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La Vita e la Musica di Rino Gaetano

Rino Gaetano nasce il 29 ottobre 1950 a Crotone dove trascorre il primo decennio della sua vita con i genitori e la sorella Anna. Nel 1960 il padre Domenico lascerà il lavoro di fornaio per trasferirsi a Roma e con lui porterà tutta la famiglia. Rino manterrà con la sua terra un rapporto costante e più volte tornerà a cantare quel sud nelle sue canzoni.
A Roma vive e studia prima nella zona di Montesacro, poi viene iscritto alla scuola apostolica "Piccola opera del Sacro Cuore di Gesù" di Narni dove terminerà i suoi studi nel 1968 con un diploma da ragioniere e numerose poesie in versi che spesso sfociano nella parodia. Tornato a roma e stabilitosi con i suoi in via Nomentana comincia a svolgere lavori occasionali ed intanto si dedica al teatro (nel Pinocchio di Carmelo Bene interpreterà la volpe) e successivamente, alla musica. Comincia ad esibirsi nello storico Folkstudio di Roma dove conosce molti tra quelli che in seguito saranno suoi "colleghi" come Antonello Venditti o Francesco De Gregori. Ma già dagli esordi la sua scarsa "collocabilità" gli crea dei problemi. Le sue canzoni spaziano nelle tematiche ma si muovono su due precisi binari che spesso poi farà convergere: uno quasi drammatico e romantico, l'altro invece indirizzato all'ironia. Presentare in forma ironica i temi sociali e la stessa figura del cantautore era per quel periodo praticamente impensabile. Si troverà a dire in seguito lo stesso Gaetano: “Già quando cantavo al Folkstudio ero al centro di certe discussioni…insomma, molti non volevano che io facessi i miei pezzi perché, dicevano, sembrava che volessi prendere in giro tutti!”
Nel 1973 approderà alla IT di Vincenzo Micocci e inciderà il suo primo 45 giri con lo pseudonimo di Kammammuri's : I love you Marianna e, sul retro, Jacqueline. Ricorda lo stesso Micocci che all'inizio Rino era dubbioso sul suo ruolo musicale tanto che poco prima di iniziare a registrare la voce sui brani di quello che sarebbe diventato il suo primo LP, propose un suo amico come interprete.
Sarà infine lui a cantare le canzoni di "Ingresso Libero" uscito nell'estate del 1974 per la RCA. Il disco è accolto in maniera molto leggera e quasi passa inosservato. Contiene invece alcuni dei suoi capolavori come "Ad esempio a me piace il sud", “Tu forse non essenzialmente tu”, "I tuoi occhi sono pieni di sale", "E la vecchia salta con l'asta" e "Supponiamo un amore". Alcuni di quei brani dovevano essere usati per uno spettacolo teatrale scritto da lui assieme all’inseparabile amico del bar del Barone, Bruno Franceschelli.
Uno dei brani indicativi della sua personalità sociale è “Agapito Malteni il ferroviere”: più che concentrarsi su questioni ideologiche amava toccare nel vivo argomenti effettivi. Per “Ad esempio a me piace il sud” riceverà invece l’elogio di un cantautore da cui lui stesso dichiarerà più volte di prendere spunto: Enzo Jannacci.
Se però il primo disco per sua stessa ammissione è disomogeneo al suo interno (i brani sono scritti, come molti dischi d’esordio, a distanza l’uno dall’altro, i suoni a volte poco limpidi e in alcuni punti degli strumenti sono scordati), il secondo rivela appieno le sue capacità.
Prima del secondo album, nell’estate del 1975 esce quello che diventerà uno dei suoi brani manifesto: “Ma il cielo è sempre più blu”, che mette in luce il tipo di scrittura che più gli sarà congeniale e che lo renderà ancora attuale anni dopo la sua scomparsa:

“Chi vive in baracca / chi suda il salario / chi ama l’amore
chi sogni di gloria / chi ruba pensioni / chi ha scarsa memoria”

In autunno esce il secondo lp “Mio fratello è figlio unico”, con l’omonimo brano che lo rende noto ad un pubblico più vasto.Il disco alterna canzoni dure e sofferte (“Mio fratello è figlio unico”, “Cogli la mia rosa d’amore”, “Rosita”) a brani decisamente più leggeri (“Berta filava”, “Glu Glu”, “La zappa il tridente il rastrello…”), e questa nella sua produzione discografica sarà una costante. E che Rino faccia un discorso assai diverso da tutti gli altri lo si nota sia dalle note satiriche che ama inserire nei suoi dischi, sia dal fatto che (a differenza di molti colleghi cantautori), in sala di registrazione come sul palco con lui la situazione assumerà sempre i toni del gioco.
Nel 1977 esce il suo terzo album, “Aida”, forse il suo lavoro più rappresentativo. Qui le sue due “facce” di scrittura si incontrano e danno vita ad un inedito modo per quel periodo di concepire i brani musicali: scanzonati pezzi di satira sociale (“Spendi Spandi Effendi” o “Rare tracce”, “Standard”), ballate intense (“Aida”, “Fontana Chiara”) o tragicomiche come la bellissima “Escluso il cane”:

“Chi mi dice ti amo / chi mi dice ti amo
ma togli il cane / escluso il cane
paranoia e dispersione / inerzia grigia e film d’azione”

E’ proprio con Aida che la situazione inizierà lentamente a cambiare. La critica infatti comincia a spostare l’attenzione su di lui, aumentano le interviste, un certo interesse per i suoi brani e i nomignoli che gli vengono affibbiati (cantabarista, cantautore dei nonsense) . Lui continua invece a mantenere le sue abitudini e i suoi ritmi, a dedicarsi alla musica durante il giorno e al “suo” bar, alle osterie e alle nottate con gli amici la sera, spesso fino all’alba. Ricorda Maurizio Montanesi della IT: “Giravamo dall’una fino alle quattro di mattina. Frequentavamo gente che suonava e che ballava ma dove soprattutto si beveva. A Rino piaceva vivere la notte. Di giorno non usciva, dormiva o sentiva dischi”.
Durante le sue esibizioni cercherà sempre di creare dei piccoli spettacoli a sé: si presenta spesso con una bicicletta giocattolo legata al guinzaglio, in una apparizione in rai (non a caso presentato da Gino Paoli come l’erede di un modo di fare musica “alla Buscaglione”) canterà “spendi spandi effendi” con un cappello da safari ed una pompa di benzina in mano, insomma le sue canzoni saranno sempre accompagnate da un supporto visivo ereditato dal teatro a cui lui si sentirà sempre inevitabilmente legato.
Nel 1977, alla vigilia dell’uscita del suo nuovo album “Nuntereggaepiù” gli viene proposto il festival di Sanremo. Per quel periodo, in piena contestazione studentesca in cui la canzone cantautoriale aveva un valore politico preciso, il festival era visto sotto un’ottica negativa. Ancora Montanesi dirà :
“Rino mi confidò che in quel periodo gli telefonavano delle persone che lo conoscevano e lo esortavano con durezza. Lo chiamavano a casa e gli dicevano di non andare (…) Rino era in crisi. Però, per come la vedo adesso, da quel momento esatto andò in crisi sotto il profilo compositivo e dell’immagine. Fino a prima di Sanremo era uno che non vendeva tantissimo ma non gli importava più di tanto. Soprattutto già allora era un artista cult, proprio come lo è oggi.”.

Il brano “Nontereggaepiù” con il quale lui avrebbe voluto partecipare viene censurato e sostituito da un'altra sua canzone,“Gianna”, ingiustamente spesso l’unica per il quale viene ricordato. A differenza di tutti gli altri artisti saliti su quel palco fino ad allora si presenta come sempre a modo suo, in frac con cilindro, scarpe da ginnastica ed una chitarrina da accompagnamento. Durante l’esibizione, sul coro finale eseguito dai Pandemonium, comincia a gettare medaglie al pubblico. Il 27 gennaio 1978 escono le recensioni della sua apparizione e saranno tutte a suo favore. Ad una domanda sul festival e sul perché gettasse medaglie risponderà con la sua consueta ironia:
“Io penso che Luigi Tenco dieci anni fa sia morto di noia perché da 28 anni Sanremo è sempre uguale perché non c’è la buona intenzione di cambiarlo davvero, perché tutti gli artisti, discografici, giornalisti, esperti e organizzatori non hanno mai veramente voluto rinnovarlo. (..) Ma il festival resta una passerella e come tutte le passerelle ti offre tre minuti per fare un discorso che normalmente fai in uno spettacolo di due ore. Così devi trovare un sistema. Da parte mia, ho scelto la strada del paradosso un po’ alla Carmelo Bene. (..) Tu hai tre minuti e gli ammolli ‘sto concerto: in questi tre minuti c’e’ una noia mortale (…). Qui nasce l’esigenza di creare delle situazioni sempre più nuove, sempre più vere, che nutrano dei fermenti di soluzione non dico di musica classica ma nel movimento il valore che riporta bla bla. Hai capito?”

“Gianna” vende più di seicentomila copie e la sua visibilità sale notevolmente. Nella primavera del 1978 esce l’album “Nuntereggaepiù”. E’ forse il suo disco più irriverente e scanzonato, che più di tutti lo vede preso a giocare con le parole (“Stoccolma”, “Capofortuna”, “Nuntereggaepiù”, “E cantava le canzoni”).Il brano omonimo è tra i vincitori della rassegna “Disco mare” sulla rai ma Rino lascerà la manifestazione perché gli viene impedito di eseguirlo per i suoi contenuti e riferimenti in quel momento considerati troppo scomodi.Su certi temi qualcuno non voleva proprio scherzare.

Superpensioni (nuntereggaepiù) / ladri di stato e stupratori /
il grasso ventre dei commendatori / diete politicizzate (nuntereggaepiù)…”

E questo sarà un altro esempio di come per lui fosse facile sfociare nel tragicomico (circa le diete politicizzate chiarirà in un intervista “..Pannella è l’unico che ha avuto il coraggio di politicizzare la dieta!..”, riferito al suo sciopero della fame).
Nel 1979 viene “assunto” dalla multinazionale RCA, anche su consiglio del suo produttore Vincenzo Micocci. Ma anche questo porterà al cantautore molte perplessità. I metodi di lavoro e i suoni cambiano completamente: ci si avvale di turnisti conosciuti lì per lì e l’atmosfera è assai diversa dalla IT, dove tutti si frequentavano e soprattutto dove Rino poteva sviluppare in tranquillità le sue canzoni spesso frutto di improvvisazioni in sala. Esce così il suo quinto album registrato tra Roma, Città del Messico e Miami, “Resta vile maschio dove vai”. Il disco contiene brani che mantengono il suo stile (“Nel letto di Lucia”, “Io scriverò”, “Ma se c’e’ Dio”, “Ahi Maria”), la prima canzone di cui lui scriverà soltanto la musica (“Resta vile maschio dove vai”,il testo è infatti di Mogol), e la splendida “Anche questo è sud” che lascia intravedere un cambiamento che prenderà forma nel disco successivo:

“Il cavallo con più rabbia / galoppava fuori porta
e lasciava il suo ricordo / nella nebbia”

Nel 1980 partecipa come interprete al concept-album dei Perigeo nei brani “Alice”, “Al bar dello sport” e “Confusione gran confusione”(con altri artisti tra i quali Anna Oxa con la quale inciderà una cover, mai pubblicata, de “il leone e la gallina” di Battisti).Sempre nell’inverno dello stesso anno esce il suo sesto e purtroppo ultimo disco “E io ci sto”. Con il brano omonimo partecipa a diverse trasmissioni (tra le quali Discoring il 27 novembre dello stesso anno), ma il disco rivela un nuovo aspetto del cantautore: l’ironia sempre presente nei precedenti lavori qui sfocia spesso in toni più rabbiosi (“E io ci sto”, “Metà Africa metà Europa”, “Ti ti ti ti”, “Michele ‘o pazzo è pazzo davvero”).
Dichiara in un’intervista a Ciao 2001 : “Non c’è nulla di pensato nella svolta musicale, è un rifiuto che ho naturalmente. Il rifiuto per tutto ciò che si sta facendo nel campo della musica leggera. Quando ho scritto “Mio fratello è figlio unico”, andava di moda gente come Nicola di Bari. Quando ho inciso il disco più leggero che ho mai fatto, “Nuntereggaepiù”, c’era Guccini, De Gregori, erano tutti impegnati. Adesso c’è un ritorno al cosiddetto disimpegno e io ho voluto tornare a parlare”.
Alla fine del 1980 la RCA da vita ad un progetto promozionale che lo vede protagonista assieme a Riccardo Cocciante e i New Perigeo con una relativa tournèe. L’esperimento era quello di fondere stili compositivi tra loro assai diversi. Il disco da cui sono presi i vari concerti fatti dall’ensemble si chiama “Q-Concert”, che mette in luce la strana accoppiata voluta dall’etichetta (operazione che Rino cantò anni prima in Escluso il cane: “Allestite anche le unioni / dalle ditte di canzoni”) in cui in alcuni momenti faticherà ad inserirsi completamente. La caratteristica di Rino Gaetano sarà infatti sempre quella di cucirsi addosso i propri pezzi e di renderli unici nell’interpretazione; ma bellissima sarà anche la sua (re)interpretazione del brano di Cocciante “A mano a mano”.
In quel periodo entra comunque in una crisi artistica che lo segna profondamente. Una sera confida a Montanesi “Non mi viene in mente niente, non riesco a scrivere più come prima”.E sempre lui ricorda: “Una sera al bar della RCA gli venne una crisi, come se fosse stato preso dalla corrente elettrica. Lo facemmo mettere seduto. E gli passò. Però mi colpì, perche capii che forse beveva troppo”

Il 2 giugno 1981 è alla guida della sua Volvo e sta per tornare nella sua casa di via Nomentana quando, poco prima dell’alba forse per un colpo di sonno, finisce contro un camion nella corsia opposta. La corsa in diversi ospedali di Roma che non possono accoglierlo per mancanza di mezzi sarà fatale.
Ironia della sorte, avrebbe scritto una canzone inedita che suonò all’inizio della sua carriera al Folkstudio dal titolo “La ballata di Renzo” in cui si narra la storia di un giovane che, a seguito di un incidente automobilistico, non trova un ospedale che riesca ad ospitarlo.
Rino avrebbe dovuto sposarsi a pochi giorni dalla sua morte.

A distanza di anni (e di un periodo di relativo oblio), si è tornati finalmente a parlare di lui e delle sue canzoni, e molti di quelli dalla “canzonetta facile” si affrettano a citarlo come riferimento, come se davvero fosse così facile scrivere un brano come “nuntereggaepiù”; ogni manifestazione a lui dedicata richiama persone di tutte le età, a dispetto di chi dava i suoi brani per persi nel dimenticatoio, al grido allegro ma sempre e comunque arrabbiato di “ma il cielo è sempre più blu…”.

Emanuele Martorelli

"Ma come fare non so - sì devo dirlo ma a chi - se mai qualcuno capirà - sarà senz'altro un altro come me"

 

Discografia

Ingresso libero (1974)

Tu, forse non essenzialmente tu
Ad esempio a me piace il sud
AD 4000 d.c.
A Khatmandu
Supponiamo un amore
E  la vecchia salta con l'asta
Agapito Malteni, il ferroviere
I tuoi occhi sono pieni di sale
L'operaio della FIAT «la 1100»

Mio fratello e' figlio unico (1976)

Mio fratello è figlio unico
Sfiorivano le viole
Glu glu
Cogli la mia rosa d'amore
Berta filava
Rosita
Al compleanno della zia Rosina
La zappa, il tridente il rastrello la forca l'aratro il falcetto il crivello la vanga

Aida (1977)

Aida
Fontana chiara
Spendi spandi effendi
Sei ottavi
Escluso il cane
La festa di Maria
Rare tracce
Standard
Ok papà

Nuntereggae piu' (1978)

Nuntereggae più
Fabbricando case
Stoccolma
Gianna
E cantava le canzoni
Dans le chateau
Capofortuna
Cerco
Nuntereggae collection

Resta vile maschio dove vai? (1979)

Resta vile maschio dove vai ? (Mogol - R.Gaetano)
Nel letto di Lucia
Grazie a Dio, grazie a te
Io scriverò
Ahi Maria
Ma se c'è Dio
Anche questo è sud
Su e giù

E io ci sto (1980)

E io ci sto
Ti ti ti ti
Ping pong
Michele 'o pazzo è pazzo davvero
Metà Africa, metà Europa
Jet-Set
Sombrero
La donna mia
Scusa Mary

 


Alcuni Link:

http://space.tin.it/musica/dbrandim/flash.html

http://www.rinogaetano.com

http://www.ioscriverò.too.it

 

informazioni tratte dal sito: www.bielle.org/

 

www.stazioneceleste.it