)*(Stazione Celeste) 

 

 

 

Maria Maddalena

di Laura Bottagisio

 

 

Il 22 luglio è dedicato a Maria Maddalena. È il giorno in cui il Sole, nel suo percorso annuale all’interno della Ruota Zodiacale, abbandona il Cancro ed entra in Leone. Questi due segni sono i domicili dei due luminari, nel Cancro dimora la Luna sede dei nostri desideri nascosti, capace di accompagnarci nelle emozioni più profonde; in Leone si attiva invece l’energia proiettiva del Sole che rende palese ed evidente ciò che la ricettività lunare fa affiorare dall’inconscio, e lo riproduce nella realtà. Interno ed esterno comunicano grazie a questo scambio continuo tra l’accogliere e l’operare, il dare e il ricevere, la destra e la sinistra, il maschile e il femminile. Ben descritto dal simbolo del Tao, questo movimento produce il divenire.

 

Il 22 luglio, giorno in cui avviene il passaggio del Sole tra questi due segni, si determina un momento di perfetto equilibrio tra queste due polarità. Come fosse un attimo di sospesa temporalità, l’acqua lunare e il fuoco solare creano un passaggio, un varco sull’eternità ove lo Spirito della Terra si coniuga con la Mater Celeste. Maschile e Femminile, compenetrati in perfetto equilibrio, scambiano e si fondono. Maria Maddalena, in quel giorno festeggiata, rappresenta il connubio tra la forza creativa della Terra e la potenza fecondante del Cielo.

 

Ogni anno, in quel giorno, solo il Sole si ritrova sempre nella stessa posizione e invece, nell’incessante movimento planetario, le configurazioni celesti sono sempre diverse.

 

Il 22 luglio 2009 è avvenuto un novilunio, molto speciale, che ha prodotto un’eclissi totale di sole. È stato un evento che ha dato linfa vitale a quel processo di elaborazione e trasformazione del Femminile già da qualche tempo iniziato, poiché quando durante un novilunio avviene l’eclissi, non è più il Sole che nasconde la Luna, non è più il Maschile a oscurare il Femminile che normalmente si ritira nelle sue profondità misteriose e magiche, ma viceversa è la Luna che oscura il Sole e diventa lei la protagonista. Non si è trattato quindi solo di un fatto puramente astronomico ma anche di grande portata energetica poiché ha dato la nota iniziale di un canto che ora risuona vibrante in noi, un canto di rinascita e di riconoscimento della Grande Madre che vive in noi, e per noi intona il suo meraviglioso Suono.

 

Maria Maddalena, dalla Chiesa relegata a ruolo di prostituta pentita, è allora rifiorita nella sua vera essenza, e sempre di più incarna quel Femminile da tempo occultato. In questi ultimi anni in cui l’onda del Femminile ha preso sempre più piede, Maria Maddalena si è presentata a noi in una nuova veste che ne descrive l’integrità, la forza interiore, la dignità, l’amorevole dedizione, il desiderio di far propria la Volontà Suprema. Incarna la potenza della Terra che si riflette nel Cielo quale Grande Dea, universale, matrice portante di ogni creazione.

 

Vestita di verde e di rosso è la Madonna Nera di tellurica natura che ci può riportare agli antichi splendori della Grande Dea poiché ultimo anello di una lunga collana di figure mitiche che, susseguitesi lungo lo scorrere del tempo, hanno dato vita al grande Archetipo Femminile e che, attraverso la ruota del tempo in cui civiltà sono sorte e scomparse in un continuo divenire, l’hanno perpetuato fino a noi. Nella nostra tradizione, prima di lei, altre dee hanno personificato questo Principio. Andando a ritroso incontriamo Proserpina, Demetra, Iside, Isthar, figure mitiche tutte legate da un filo conduttore che le colloca anche a contatto con l’Ombra, il Buio ove dimora la Dea nel suo aspetto più arcano. La divisione tra la parte luce della Dea Bianca e la parte tenebrosa della Dea Nera, avvenne invece in tempi lontani al subentrare dell’onda di Patriarcale polarità, ma una e una sola è la Dea e così deve ora ritornare ad essere per risanare quella ferita che ogni donna, e ogni uomo, inconsciamente porta dentro di sé.

 

Per una legge perfetta che vede alternarsi la notte e il giorno, lo Yin e lo Yang, secondo un modulo che si riflette nell’infinito piccolo così come nell’infinito grande, la luce della Grande Dea dapprima brillante d’oro e d’argento, si è  sempre  più affievolita fino a che la sua essenza profonda, legata alla forza guaritrice della Terra, è stata smembrata, soggiogata dalla supremazia maschile che l’ha relegata a un ruolo minore e costretta a dimorare nella parte più nascosta dell’anima,  a volte trasformata in dea ‘furiosa’ dalla volontà distruttiva.

 

Facile è stato allora misconoscere la sua intrinseca forza che ha come base, come input supremo, l’accettazione della vita quale ciclo perenne di nascita-morte-rinascita nell’incessante unione e divisione degli opposti, indispensabile quale fondamentale movimento creatore di vita. E’ l’eterno ruotare dell’Ouroboros, l’Anello-Serpente, il cerchio che aprendosi può disegnare un’onda, e come il procedere del serpente nel suo moto sinuoso, perfettamente descrivere la ciclicità. Questo riconoscimento conduce verso la piena consapevolezza del Femminile quale scrigno prezioso in cui si compie il mistero della creazione, il crogiolo dove si consuma quel processo in cui ogni cosa perde la sua identità per assumerne un’altra, nuova e completamente diversa.

 

Alcuni anni prima, nel 2006, gli astronomi avevano catalogato due nuovi pianeti. Quando un pianeta viene scoperto significa che l’essere umano è in grado di classificare l’Essenza di cui quel pianeta è portatore, e integrarla consapevolmente in sé. L’astrologa Lisa Morpurgo, grazie alle sue ricerche e ai suoi studi atti a decifrare lo Zodiaco, già dalla fine degli anni settanta ne aveva dedotta l’esistenza e nei suoi libri ne aveva descritto le caratteristiche fondamentali. Aveva così identificato il primo pianeta trans plutoniano quale Archetipo della Grande Madre nella veste di Proserpina, dea della Terra capace di sublimarne l’energia e trasportarla dalle profondità uterine alla manifestazione visibile della Natura, che ne incarna la bellezza e la potenza creativa. Questo pianeta è stato dunque scoperto proprio nella nostra fase storica che vede la rinascita del Femminile, il suo ciclo planetario è lunghissimo e non determina le generazioni ma le ere. Al momento della sua scoperta, Proserpina era il nome che gli astronomi gli avevano attribuito, ma in seguito lo hanno modificato in Eris, archetipo femminile del conflitto e della discordia.

 

Che cosa impedisce ancora al grande Archetipo della Madre di farsi palesemente presente nella nostra coscienza ed essere quindi da noi vissuto nella sua piena espressione? Perché il pianeta di recente scoperta che lo rappresenta non può essere nominato Proserpina, dea della Terra, ma deve echeggiare come forza disgregante attraverso il suono del nome Eris, dea della discordia?

 

In un ipotetico viaggio attraverso lo Zodiaco, nella dialettica tra Ariete/Bilancia e Toro/Scorpione, incontriamo due coppie di pianeti di opposta polarità che mettono in moto il processo che crea la vita, sono Venere/Marte, Plutone/Proserpina. Venere e Proserpina, femminili, governano Toro e Bilancia, Marte e Plutone, maschili, sono signori di Ariete e Scorpione. Nella loro opposta complementarietà questi pianeti vivono un vivace confronto, un dare e un avere in un rapporto davvero avvincente, tra loro non vi è quel matrimonio dettato da regole ferree ma il desiderio di unirsi in un abbraccio e diventare Uno. Si oppongono e si attraggono, si prendono e si lasciano, si accoppiano, creano, e si abbandonano a questa eterna danza. Venere e Proserpina diventano dunque la Coppa del Graal, dove Marte e Plutone trovano il terreno perfetto in cui liberare, rilasciare, depositare, il seme della vita. Su come questo avviene ci viene descritto e tramandato da miti, favole, antichi racconti di saghe dove dei e dee interpretano se stessi mossi da una Regia che sta al di là della scena. Questo è il vero atto creativo che produce vita come momento evolutivo.

 

L’unione dei due principi maschile e femminile è ben visibile in un disegno alchemico di Robert Fludd, dove i due triangoli di luce e di buio si incrociano, si compenetrano e grazie alla loro unione si crea al centro un sole di radiante energia. E il Serpente compare nuovamente sulla scena quale grande simbolo di antica memoria che descrive il magnetismo e l’attività dell’energia di Eros, e poiché nulla si crea e nulla si distrugge, in realtà il Serpente rappresenta la TRASMUTAZIONE, processo energetico che avviene nel crogiolo-utero, contenitore capace di accogliere e permettere questa alchimia della vita.

 

Astrologicamente l’asse zodiacale che meglio rappresenta queste nozze alchemiche tra Plutone e Proserpina è quello di Toro/Scorpione, e descrive un matrimonio che anche in noi può avvenire tra la nostra parte maschile e quella femminile, lo Hieros Gamos che la forza dell’Eros produce nell’istante stesso in cui il Serpente si srotola dalla base della nostra colonna vertebrale, sua sede terrena, e prende la via del Cielo, le Nozze Sacre ci trasformano, diventiamo noi stessi l’Albero del Mondo. Questo movimento ascensionale dell’energia vitale non è conosciuto solamente nella tradizione orientale, dove è descritto come il risveglio di Kundalini, ma ben noto anche al popolo Maya e agli alchimisti della nostra tradizione mediterranea.

 

Maria Maddalena incarna quindi il Principio femminile che si unisce al Principio cristico maschile da cui nasce una stirpe di sangue regale, ed è venerata dai Templari quale Madonna Nera. Il culto della Madonna Nera è fiorito in tutto il bacino del Mediterraneo laddove marcatamente e maggiormente si era perso il profondo legame con la Terra, assolutamente necessario ad ogni essere umano e ad ogni umana attività.  Le Madonne Nere sono dunque riconducibili a quelle mitiche dee che evocano il lato non visibile del Femminile e alla cui conoscenza anticamente si accedeva attraverso riti iniziatici. Esse tengono nella mano un globo sormontato da una croce, simbolo della Terra, e ci ricordano quanto inesauribile è il potere generativo della Terra, dal suo grembo si sviluppa e si struttura ogni forma vivente. Questo potere nasce dall’amore sempre presente con cui nutre il frutto da lei stessa creato, copia perfetta di ciò che già è presente nella Cosmica Matrice, nella Mater Dei, Volontà che opera ‘come in Cielo, così in Terra’.

 

Ogni aspetto del Femminile, e quindi ogni dea, è riconducibile  alle fasi del ciclo lunare, la Madonna Nera può rappresentare il novilunio, momento iniziale dell’intero ciclo quando l’energia femminile è saldamente radicata  nella sua più intima e profonda essenza, a stretto contatto con il cuore stesso della Terra. Il novilunio così speciale del 2009 ha assunto quindi un valore incommensurabile per traghettarci verso il Nuovo Piano di Coscienza.

 

Quest’anno 2012, il 22 luglio è preceduto dalla luna nuova del 19 che si produce a 27° Cancro. La particolarità di questo novilunio è che subito dopo la Luna entra in Leone e i due luminari si scambiano i loro domicili creando così un ‘ponte aureo’ tra Maschile e Femminile per far sì che dalla loro unione nasca il frutto d’oro, la creatura divina che è in noi. È davvero significativo che nella meditazione condotta da Gigi Capriolo dell’Istituto di Ricerche Cosmòs di Milano il 6 giugno, in occasione del completamento della Stella di Venere  di cui si è già ampiamente parlato, ci sia stata donata un’acqua cosmica che si chiama Acqua del Bimbo Nuovo.  

 

E altrettanto significativo è che il 22 luglio la Luna, dopo tre giorni dal novilunio, si trovi in Vergine, segno astrologicamente legato alla Francia.  È risaputo che le cattedrali gotiche costruite in Francia dai Templari, dedicate a Nostra Signora riflessa nella figura di Maria Maddalena, disegnino esattamente la costellazione della Vergine. E questa Luna diventa per noi un richiamo a portare attenzione, dedizione e amore a ogni più piccolo dettaglio della nostra vita.  

 

In questo giorno i pianeti, tutti insieme, formano un’immagine che può rappresentare una culla per meglio accogliere il Bimbo Nuovo, o una vela per traghettarci verso i lidi della Nuova Terra, oppure…. ognuno secondo il proprio cuore vi può ‘vedere’ ciò che più lo aiuta a trovare la sua Porta Aurea Interiore.  Aprire quella Porta significa poter ascoltare la voce della Terra Madre, il suo canto, la sua musica, una musica di assoluta bellezza, amore e armonia.

 

…e la melodia cantata dalla splendida voce di Rosa Zaragoza è a Lei dedicata.

www.youtube.com/watch?v=LCTR5-myzR0&hl=it