)*(Stazione Celeste)
arcobaleno Un ponte tra Cielo e Terra
Capitolo 13
La Verità
A.: “Possiamo regalarvi bottiglie, fiaschi, possiamo
regalarvi contenitori enormi, possiamo pure costruirne insieme di più grandi,
ma ciò non è importante se io ho in me il seme anche soltanto di una goccia
d’acqua e ne riconoscerò il valore. Ed ogni qualvolta io ne abbraccerò
l’essenza, non mi basteranno le braccia per abbracciare. Una goccia essenza
di verità è tanto grande da non poter essere compresa in un solo
abbraccio”.
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Condizione del
discepolo.
A.: "..L’Illuminazione esige l’attimo; essa è la verità che comprenderò poi, in un secondo momento. Quando non riuscite nell’intuizione è perché avete paura di perdere qualcosa, di lasciar andare qualcosa di voi, per parlare con il mio sacro ho da togliermi qualcosa dei miei averi; pensate a quelli che simbolicamente hanno lasciato andare i propri averi per permettersi un determinato incontro, un incontro col profondo e col sacro.
Potete
amare voi stessi anche quando sbagliate, se in ciò riusciste, non ci sarebbe
neanche motivo di giustificarsi e nell’amore profondo che provereste per voi
stessi anche quando sbagliereste, s’aprirebbe comunque quel varco che
altrimenti non s’apre.
In
realtà quando la verità che noi portiamo non combacia con quel che credete,
voi vi sentite derubati dai Guida che vi stanno togliendo gli averi;
noi
vi togliamo gli averi, ma non vi derubiamo dell’ Anima vostra, mentre voi
spesso dell’Anima vostra vi derubate.
In realtà tutto arriva a tutti, ma ci differenzia la facoltà, che ha uno rispetto ad un altro, di notare che c’è acqua, ma soprattutto che si ha sete, di notare che c’è il sole, ma soprattutto di notare che si ha bisogno di calore; in realtà ciò che ognuno ha di diverso rispetto ad un altro è il rapporto con se stesso, perché si rende conto di aver bisogno d’un qualcosa di cui altrimenti non si renderebbe conto. Chi prende consapevolezza di se stesso, avrà acqua, sole e tutto ciò di cui la sua Anima ha bisogno".
"Beati i poveri in Spirito, perché di essi è il Regno dei Cieli".(Matteo 5,3). Come si può colmare un bicchiere già pieno? Come posso darti qualcosa, se nella tua bisaccia non c'è più posto? San Francesco giunse a togliersi tutto, a rinunciare a tutto per il Regno dei Cieli; essendo figlio di un ricchissimo mercante, rinunciò a molto! Ma in realtà la sua vera rinuncia non fu quella materiale, fu quella interiore: rinunciò a tutto e si pose nella condizione di chi è vuoto e pronto a ricevere, ad essere riempito! Tutto il suo sapere, tutte le sue conoscenze, tutta la sua vita passata, tutto era morto, finito per sempre. Niente più possedeva fuori e niente più possedeva dentro: si trovava nella condizione ideale del discepolo, ovvero in quella condizione di povertà in spirito, che permetteva allo Spirito di "venire", di "entrare" nella sua Anima e di sconvolgerlo al punto di rinascere completamente a Nuova Vita!
Per molti di
noi è più facile rinunciare a degli averi materiali, piuttosto che alla
conoscenza acquisita, perché con essa ci identifichiamo ed è grazie ad essa
che ci riconosciamo, che sappiamo chi siamo e che ci sentiamo più o meno
degli altri. E quindi quello che ci vien chiesto, non è poco e questo
abbandono, questo lasciar andare, ci renderà ignudi, poveri, nullatenenti, ma
sarà soltanto allora che saremo pronti per ricevere e … riceveremo e
mangeremo a sazietà e berremo di quell'acqua che mai ci lascerà
insoddisfatti e che ci consentirà di entrare in un nuovo Reame, senza solidi
punti di riferimento fuori, ove potremo portare soltanto noi stessi, la nostra
coscienza e con essa, leggeri e liberi, potremo affrontare Il Viaggio
nell'Infinito.
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