)*(Stazione Celeste)

 

Il Channeling

di Agaphos

 

Channeling è un termine inglese che deriva dalla parola channel, canale. Con esso si intende la comunicazione fra una fonte spirituale ed un essere umano, che avviene solitamente per via telepatica. Durante una tipica canalizzazione il channeler, o canalizzatore, si pone come tramite di un messaggio spirituale, la cui origine viene identificata in una entità esterna rispetto al canalizzatore stesso.

Gli ultimi decenni hanno visto un notevole incremento nella diffusione di questo fenomeno, accompagnato da una maggiore confidenza del pubblico con questa tipologia di messaggi; ciò è avvenuto soprattutto nel mondo anglosassone, dove oramai vengono pubblicati ogni anno numerosi libri contenenti informazioni canalizzate originate dalle fonti più varie. L’apparente novità del fenomeno potrebbe indurre a pensare che stiamo parlando di una moda moderna e passeggera, indice del bisogno di nuove certezze spirituali in risposta alla crisi delle religioni tradizionali. In realtà sarà una sorpresa per molti scoprire che sono proprio le religioni tradizionali, con i rispettivi testi sacri che ne sono alla base, ad essere la migliore testimonianza dell’origine remota di questo fenomeno, che è infatti antico quanto l’uomo.

 

Il Channeling nella storia dell’umanità

I primi testi canalizzati dei quali siamo a conoscenza sono probabilmente i Veda, scritti sacri dell’antica India la cui origine si perde nella notte dei tempi. Secondo la tradizione, gli inni vedici più antichi sono stati dettati dai rishi (letteralmente ‘saggi’) in uno stato di trance e messi per iscritto per l’edificazione spirituale dei loro contemporanei; ancora oggi questi testi sono considerati di primaria importanza nella religione induista. In essi troviamo enunciato per la prima volta il concetto dell’Uno, Ekam, inteso come fonte originaria e unitaria di tutto ciò che esiste, e verso il quale tutto l’universo tende.

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Anche le comunicazioni profetiche antiche come quelle dell’Oracolo di Delfi o degli Oracoli Sibillini sono state ottenute con tecniche analoghe. Esiste infatti un notevole parallelismo, per non dire equivalenza, fra il fenomeno del channeling e quello del profetismo: nelle società antiche il profeta, così come lo sciamano, la pizia o il sacerdote, era un membro della comunità al quale venivano riconosciute particolari capacità di comunicazione con il mondo ultraterreno. In queste società era ritenuto perfettamente normale il fatto che alcune persone fossero in grado di recepire dei messaggi provenienti da fonti spirituali disposte a comunicare.

channeling spiritoA seconda della cultura nella quale avvenivano queste comunicazioni, tali fonti potevano essere identificate come antenati della famiglia, spiriti guardiani del mondo naturale, guide spirituali angeliche o demoniache, fino ad arrivare ai profeti dell’Antico Testamento, che sostenevano di essere i portavoce del dio nazionale di Israele, che aveva la caratteristica peculiare di pretendere l’esclusività nella consultazione da parte dei suoi profeti (‘non avrai altro dio al di fuori di me’). A tal proposito è anche interessante ricordare la storia della composizione del Corano, dal momento che anch’esso è stato composto attraverso una procedura assolutamente assimilabile a quella della canalizzazione. Secondo le prime fonti islamiche, infatti, il profeta Maometto era solito sedere in meditazione nei pressi di una grotta sul monte Hira, vicino alla Mecca, dove ricevette sotto dettatura una nuova rivelazione, grazie all’intermediazione di una entità spirituale identificata nell’arcangelo Gabriele.

Questi brevi esempi sono già sufficienti a smontare la tesi che il channeling sia un fenomeno esclusivamente moderno: la storia spirituale dell’umanità è stata notevolmente influenzata da questa pratica, che ha preso diverse forme nelle varie culture e ha persino dato origine alle principali religioni alle quali la maggior parte degli esseri umani fa ancora riferimento. I consistenti strati di teologia che caratterizzano ogni tradizione religiosa non dovrebbero farci dimenticare che all’origine di ognuna di esse c’è sempre stata una esperienza mistica e profetica o spesso, come diremmo oggi, una canalizzazione. Quello che osserviamo nei tempi moderni è quindi il semplice ‘sdoganamento’ e la diffusione su larga scala di un fenomeno che è connaturato all’uomo e che ha influenzato in modo notevole la nostra storia passata.

 

In che cosa consiste il channeling?

Per fare una semplice analogia, è possibile paragonare il channeling al fenomeno della trasmissione via radio: per ascoltare un determinato tipo di stazione radiofonica è necessario sintonizzarsi su una determinata frequenza; ciò che ascoltiamo alla radio non ha origine dalla radio stessa, ma viene semplicemente captato e ritrasmesso nel momento in cui sono presenti determinate condizioni. Naturalmente, qualunque alterazione o difetto a livello dell’antenna o dell’impianto audio può alterare anche significativamente la qualità della trasmissione.

Anche nelle neuroscienze avanzate esiste un modello dell’attività cerebrale che in sostanza paragona il funzionamento del cervello a quello di una radio. Secondo tale paradigma, il cervello non produrrebbe direttamente i nostri pensieri e la nostra attività mentale, ma sarebbe solo il super-computer biologico attraverso il quale la coscienza, che esiste a prescindere dal cervello stesso, si manifesterebbe. All’interno di un simile modello, fenomeni come quello della telepatia o del channeling sarebbero perfettamente possibili e spiegabili.

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Abbiamo accennato al lato scientifico di questo fenomeno, a ‘come’ esso avviene, ma è molto più importante interrogarsi sul “perché” esso avviene. All’interno di un universo popolato da entità spirituali, alcune di queste entità possono avere il desiderio di condividere nozioni e informazioni di vario genere; a volte la condivisione di tali informazioni è parte fondamentale del percorso di evoluzione di quelle stesse entità, che vedono questo come un servizio offerto ad altre anime in cammino. É importante tenere a mente che anche queste entità stanno percorrendo come noi un viaggio spirituale e pertanto, al massimo, possono offrire visioni e opinioni da una prospettiva più alta, ma mai la verità assoluta. Ci si potrebbe inoltre imbattere in entità che condividono volontariamente informazioni false o fuorvianti. Il fatto che un messaggio sia stato ottenuto tramite canalizzazione non è dunque garanzia né dell’elevazione né della utilità delle informazioni ricevute, ed è pertanto fondamentale avere consapevolezza di tipo di entità si sta canalizzando e mantenere sempre un atteggiamento critico nei confronti dei messaggi ricevuti. In una parola, il discernimento è fondamentale.

Per ottenere dei contatti di qualità, vale il principio del simile che attrae il simile: un canale spiritualmente elevato e privo di ego tenderà ad attrarre fonti di informazioni positive e amorevoli e viceversa. In linea di massima si potrebbe anche affermare che esistono tanti stili di canalizzazione quanti canalizzatori, dal momento che simili contatti sono frutto del particolare rapporto che si instaura fra il ricevitore del messaggio e il suo mandante. È possibile tuttavia trovare diversi elementi ricorrenti: di seguito parleremo brevemente delle caratteristiche dei due tipi più comuni di channeling, quello a mente cosciente e quello in stato di trance. Si ricordi comunque che il mondo del channeling è molto più vasto ed eterogeneo, comprendendo fra le sue forme di espressione anche la scrittura automatica, come nel caso del libro Un Corso in Miracoli canalizzato dalla psicologa clinica Helen Schucman, la medianità classica e altre forme di comunicazione con entità spirituali.

 

La canalizzazione a mente cosciente

In questo tipo di canalizzazione, la comunicazione avviene in uno stato di coscienza vigile o semi-vigile: il canale si sintonizza, per così dire, sulla frequenza dell’entità da canalizzare, mantenendo però almeno parzialmente il controllo sulle sue percezioni e del suo linguaggio. L’entità canalizzata invia solitamente i concetti che intende trasmettere sotto forma di ‘complessi di pensiero’, ovvero sotto forma di insiemi di messaggi che vengono trasmessi non parola-per-parola ma concetto-per-concetto, che poi toccherà al canalizzatore tradurre nel linguaggio parlato.

In questo primo tipo di canalizzazione la mente sia conscia che subconscia del canale gioca un ruolo importante nella qualità del messaggio trasmesso, dal momento che essa entra notevolmente in gioco nella comprensione dei concetti e nella loro traduzione in parole, anche con possibili interferenze dovute a paure, aspettative o pensieri provenienti dall’inconscio. Da qui comprendiamo che questo tipo di comunicazione richiede un notevole talento ed esercizio al fine di risultare utile per l’edificazione di chi ascolta il messaggio.

 

La canalizzazione in stato di trance

Questo secondo tipo di canalizzazione prevede che il soggetto sia in completo stato di trance (si parla infatti di trance channeling). In questo caso la mente del canale viene temporaneamente assopita, eventualmente attraverso tecniche di ipnosi. In questo tipo di channeling le interferenze consce sono ridotte al minimo, per non dire del tutto eliminate, ma il contatto richiede una cura, una energia e una dedizione decisamente superiori rispetto al channeling cosciente. La canalizzazione in trance ha prodotto alcuni dei messaggi più profondi ed elevati che siano mai stati ottenuti, ma non è raro che essa comporti alla lunga delle sfide sia a livello personale che di salute fisica per il canale che si dedica ad essa, come dimostrano i casi di Edgar Cayce, soprannominato il profeta dormiente, e di Carla Rueckert, la canalizzatrice di Ra, l’umile messaggero de La Legge dell’Uno del quale parleremo nel prossimo approfondimento.


 

Articolo originariamente pubblicato da Gnostic Radio

 

 

 

 

 

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