)* (Stazione Celeste)

 

 

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Conscio

 

 

 

I Bambini del Boom

ricordano

il fiorire della Dea

 

 

Chi e che cosa è la Dea? La Dea è il faro del potere femminile. Che cos’è il potere femminile, potreste chiedere. Il potere femminile è il potere dell’amore. Il potere dell’amore non è limitato alle donne o soltanto agli umani. L’amore è un campo energetico. Quando scegliamo di incarnarci in un corpo femminile, nasciamo per essere le rappresentanti della Dea vivente. La donne sono quelle che generano i figli e tengono la famiglia insieme. Sono quelle che nutrono e guariscono e che fanno crescere i semi della nostra creatività nella manifestazione. Anche gli uomini vivono questo potere della Dea. Ora, molti altri di loro lo fanno ogni giorno celebrando la loro capacità di nutrire i propri figli, mostrando le loro emozioni ed esprimendo liberamente la loro creatività.

 

La Dea è la Grande Madre. È conosciuta anche come Lady Gaia o Madre Terra. Siamo tutti suoi figli e per molti eoni abbiamo vissuto sul suo corpo. Una volta, quando eravamo “primitivi”, la veneravamo e ora che siamo “civilizzati”, abbiamo cercato di conquistarla. Ma come si conquista il potere dell’amore? Come si può catturare un campo energetico o limitare una forza invisibile? La Dea ha chiamato e alcuni di noi sono stati in ascolto. I Nativi Americani l’hanno mantenuta vigile sin dalla conquista dell’uomo “civilizzato”. Ora c’è un gruppo sempre più numeroso che sta iniziando a celebrare la Sua rinascita. Alcuni di noi sono donne e alcuni uomini. Ascoltate ora. Riuscite a sentirla? Riuscite ad avvertire il potere del Suo amore?

 

 

LA MIA ESPERIENZA

 

Mi chiamo Suzanne e sono una Figlia del Boom. Sono nata nel 1946, tra i primi bambini del secondo dopoguerra. Gli Stati Uniti avevano appena salvato il mondo, almeno secondo la nostra storia ed eravamo il Numero Uno! Crebbi negli anni cinquanta come la brava figlia di una brava moglie. Guardavo “Father Knows Best” [1], “Ozzie and Harriet [2] e Lucy ed io [3]. Sapevo che una “brava donna” metteva suo marito e i figli davanti a lei. Una “brava donna” aveva sempre un aspetto splendido, anche lavando i piatti e non si arrabbiava mai. L’uomo era il re della casa e la donna lo manipolava per ottenere quel che voleva. Una brava donna trovava un brav’uomo che la accudisse e dopo, e soltanto dopo, lei sarebbe stata “felice”.

 

Arrivarono poi gli anni sessanta e una “brava donna” era divertente, avventurosa, libera e sessualmente aperta. Negli anni sessanta diventai una fanciulla. Mi arrivarono le mie “cose” e iniziai il processo di diventare una donna. Crebbi in un ambiente molto conservatore e non seppi cos’era la marijuana fin verso la fine degli anni sessanta e mi sposai prima di poter veramente sapere che cos’era l’“amore libero”. Il mio primo figlio nacque che avevo 23 anni ed ero fanciulla e contemporaneamente madre, almeno all’inizio.

 

Verso la metà degli anni settanta, iniziai lo studio per la mia specializzazione e la Fanciulla amante del divertimento e oppressa dall’angoscia sprofondò nella mia psiche per essere convocata quando gli stress della vita diventavano troppi da sopportare. Negli anni ottanta, la Fanciulla fu liberata quando nella mia vita arrivò il vero amore.

Ora, alla fine degli anni novanta, ho completato la menopausa (da diversi anni ormai), sono nonna e sto celebrando il mio cinquantesimo compleanno prima della fine del 1996. Credo di essere ufficialmente una “vecchia”. Dato che il termine vecchia è stato associato con l’età e la bruttezza, userò il termine mentore.

 

 

LA MIA ESPERIENZA DEL RISVEGLIO DELLA DEA COME FANCIULLA

 

Da ragazza (fanciulla) ho visto una grande trasformazione nella veduta sociale delle donne. Nell’ambiente in cui vivevo, non si parlava mai della Dea. Eravamo Metodisti e Dio era un uomo, Gesù era un uomo e tutti i nostri leader spirituali erano uomini. Non ho mai visto un leader spirituale donna a meno che non stesse dietro a suo marito e lo “aiutasse”.

 

Poi, alla fine degli anni sessanta, le donne iniziarono ad avere qualcosa che non avevano mai avuto: libertà e indipendenza. Gradualmente, la donna venne a essere definita non dall’uomo che sosteneva, ma dal suo Sé. Io, tuttavia, persi quell’“autobus” perché mi sono sposata nel 1968 e sono diventata la moglie/donna che ero stata addestrata a diventare negli anni cinquanta. Non si sentiva ancora parlare della Dea nel mio mondo. Poi il movimento hippie entrò nella mia coscienza. Io ero una hippie conservatrice in quanto possedevo la mia casa e mio marito lavorava. Iniziai a occuparmi di giardinaggio, facevo crescere un po’ del nostro cibo e sperimentavo la crescita della Dea dentro di me.

 

Eravamo quasi agli albori dell’Era dell’Acquario e stavamo iniziando a ricordare che c’era altro nella vita che fare soldi. Iniziammo a ricordare l’AMORE e la PACE. La Dea era sveglia. Ci disse di non uccidere stranieri in una giungla lontana perché lo Zio Sam ci diceva di farlo. Ci sussurrava “E se ci fosse una guerra e non ci andasse nessuno?” Lei copriva i manifesti di fiori che sembravano disegnati dai bambini. Alla Dea non importava nemmeno dove fossero i bambini nel mondo. Sapeva soltanto che doveva proteggerli.

 

Negli anni sessanta, le donne iniziarono ad andare al college per trovare un lavoro e non soltanto un marito. Iniziammo a pensare a noi stesse e trovammo uomini che volevano che lo facessimo! La Dea sorrideva! Ci piaceva pensare a noi stesse e quando ci diplomavamo, molte di noi cercavano un lavoro. E non era un “lavoro” come potevano aver avuto le nostre madri finché non si sposavano o avevano dei figli. Volevamo lavori che durassero anche da sposate e con figli. La Dea stava guadagnando potere.

 

Tuttavia, ci sentivamo in colpa perché trascuravamo i nostri uomini e i nostri figli e così facevamo tutto. Facevamo tutto il lavoro che le nostre madri avevano fatto e tutto il lavoro che i nostri padri avevano fatto. La Dea si stancò e anche noi. Ma, ci sentivamo troppo in colpa per chiedere aiuto ai nostri mariti. Abbiamo mai visto il protagonista di “Father knows best” o Desi Arnaz lavare i piatti?

 

Alcune di noi però non si sentiva in colpa! Alcune di noi credevano che se aiutavamo a guadagnare i soldi gli uomini potevano aiutare in casa e con i figli. Alcuni uomini erano felici di aiutare. Mentre noi stavamo risvegliando il nostro sé maschile, gli uomini stavano risvegliando il loro sé femminile. La Dea era molto felice per questa intesa. Le donne iniziarono ad avere più potere nel mondo e gli uomini iniziarono a rispettare le donne che avevano potere nel mondo.

 

 

L’INFLUENZA DELLA DEA RISVEGLIATA SULLA PERCEZIONE DI DIO DELLA MIA FANCIULLA

 

Era il 1970 quando divenni madre, ma avevo ancora tutta l’ingenuità di una fanciulla. Ero cresciuta sentendo che Dio era un uomo e che viveva lontano in Cielo. Con il Movimento hippie, iniziai a pensare che anche la Dea poteva essere importante. Volevamo vivere nella Natura e pensavamo all’ecologia. Fu all’età di circa 28 anni che iniziai il Percorso Spirituale sul serio e iniziai a pensare a Dio come Dio Padre/Madre. La femmina non stava più dietro all’uomo. Ora stava al suo fianco. Tuttavia, era ancora associata a un uomo. Non fu fino a quando mi trovai nella mia fase di Madre che iniziai a permettere alla Dea di avere l’importanza di stare da sola. Questo successe, per coincidenza, dopo che lasciai mio marito e iniziai a imparare a cavarmela da sola.

 

 

LA MIA ESPERIENZA DEL RISVEGLIO DELLA DEA COME MADRE

 

Il processo di restare incinta e avere un figlio è stata l’esperienza principale nella mia vita che ha risvegliato la Dea dentro di me. Quando ero incinta di poche settimane, contrassi la rosolia, malattia simile al morbillo molto pericolosa per il feto. Avevo appena finito il corso di logopedia ed ero del tutto consapevole delle ramificazioni della mia situazione. In quei giorni l’aborto era quasi impossibile, ma non importava, volevo assolutamente il bambino. L’unica mia preoccupazione era che non sarei stata all’altezza del compito di crescere un bambino con problemi speciali. Misi la mia vita nelle mani di Dio. Il mio concetto della Dea a quel tempo era che Lei poteva aiutare le donne, ma che non aveva il potere di aiutare me in una simile grave situazione. La Dea poteva aiutare soltanto in questioni riguardanti la Terra, ma le faccende dello Spirito dovevano essere lasciate a Dio. Anche allora, la donna era potente soltanto in casa (Terra) e l’uomo aveva il potere principale sul destino di tutti.

 

Durante la gravidanza, sperimentavo la Dea nella vita di tutti i giorni. Avevo trovato un uccellino e l’avevo cresciuto, avevo affittato un appartamento (un disastro completo) e l’avevo reso una casa e avevo insegnato al mio nuovo cane trucchi a sufficienza da essere preso al circo. Nella mia vita c’erano molti problemi, ma li allontanavo mentre mi concentravo sul costruire un corpo per mia figlia, che aveva molte cose da affrontare ancora prima di nascere. Dio rispose alle mie preghiere silenziose. Non osavo chiederGli di far sì che la bambina fosse normale e sana, poiché credevo fosse troppo. Tuttavia, la bimba era sana, ma quando aveva soltanto tre settimane di vita, il disastro si abbatté nuovamente. Mio marito ebbe un grave incidente e rimase ko per tre mesi. Dovevo fare tutto, dentro e fuori casa. Questo fu l’inizio della ricerca del mio potere. La Dea era ancora confinata alla casa. Ma era molto più forte, come me, e stava facendo capolino fuori della porta verso il mondo.

 

Fu in quel momento che il Movimento Hippie giunse alla conservatrice cittadina di Glendale, in California. Il brutto incidente di mio marito lo tenne lontano dalla leva e alla fine tirammo un sospiro di sollievo. Stavamo considerando sul serio di trasferirci in Canada per evitare la leva. Nessuno di noi sentiva che la Guerra del Vietnam fosse moralmente corretta e non volevamo parteciparvi. Tuttavia, non provavamo disprezzo per chi andò in guerra, dato che molti di loro erano nostri amici. Troppi non fecero ritorno e quelli che lo fecero erano cambiati per sempre.

 

Nel gruppo della nostra età, c’era la solita disperata ricerca del divertimento e dell’avventura che avviene durante i tempi di guerra. “Vivi pienamente perché domani potresti morire.” Quando venimmo a sapere che non avremmo dovuto affrontare la decisione di “combattere o scappare”, ci rilassammo, ma vivevamo ancora l’energia disperata e selvaggia dei nostri vent’anni. Facevamo molte feste, almeno due o tre la settimana. Ero felice perché l’energia delle feste mi distraeva dalla mia ricorrente depressione. Le feste offrivano anche molte discussioni meravigliose colme della speranza e dell’idealismo tipico della mentalità hippie.

 

Con la nascita del mio secondo figlio ci trasferimmo nella nostra nuova casa e la Dea si risvegliò completamente in me. Mi occupai dell’arredamento di tutta la casa e cucii tutte le tende, le trapunte, i cuscini, ecc. e molti dei nostri vestiti. Avevo un giardino fiorito davanti e un orto sul retro. Facevo la spesa al mercato di Albertson, noto perchè etichettava ogni articolo per il suo impatto ecologico sulla Terra. Nella nostra coscienza, la Dea era finalmente uscita di casa. Il Movimento Hippie ci aveva fatto pensare alla terra e la guerra ci aveva fatto pensare alla pace. Tuttavia, nella mia casa c’era soltanto pace se avessi ignorato le molte cose che stavano succedendo nel mio matrimonio. Quindi, le ignoravo! La Dea mi aveva detto di crescere i miei figli e l’avevo sentita molto chiaramente.

 

 

L’INFLUENZA DELLA DEA RISVEGLIATA

SULLA MIA PERCEZIONE DI DIO NELLA FASE DELLA MADRE

 

Avevo circa 28 anni, a metà degli anni settanta, quando infine iniziai a integrare la Dea nel mio concetto di Dio. Ero sposata da circa sette anni. Avevo due figli, la mia casa e mio marito. Avevo ottenuto lo stesso status di Harriet Nelson, Lucy Arnaz e la “moglie” di Father Knows Best. È divertente che io non riesca a ricordare mai il suo nome, anche se tra i tre show era il mio preferito. Immagino succedesse perché non riuscivo più a ricordare il mio nome. In quel periodo, quando mi trovavo a delle feste e qualcuno di domandava chi ero, rispondevo rapidamente: una moglie e una madre. Era meraviglioso, ma IO non c’ero! So di essere stata cresciuta per arrendermi completamente a mio marito e alla mia famiglia, ma quel processo non mi divertiva. Amavo i miei figli profondamente, ma il “Buon Uomo” non si prendeva buona cura di me. Ero stata così ignorata che scoprii che l’unico modo per poter portare avanti questo meccanismo di difesa era quello di ignorare me stessa. Tutti quegli anni di addestramento perfetto non funzionavano. Non potevo essere una non-persona ed essere felice. Non potevo definire me stessa attraverso gli altri. Dovevo trovare un Sé.

 

Fu durante il processo per ritrovare il mio Sé che la Dea iniziò a uscire di casa e a cavarsela da sola. Fu la prima volta in cui imboccai il mio Sentiero Spirituale. Una delle prime cose che lessi fu che quando si intraprende un Percorso Spirituale, bisogna farlo da SOLI! Mentre percorrevo questo sentiero, scoprii che ero sempre stata sola tranne che per alcuni amici e i miei figli. La vera me, il mio sé spirituale, era qualcosa che avevo imparato a tenere per me sin da una tenera età. La Chiesa mi aveva raccontato di Dio e Gesù, ma non riconosceva i molti Esseri che avevano sempre abitato il mio mondo interiore. Man mano che avanzavo lungo il mio Sentiero Spirituale, scoprii che c’erano anche Spiriti Guida donna. Non ero cresciuta come Cattolica e non avevo nessun rapporto con Madre Maria, che veniva raffigurata sofferente e colma di dolore. Come potevo rivolgermi per avere aiuto a qualcuno che aveva i miei stessi problemi?

 

Fu in quel periodo che incontrai la mia prima insegnate spirituale, la Signora Reed. Mrs. Reed aveva più di 84 anni quando la incontrai e fu il mio primo vero Mentore. Viveva in una bellissima casa sulle colline sovrastanti la mia. Dal primo momento in cui entrai in casa sua, mi resi conto di aver trovato un nuovo inizio. Mrs. Reed non aveva avuto figli ed era vedova da più di quindici anni. Il suo matrimonio con un musicista era stato lungo e felice e lei era stata una cantante d’opera. Aveva lo stesso calore della mia cara Nonna, ma emanava anche un potere personale che non era un riflesso di quello di suo marito o della sua famiglia. Era spirituale e potente allo stesso tempo. La Dea mi abbracciò e mi accolse a Casa.

 

Attraverso gli studi con Mrs. Reed, trovai il coraggio e la fiducia di andare oltre le limitazioni femminili che avevo appreso da piccola. Ero una delle poche donne nella mia grande famiglia ad andare al college. Chi si era laureata, abbandonava “volentieri” la propria carriera una volta diventata madre. Io stavo per laurearmi. “Chi avrebbe nutrito mio marito?” era la domanda. “MacDonald!” Era la mia risposta. Era un sacrilegio non nutrire il proprio uomo. Ottenni il mio primo barlume di potere. Potevo dire “NO” a un uomo e alle convenzioni sociali con cui ero stata cresciuta.

 

Tuttavia, anche se avevo ottenuto abbastanza potere da stare in piedi da sola, non potevo ancora dirmi la verità, perché non ero in grado di vederla fintanto che il mio intero mondo andava in pezzi intorno a me. Poi, fui lanciata in un’“oscura notte dell’anima” dove persino la mia fede profonda nello Spirito fu minacciata.

 

 

DA SOLA

 

Era il 1979. Avevo dato gli esami e trovato uno stage. Ce l’avevo fatta… vero? Nixon aveva messo fine alla guerra “con dignità”, ma “EGLI” aveva fallito. Ricordo di averlo guardato fallire alla televisione, davanti a tutto il popolo Americano. “Come deve sentirsi mortificato e imbarazzato,” era il mio pensiero principale. Il mondo era cambiato. Persino i Presidenti potevano fare errori ed essere presi. Beh, anch’io ero stata presa. Ero catturata dalle mie paure. Per tutti i tre anni del mio Master avevo detto: “Ho così paura che gli esami finali andranno male” e “ho così paura che il mio matrimonio fallirà”. Beh, fallii davvero, o, forse, ci ero riuscita. Ero riuscita a creare proprio la cosa che temevo. Avevo imparato una lezione potente – la Paura fa accelerare.

 

Proprio come Nixon aveva mentito al popolo americano, io avevo mentito a me stessa. Mi ero detta che avrei ottenuto la laurea, così da salvare il mio matrimonio e mi ero anche detta che non ero “brillante abbastanza” da prendere la laurea. Quelle erano bugie. Volevo davvero prendere la laurea così da poter trovare un buon lavoro e lasciare il matrimonio e non pensavo di non essere intelligente. Quella era la voce di mia madre e del vecchio indottrinamento sociale della mia gioventù. Il messaggio degli anni ’50 e primi anni ’60, almeno nel mio mondo, era “puoi essere carina oppure intelligente”. Avevo scelto il carina e quindi non potevo essere intelligente. “Non puoi avere tutto,” continuava il mito sociale.

 

La verità era che mi sentivo in colpa. Mi sentivo in colpa perché volevo di più. Volevo la mia identità e la mia vita. Avevo avuto paura di quella verità e avevo creato delle bugie per nasconderla. Mi era stato insegnato a vedere il mondo nel modo in cui avrei dovuto vederlo anziché come lo sperimentavo realmente. Quindi, avevo creato un’illusione apposta per sostenere il mio diniego e quando quell’illusione esplose, provai il profondo dolore del disinganno.

 

Il dolore più profondo, però, non era il fallimento del matrimonio o della mia educazione. Era il fallimento della mia fede. Ero stata in comunicazione profonda con la Dea per tutti i tre anni del master. Il mio lavoro con Mrs. Reed mi aveva dato il coraggio di espandere il mio mondo e di andare all’università, ma non avevo ancora ottenuto il coraggio per salire al di sopra delle mie paure. Ero avvinghiata in modo ossessivo al messaggio proveniente dalla Dea che avrei completato la mia educazione e trovato una professione, mentre, nello stesso tempo, mi sabotavo ogni volta. Quando non superai gli esami, mi sentii come se la Dea mi avesse mentito. Ero devastata, ma ero anche libera. Non ero più in un matrimonio infelice e non frequentavo più la scuola. Lavoravo e guadagnavo di più lavorando tre giorni alla settimana che lavorando a tempo pieno.

 

Tuttavia, ero tornata a vivere dai miei genitori. Erano stati meravigliosi e comprensivi, ma una volta rimessa, ero pronta ad affrontare una vita da sola, ma alla fine non dovetti mai farlo. Tre settimane dopo la separazione, incontrai l’amore che avevo sempre desiderato. Mi innamorai immediatamente e lo sono tutt’oggi. La Fanciulla riemerse. Quando, dopo circa due mesi, mi trasferii nella mia casa, egli venne a vivere con me. Non ero ancora forte abbastanza da affrontare un mondo senza un uomo al mio fianco, ma ero forte abbastanza da affrontare le responsabilità della sopravvivenza finanziaria quotidiana. Erano i materialistici anni ’80 e io ero pronta ad unirmi ai ranghi dei molti hippy che erano diventati yuppie.

 

La Dea aveva avuto ragione, dopo tutto. La volta successiva che detti gli esami li superai e la mia nuova carriera sosteneva i miei figli e me. Le mie paure non mi facevano più preoccupare eccessivamente della solitudine o del fallimento. Ora, invece, ero preoccupata per i soldi. Avrei potuto io, da sola, senza l’assistenza finanziaria di un uomo, sostenere i miei figli e me? Purtroppo, scoprii di odiare la mia nuova professione. Era noiosa e sapevo che non sarei riuscita a trascorrere il resto della mia vita facendola. E così, tornai a scuola per avere il dottorato. Non avevo esattamente pianificato quella mossa, ma la Dea mi spingeva e prima di rendermene conto ero iscritta. Adesso i soldi erano davvero scarsi. Ringrazio Dio per le carte di credito! Dato che ero in un programma di dottorato e guadagnavo dei bei soldi, le banche facevano la fila per far sì che diventassi loro cliente. Ero davvero felice. Denaro gratis!! L’illusione che ero andata a scuola per salvare il mio matrimonio fu sostituita dall’illusione di aver più denaro di quanto ne avessi realmente. Ma, le illusioni potevano aiutare a dissolvere la paura. Cioè, certamente, fino a quando la bolla dell’illusione non scoppia.

 

Era il 1986 e avevo fatto tutto. Avevo completato il programma del Dottorato, avevo ottenuto la mia licenza e stavo praticando la psicoterapia da molti anni. Allora perché mi sentivo così infelice? Il mio secondo corso di laurea era stato meraviglioso. Avevo imparato a lasciare andare i miei timori di fallimento, e credevo davvero di essere intelligente. Cioè, con tutto, tranne i soldi. E, oh ​​sì, anche con gli uomini. La mia meravigliosa storia d'amore si era trasformata in una relazione vera e propria con i figliastri, preoccupazioni di denaro, e tantissima rabbia. Il mio nuovo marito esprimeva tutta la rabbia che non avevo mai espresso in vita mia, e ce n'era un sacco. A causa di questo, imparai a esprimere la mia rabbia e a lottare come un uomo, il che mi fece quasi fuori. Ma, il rilascio della rabbia mi permise di usare la mia energia maschile nel mondo così come in casa. Gestivo due aziende di successo, mi prendevo cura di due figli adolescenti, gestivo la casa, e pagavo i molti conti che avevo raccolto intorno a me. Facevo tutto! Ero Wonder Woman. Allora, perché mi sentivo così debole? Forse ero stanca. La Dea cercava di dirmi che avrei potuto essere gentile e affettuosa allo stesso modo che forte, ma trovavo difficile la combinazione, in particolare con il mio uomo. Al fine di essere amorevole, avrei dovuto fidarmi. Mi potevo fidare dei miei figli, dei miei amici e dei miei clienti. Ma potevo fidarmi di un uomo?

 

 

LA MIA ESPERIENZA DELLA DEA RISVEGLIATA COME MENTORE

 

Prima di potermi fidare di un uomo, avrei dovuto imparare a fidarmi di TUTTA me stessa. Mi ero sabotata con i soldi, perché non riuscivo a lasciare andare tutte le mie convinzioni circa la dipendenza di una donna da un uomo. Nella mia vita avevo attirato un uomo che non era di grande aiuto finanziario in modo da non dover mai più cadere nella trappola di restare troppo a lungo in un rapporto perché non potevo permettermi di vivere per conto mio. Ma ora ero intrappolata dall'amore. Non potevo lasciarlo, non perché avevo paura di restare sola, ma perché avevo paura di privarmi del suo amore. Ma se lo amavo così tanto, perché non riuscivo a fidarmi di lui? Mi resi conto che il vecchio mito: "trovare un buon uomo che si prenda cura di te", mi echeggiava ancora in testa. L’elegante cartolina diceva che “prendersi cura di te" vuol dire prendersi cura di te finanziariamente. Riuscivo a fidarmi di un uomo che non poteva soddisfare le mie esigenze finanziarie? O avrei piuttosto dovuto soddisfare tali esigenze io stessa?

 

Mi unii alla schiera delle donne degli anni ‘80 che iniziavano e poi rimanevano in una relazione con un uomo che non soddisfaceva le loro esigenze finanziarie, ma i loro bisogni emotivi. Le donne guardavano le relazioni in modo diverso. Ora potevano esprimere la stessa mascolinità nel mondo e avevano bisogno di un uomo che potesse esprimere il loro lato femminile in casa e nella cura per loro emotivamente. Ma lui soddisfaceva le mie esigenze emotive? Naturalmente - tranne che per la sua rabbia. O era la mia rabbia? Forse era la nostra rabbia di stare in un mondo che faceva paura? E, poiché avevamo paura, ingigantivamo continuamente la paura sociale spaventandoci l’un l'altro con la nostra rabbia. Ero cresciuta con la regola che un uomo potesse essere arrabbiato perché ciò significava che era coraggioso e protettivo. Ma se era triste o impaurito, era debole. Una donna, d'altra parte, potrebbe essere triste o aver paura perché bisognosa di protezione, ma se era arrabbiata, era una stronza. Ora, alla fine degli anni '80 le regole stavano cambiando. La dea stava diventando sempre più maschile e il Dio stava diventando più femminile. Ci si aspettava che le donne fossero coraggiose e proteggessero se stesse e gli uomini erano tenuti a esprimere le loro emozioni. Ma come si fa a esprimere la rabbia senza ferire chi abbiamo di fronte?

 

È stato aiutando gli altri che ho imparato come aiutare me stessa con questo problema. Nel mio studio sono entrate molte donne che cercavano il proprio potere e che non erano in grado di liberarlo finché non riuscivano a rilasciare i loro anni - e generazioni - di rabbia repressa. Come donne, abbiamo cercato il vittimismo per spiegare la nostra prigionia. Per abbandonare questa prigione, abbiamo dovuto rilasciare il concetto di essere delle vittime. Abbiamo dovuto lasciare andare la colpa di averlo "fatto male" o di non essere state "abbastanza brave" e assumerci la responsabilità per la vita che noi, sì noi, avevamo creato per noi stesse. Avevamo creato queste vite con le credenze a cui ci aggrappavamo e alle emozioni che alimentavamo con quelle convinzioni. Potevamo davvero credere di essere le padrone del nostro destino? Potevamo davvero credere di poter avere Potere e Amore nello stesso momento e di poter essere abbastanza sagge da unire i due nel nostro cuore? Prima di poterlo fare, avremmo dovuto guarire i nostri cuori infranti. Avremmo dovuto perdonare tutti coloro che ci avevano ferito nella nostra vita e avremmo dovuto perdonare noi stesse per aver lasciato che ci ferissero. Se avessimo potuto assumere la responsabilità per la nostra stessa partecipazione al nostro dolore, allora avremmo potuto liberare la vittima, che era dentro in profondità ed era in attesa di essere una dea.

 

Alla fine del 1991, compii 45 anni e il medico mi disse di smettere di prendere la pillola. Quando lo feci, mi ritrovai in piena menopausa. Le donne e gli uomini più giovani mi dicevano che una donna sana ed equilibrata non avrebbe dovuto sentire alcun sintomo in menopausa. "Provatela voi e poi mi direte," dissi tra i denti. Il mio nido era vuoto ed era così da circa un anno, ma avevo due figli al college e il padre disse, "Nessuno mi ha aiutato e allora perché dovrei aiutare loro?" "Buona logica," dissi, "se vuoi insegnar loro ad essere egoisti come te." Ero da sola, di nuovo e ancora. L’istruzione era stata la mia liberazione e mi ero dedicata all'idea che anche i miei figli ne avrebbero avuta una. Entrambi i ragazzi stavano aiutando con la loro istruzione. Mia figlia aveva chiesto un prestito e mio figlio aveva ottenuto una borsa di studio, ma c'erano ancora le spese da affrontare. Avevo due lavori autonomi, il che mi dava una grande libertà ma aggiungeva responsabilità. Le vampate di calore e la mancanza di sonno non aiutavano. Chiesi: "Devo stare in salute ed essere naturale?" Ci provai. In realtà, provai di tutto. Alla fine dissi: "Dammi gli ormoni. Devo dormire e le vampate di calore non sono certo simpatiche. "

 

Durante l'ultimo anno di college di mio figlio, il mio corpo non resse. La Dea disse: "Cara, non è possibile continuare di questo passo. Impara a goderti la vita. Io ti aiuterò." Potevo fidarmi di quel consiglio? Mi slogai una caviglia.  Wonder Woman si stava stancando e aveva bisogno di riposo. Decisi di fidarmi della Dea, e di me stessa, e magari anche del mio uomo, forse. La vecchia credenza, "non si può avere tutto", era ancora forte nel mio subconscio. Ma, smisi di correre e iniziai a "giocare" e "permettere". Avevo "provato", "lottato", "sofferto" e "lavorato sodo". Nel momento in cui guarii il mio dolore e la paura, potei "meritare", "consentire", e "accettare".

 

Spesso è difficile riconoscere fino a che punto siamo arrivati finché non ricordiamo dove abbiamo iniziato. Alla mia autostima ci sono voluti anni per mettersi alla pari con quanto da me realizzato, e fu l’incontro delle due cose che completò la mia fase da mentore. Fu durante la gravidanza di mia figlia e la nascita di suo figlio che passai realmente in rassegna il cuore infranto della mia fanciulla interiore e il dolore e la paura della mia fase da madre. Quando mia figlia era di circa cinque mesi, aveva avuto un grave incidente d’auto e quasi morì. Dovettero asportarle la milza. Il trauma fu troppo per il feto e lei entrò in travaglio. I medici dovettero somministrarle delle medicine per fermare le contrazioni, ma non potevano esser sicuri che avrebbe funzionato. Fu quella notte nell’unità di cura intensiva, seduta ai piedi del suo letto aggrappata alla declinante forza vitale della madre e del bambino, che rivisitai la mia vita. La Dea sgorgava in me e insieme abbiamo usato la forza dell'Amore per tenere la madre e il bambino in pace in modo che potesse verificarsi la guarigione. Assistetti a un altro miracolo. Entrambi sopravvissero e stanno bene. Sì, è la potenza dell'Amore che guarisce. Guarisce il nostro dolore e guarisce la nostra rabbia e la paura. Se siamo in grado di permettere alla Dea di vivere nei nostri cuori, possiamo vivere il potere di guarigione dell'amore.

 

 

L’INFLUENZA DELLA DEA RISVEGLIATA

SULLA MIA PERCEZIONE DI DIO NELLA FASE MENTORE

 

Nella mia fase Mentore, la Dea e il Dio erano diventati Dio/Dea/Tutto Ciò Che è. Poiché le polarità dentro di me erano diventate più risolute, non avevo più bisogno di “Dio” per avere le polarità. Vedo il rapporto con il mio uomo come un riflesso della mia relazione con me stessa. Quando vado d’accordo con me, posso andare d’accordo con lui. Ora, lui è anche una parte del quoziente, perciò ci sono volte in cui è molto più difficile andare d’accordo con lui che con altri. Quando sono in pace con me stessa, posso lasciare andare il suo conflitto come suo problema e star fuori dalla “sua tempesta”. Non sento più il bisogno di “sistemare” o “fargli da madre” sebbene, occasionalmente, lo dimentico. Forse questa volta posso “farlo essere nel modo in cui ho bisogno che sia.” Forse questa volta posso “renderlo felice”. Ma, ben presto, mi ricordo. Io non ho il potere di cambiare un’altra persona. Io ho solo il potere di cambiare me stessa. E mentre cambio, a sua volta il mio mondo cambia.

 

Nel 1992 iniziai a raccontare in un diario, in forma di romanzo, le numerose personalità dentro di me. Come risultato, il vecchio dolore della limitazione e della separazione se ne andò. Mi sono innamorata dell’uomo dentro di me e quindi posso amare veramente l’uomo nel mio mondo esterno. Vedo i giovani intorno a me e nel mondo liberato dalla vecchia indottrinazione delle specifiche regole e regolamenti relativi al genere sessuale. Alle persone viene data più libertà di essere esseri completi. Due metà non fanno più un intero. Sono, invece, due interi, due persone complete che compongono un rapporto completo.

 

Molti Bambini del Boom non vivono attraverso le limitazioni che erano la nostra indottrinazione d’infanzia. Le donne hanno imparato a esplorare l’indipendenza, senza un uomo, nella fase da Fanciulla e carriere insieme alla maternità nella fase della Madre. Di conseguenza, gli uomini sono ora in grado di esplorare la libertà di una relazione alla pari con una donna e le gioie di essere genitore. Le coppie ora dicono: “Siamo in attesa!” e gli uomini sono presenti nelle sale parto e molto attivi in tutte le fasi dell’educazione. Non li priva più della mascolinità lavare i piatti e non è più da egoista per una madre avere una carriera.

 

Le Bambine del Boom ora procedono verso la mezza età con lo stesso spirito libero che avevano durante la fanciullezza e la maternità. Gli uomini non ci comandano più e quindi, non devono più essere i nostri nemici. Abbiamo imparato ad abbracciare e integrare le parti sia maschili che femminili di noi stessi e – Sì – sosteniamo il nostro Potere con Amore nel nostro cuore mentre aiutiamo chi è più giovane di noi nella Saggezza.

 

 

Note: 

[1http://en.wikipedia.org/wiki/Father_Knows_Best (in inglese)

[2] http://en.wikipedia.org/wiki/The_Adventures_of_Ozzie_and_Harriet (in inglese)

[3] http://it.wikipedia.org/wiki/Lucy_ed_io

 

 

Continua: "Fondersi con la Dea"

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Originale in inglese: http://www.multidimensions.com/Conscious/con_behavior_babyboomers.html

 

Tradotto da Susanna Angela per Stazione Celeste

 

www.stazioneceleste.it