)* (Stazione Celeste)

 

 

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Il Sesto Gradino verso l'Anima

 

 

Con la nostra immaginazione a guidarci saliamo sul

 SESTO GRADINO VERSO L’ANIMA

 

 

Attese davvero a lungo prima di tentare di salire sulla scala verso il sesto pilastro. Aveva un oscuro presentimento. Probabilmente, era il Potere. Il Potere del pilastro era così intenso che la spaventava. Ma sapeva di non poter più resistere. Era tempo, ora, di fare quel singolo passo che lei credeva così profondamente avrebbe cambiato la sua vita per sempre. Sentiva il cambiamento arrivare da qualche tempo ormai. Qualcosa dentro stava andando via per essere sostituito da qualcos’altro che non era ancora nato. Quel che stava andando via era la PAURA.

 

Mentre si preparava per fare questo semplice passo che avrebbe complicato ogni parte della sua vita, rifletté su tutto quello che era accaduto. Come nel momento prima di morire, la sua vita scorreva davanti a lei. C’era, certamente, troppo da registrare coscientemente, ma c’era un tema generale che sembrava replicare dramma dopo dramma.

 

Il tema era l’inadeguatezza personale. Con quel pensiero, si fermò all’improvviso – con il piede alzato a mezz’aria in preparazione del passo. Era inadeguata? Stava evitando questo scalino sapendo che, se vi fosse salita, si sarebbe resa conto che per tutta la vita si era segretamente sentita inadeguata?

 

Se era così, una volta salita sul gradino, avrebbe dovuto abbandonare quel modus operandi per sempre. Avrebbe dovuto accettare di ESSERE inadeguata. Avrebbe dovuto accettare e amare se stessa esattamente come era in ogni momento, attraverso ogni emozione e con ogni pensiero. Nessuna meraviglia che avesse evitato questo pilastro per così tanto tempo.

 

Si domandò come mai era rimasta aggrappata così ardentemente a un’immagine negativa di se stessa. Quale avrebbe potuto essere un possibile vantaggio? Certamente, con la domanda arrivava la risposta. La paura del giudizio! Se avesse saputo, innanzi tutto, di essere inadeguata, allora non avrebbe fatto così male quando LORO glielo dicevano! Certo, LORO raramente erano sgarbati abbastanza da dirglielo apertamente. LORO erano più gentili di così. LORO glielo dicevano con un’occhiata, con una pacca o con gli occhi.

 

Se solo non fosse stata così sensibile. Se solo fosse riuscita a credere alle loro vuote parole di lode. Tuttavia, le lodi erano scarse e molto distaccate, laddove le critiche erano costanti e coprivano ogni area della sua vita. Peggio di tutto, coloro che la criticavano di più erano proprio quelli che dichiaravano di amarla. E adesso, purtroppo, molte delle critiche arrivavano dal suo stesso sé.

 

Sarebbe riuscita a fare questo passo? Era “adeguata” al compito? Dentro di lei iniziò a infuriare una battaglia. Chi aveva ragione, gli “esterni” che ora vivevano segretamente nella sua testa, o la piccola voce interiore che sussurrava, “Lo puoi fare”?

 

Lo poteva fare, lo avrebbe fatto e… lo fece!

 

Lo fece rapidamente, come saltare in un freddo laghetto. Scelse di abbassare il piede alzato non sul gradino su cui si trovava, ma sul gradino successivo, il gradino proprio sopra di lei.

 

Velocemente, dovette spostare il suo peso sul piede posto sul gradino più alto. Sapeva che se avesse esitato avrebbe fermato il suo movimento in avanti. Con un salto di fede, piantò fermamente l’altro piede sul sesto gradino, distante pochi centimetri dal pilastro.

 

Ora avrebbe dovuto guardare dentro il cristallo del pilastro per vedere cosa c’era. Si spinse avanti poco alla volta. Doveva stirare il corpo fino al suo sé più alto perché questo pilastro era molto più alto degli altri. Velocemente, prima di perdere il sangue freddo, guardò nel cristallo. Inizialmente, riuscì a vedere soltanto una Luce Dorata che turbinava, e che era più bella di qualsiasi cosa potesse immaginare. Si muoveva girando in senso orario come se seguisse un piano. Sì, qualcosa stava prendendo forma. Dentro la Luce Dorata veniva creato qualcosa.

 

Era un viso. No, aspettate, era il SUO viso. Ma il viso era perfetto. Non perfetto nella sua forma, età, espressione o qualsiasi altra misurazione di perfezione che era stata offerta nel passato. Il viso era perfetto perché era il Viso dell’Anima. Era perfetto perché era l’archetipo di tutti e tutto quello che lei aveva cercato di essere in tutte le sue vite. Era perfetto perché era l’ANIMA! Ed essendo Anima, era sopra i giudizi o le polarità. Non era buona, cattiva, bella o brutta. SEMPLICEMENTE ERA, quindi, era PERFETTA!

 

Il viso non doveva essere cambiato, migliorato o modificato. Doveva soltanto essere accettato e amato. Era al di là del tempo e dello spazio, quindi non aveva età o forma definita. Esisteva perché era Verità, e lei poteva vederlo perché era stata abbastanza coraggiosa da guardare. Era stata abbastanza coraggiosa da affrontare il suo senso d’inadeguatezza personale e di scegliere di non permettergli più di trattenerla. Aveva scelto di proseguire verso il gradino successivo, sapendo che la sua vita sarebbe stata immutabilmente cambiata.

 

Lei non sapeva come sarebbe stata la vita ora, tuttavia, era certa che sarebbe stata diversa. Aveva guardato il volto dell’Anima, e così facendo, aveva cambiato l’immagine del suo sé per tutta l’eternità.

 

Non aveva più paura del giudizio, quindi, non doveva più giudicare. Certo, c’era l’abitudine. L’abitudine avrebbe potuto farle dimenticare chi era. L’abitudine avrebbe potuto replicare comportamenti ora morti.

 

Quindi, avrebbe dovuto guardare il Viso dell’Anima ogni giorno e in ogni modo. Prima avrebbe dovuto trovare il Viso dell’Anima nel cristallo, nello specchio e nei volti degli altri. Avrebbe dovuto trovare il Viso dell’Anima negli alberi, nelle rocce, uccelli, insetti, pesci e in tutte le creature della vita. Il Viso dell’Anima era ovunque e in tutto.

 

Sarebbe riuscita a ricordarsi di vederla? Avrebbe potuto ricordarsi di essere chi era e non chi era solita essere?

 

Sì! Si sarebbe ricordata di ricordare. E quando dimenticava, avrebbe guardato nel Viso dell’Anima e si sarebbe perdonata. Non si sarebbe giudicata per aver dimenticato, ma piuttosto sarebbe andata avanti e si sarebbe ricordata di NON dimenticare di nuovo.

 

Tutto quello che doveva fare era fare un passo e guardare nel suo stesso Viso dell’Anima. Poi ovunque, in tutti e in tutto, avrebbe potuto vedere il loro Viso dell’Anima. In quel viso ci sarebbe stata un’accettazione completa e quindi, un amore completo.

 

Perché l’amore senza accettazione è come un viso senz’Anima.

 

E quell’accettazione doveva iniziare dal suo sé!

 

 

Continua: "Saluti da Gaia"

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Originale in inglese: http://www.multidimensions.com/Conscious/con_thoughts_6stepsoul.html

 

Tradotto da Susanna Angela per Stazione Celeste

 

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