)*(Stazione Celeste) 

 

arcobaleno

Un ponte tra Cielo e Terra

  

  

 

Capitolo 16

 

 

L'incontro col "doppio"

Non tutto ciò che è vero è giusto.

 

 

L'incontro-scontro con se stessi è forse il momento culminante di un lungo processo di crescita, l'attimo in cui mi guardo allo specchio e finalmente mi vedo per quello che sono, nella mia interezza, nella mia totalità di luce-ombra! Tutto il "vero" di me emerge e mi fissa minaccioso con aria di sfida: "- Vediamo chi è il più forte" sembra dire e la battaglia si preannuncia immediatamente aspra e difficile. La Coscienza, appena ripresasi dallo sbigottimento, accetta orgogliosamente la sfida, certa della vittoria finale. Ma, ahimè, non è tutto così facile come sembra! Come Arjuna (Bhagavad-Gita), l'Anima comincia a dubitare sia della reale necessità della battaglia, che della vittoria finale. Esita, cade in depressione, si rialza e poi di nuovo si lascia andare; il Sé-Krishna La esorta costantemente, Le ingiunge di non demordere e di affrontare "i Suoi parenti" senza pietà né riguardo alcuno!

 

" -Ma come, sembra dire, hanno vissuto con me tutto questo tempo ed ora li devo uccidere…!!! Ma è pazzesco, crudele e pazzesco!!". Ed aggiunge che mai e poi mai si batterà contro i Suoi parenti! Ma il Sé Le sussurra all'orecchio con una dolce fermezza: "- Devi combattere o tutto ciò per cui avrai lottato fino ad oggi, sarà stato vano! Non guardare al loro aspetto, essi ti ingannano, come i Proci a casa di Ulisse, hanno banchettato a casa Tua per tanto tempo, approfittando della Tua condiscendenza-assenza, ma ora è giunto il momento di chiudere una volta per tutte con questa storia!". Dopo vari tentennamenti, l'Anima si rialza, prende le armi in pugno e col cuore in subbuglio ma con animo fermo inizia la lotta fratricida.

 

Il "vero" di noi è un misto di luce ed ombra e sta a noi trarre da esso il "giusto". Dopo aver visto ( e soltanto dopo) la nostra Anima a nudo, potremo discernere il giusto dall'ingiusto, incoraggiare alcune tendenze e scoraggiarne delle altre, insomma separare il nostro "Bene" dal nostro "Male" e vivere dentro di noi la nostra moralità! Questa operazione esige la stessa freddezza e precisione del chirurgo in una sala operatoria; il paziente è la nostra Anima e il chirurgo la nostra Coscienza! Le luci devono essere sufficientemente forti, in modo da assicurare una nitida visibilità nel corso dell'operazione.

 

Il Doppio si difenderà con tutte le sue forze e darà del filo da torcere, perché sa che in caso di sconfitta, il suo destino sarà inevitabilmente…LA MORTE!

 

 "- Ma come, ho fatto tutto ciò che mi hai chiesto di fare da sempre …e adesso devo sparire?". Ma fredda come un chirurgo, la Coscienza gli indicherà l'uscita di scena definitiva e lui, pian piano, sparirà nell'ombra.

 

Non ci sarà più "l'Avversario", "l'Altro", "lo Sfidante", ma resterà soltanto l'Io indiviso, unicità assoluta, non più Giano bifronte, essere dalla doppia identità e volontà, bensì unità inscindibile e cooperante con tutte le Sue parti.

 

Ed allora, i demoni esterni che fino a quel momento avevano collaborato egregiamente con quelli interni per la "perdizione" dell'Anima, abbandoneranno il vincitore e smetteranno finalmente di sussurrargli all'orecchio le loro dolci parole di morte.