quotidiana nella vostra vita, al fine di far uscire da voi tutto ciò che noi vi diamo, per farlo torta. Ma per far la torta, dobbiamo usare le mani, le nostre mani che quindi daranno vita ad una determinata forma.  Cerchiamo prima di assaporare il dolce per poi assaporar l’amaro e per poi comprendere che entrambi possono andare bene per una torta; vedete il cioccolato amaro viene spesso usato nelle torte e con ciò non è che venga a mancare la dolcezza alla torta, anzi forse è quel giusto contrasto che ci consente di mangiarne con più desiderio e gusto. E mangiandola con le mani, noi mettiamo anche un po’ di noi stessi, perché abbiamo la sensazione di metter dentro qualcosa…”.

 

Cielo e Terra.

 

Non dobbiam cercare il Cielo per sentirci Angeli, quando possiamo in terra far lo stesso; possiamo in terra essere Angeli di terra e librar le ali pur rimanendo a terra.

 

A.: “…La Vera Madre non è quella che ci ha partorito, ma quella che ci ha dato la vita! La Madre che ci ha dato la vita è la nostra personale Madre, è la Madre che il giorno in cui si desterà, prenderà cura di suo figlio dialogando con il Grande Padre; e a quella vita dovremo noi poi dare l’indirizzo giusto nella coscienza con piena responsabilità e libero arbitrio e soltanto allora saremo finalmente uomini…”.

 

A.: “…Portate in Cielo lo splendore della vostra pelle e portate in Terra il calore del vostro sorriso. Profeti si è se si ama il Cielo come la Terra e se non amate la Terra non amate il Cielo e se non amate il Cielo, non amate la Terra! Bene è che amiate Cielo e Terra e, così in Cielo come in Terra, sia fatta la Mia volontà e la vostra…”.

 

A.: “…Se vai su una spiaggia e scavi a ridosso del mare, tu trovi il mare sotto la sabbia: se un uomo scaverà sotto la Terra, troverà il Cielo! Ovunque c’è terra dentro di te, o Uomo, scava; ovunque ci sia terra fuori di te, fatica; ovunque ci sia da sudar, suda e sarà quello a benedire ciò che troverai!…”.

 

Si pensa in genere, che per trovare Dio bisogna innalzarsi, andare il più possibile vicino al Cielo: eremi, luoghi sacri e costruzioni del genere, ci ricordano più o meno consapevolmente, che l’Alto è da ricercare e preferire al basso. Ma nell’Alto rischiamo di perderci, di estraniarci da noi stessi per abbracciare qualcosa “altro” da noi, che non ci appartiene fino in fondo, ma che è soltanto una parte di noi, la nostra metà celeste! Ma il Cielo e la Terra si trovano nello stesso Zero, nello stesso Cerchio e non possiamo cogliere il Tutto, se ci ostiniamo a reprimerne una parte! “Chi si innalza, sarà abbassato” e chi si abbassa sarà innalzato! Perché soltanto chi ha il coraggio di scavare dentro se stesso fino in fondo e di “sporcarsi le mani” col fango della Terra, solo questi troverà in fondo alla miniera il Tesoro nascosto! Come dicono i Guida, “Il Cielo più alto è sotto la Terra!”.

 

A.: “…Quando ci apprestiamo a scalare la Montagna con la sua salita all’andata e la sua discesa al ritorno, ricordiamoci che non è nella cima il nostro valore, ma nell’aver coscienza che ogni salita ci porterà successivamente una discesa e soltanto conoscendo l’una e l’altra, sapremo dentro di noi qual è il centro delle stesse; e questo non è la cima, come spesso si crede, il centro è un passo soltanto in cui l’uomo acquista la consapevolezza di quel momento in cui si lascia la salita per prendere la discesa o si lascia la discesa per prendere la salita, in quell’attimo io sto esistendo e vibrando di quel transito a me fondamentale per andare nel mio divenire, ove l’uno e l’altro sono per me importanti, ove ogni passo è per me fondamentale. Inutile correre per arrivare in cima a chissà qual montagna sconosciuta, inutile se perderò poi il piacere di fare quel passo magari anche al rallentatore, per ricevere con piacere la sensazione inebriante, estasiante e vibrante in cui in ogni attimo io sentirò nella mia gamba il salir e scendere d’energia e nell’attimo in cui la mia stessa energia farà ciò ed io saprò sentir l’attimo in cui io lascio la salita per andar nella discesa, solo allora io sarò uomo sapiente!…”.

 

A.: “…L’essenza più alta del mare è la più profonda, eppure la sua goccia è uguale a quelle che ci sono in superficie, ma ciò non significa che la superficie sia meglio del fondo; in realtà il fondo è identico alla superficie, ma mi parla più profondamente di quanto normalmente e naturalmente faccia la superficie…”.