)*(Stazione Celeste)
Spiritual School of Ascension
MESSAGGI DALLE PIANTE E DAGLI ALBERI
Dai Pini
Il Regno del Pino
attraverso Karen Danrich "Mila"
9
Dicembre 2004
Benedizioni
per l'Introspezione
Cari Amati
Umani in Ascensione,
E’ il Regno
del Pino che oggi s’indirizza a voi. Il Pino è uno dei pochi alberi non
decidui, alberi che quindi non perdono i loro aghi al sopraggiungere
dell’inverno. Questo perché il Regno del Pino, come anche le Sequoie, non
hanno perso l’informazione sulla rigenerazione. E’ la nostra capacità di
rigenerarci che ci affranca dal perdere i nostri aghi anche nel più rigido
degli climi.
La
rigenerazione verte sulla capacità biologica di riparare le cellule o
porzioni della forma senza che esse debbano per forza morire ed essere
sostituite. E’ stata la perdita della capacità di rigenerarsi che ha dato
luogo alle stagioni e che ha fatto in modo che foglie e fiori siano presenti
in periodi ben determinati lungo l’arco dell’anno. Anche nelle Hawaii, per
quanto caldo possa essere, sussiste ancora una specie di “inverno”. Ogni
pianta od albero a foglie caduche perde pertanto le foglie od i fiori
durante l’inverno, persino ai tropici. Forse ciò la dice lunga su quanto
lontano siano caduti in consapevolezza anche i regni delle piante, miei
cari, visto che la maggior parte di loro non sa rigenerarsi nemmeno in un
ambiente tropicale.
In Mila
cala un’ombra di tristezza quando assiste impotente alla caduta delle foglie
e dei fiori delle Plumerie (dette anche Frangipane) nelle isole, perché
l’aria si svuota della dolce fragranza della loro fioritura. Sulla Big
Island, poco prima di trasferirsi a Kauai, Mila fu colpita dal fatto che le
Plumerie del suo circondario non avevano perso né le foglie, né i fiori
nella stagione invernale. Un segno incontrovertibile che la vegetazione
della zona è nel processo di ascendere nel paradigma rigenerativo, perché la
rigenerazione, a prescindere dalla stagione, non richiede perdita di sorta,
né di foglie, né di fiori.
Molto tempo
fa, i fiori sbocciavano una volta e rimanevano per anni su ogni cespuglio od
albero della superficie della terra. I vegetali a fiore, alberi o piante che
siano, hanno mantenuto una tale peculiarità nella terra interna. Un giorno
Mila ricevette in dono un modello di fiore che non sarebbe mai appassito, né
tanto meno morto nella sua casa o nel suo giardino; ossia una collana di
fiori hawaiana o “lei” che poteva essere indossata più e più volte, se
regolarmente messa a rinfrescare in una brocca d’acqua. Mila ama indossare
le leis nelle Hawaii, perché la loro fragranza batte in dolcezza ed in
soavità il più ricercato dei profumi. Perché questo non sia tipico di altre
culture è veramente un mistero per Mila, data la piacevole sensazione che si
prova ad essere circondati di fiori!
Nel tempo e
come ogni regno vegetale ascenderà nel paradigma rigenerativo, le piante non
perderanno le foglie nella stagione invernale, ed i fiori fioriranno tutto
l’anno, particolarmente nei climi meno aspri tipici delle zone equatoriali.
Di pari passo, anche il vostro orto e giardino diverrà rigenerativo ed
invece di raccogliere l’intera pianta, basterà forse cogliere le foglie più
esterne, lasciando il resto del vegetale alla sua incessante crescita.
Prevediamo che molte comunità in ascensione vedranno le piante ascendere dai
cicli di morte e rinascita ed approdare al paradigma rigenerativo; e questo
rifletterà l’ascensione di ogni membro della comunità, che similmente
imparerà a rigenerarsi a livello biologico. In siffatta circostanza, le
piante potranno produrre cibo tutto l’anno.
Mila è
venuta a conoscenza che i frutti del Mango provenienti dalla spiaggia Nord
di Oahu sono stati raccolti in inverno. I Mango generalmente producono
frutti una solo volta all’anno nei tropici e di solito solo nella stagione
estiva. Quest’anno Mila ha acquistato manghi locali dai contadini fino a
novembre inoltrato. Un segno inequivocabile che gli alberi del mango stanno
ora producendo frutti due volte l’anno in talune zone delle isole. Nel
tempo, le piante da frutto in ascensione rigenerative produrranno quattro
raccolti l’anno, perché questo è quanto richiama a fare una matrice
rigenerativa. Una singola pianta, dunque, moltiplicherà per quattro il cibo
prodotto nell’attuale paradigma, come conseguenza di ascendere in una
biologia rigenerativa. Per tutto questo, un orto relativamente piccolo sarà
in grado di sostenere un intero gruppo di umani.
Nel vostro
attuale paradigma, frutta e vegetali sono in genere prodotti solo durante l’
”alta” stagione. L’alta stagione è un periodo in cui vi è tale e tanta
abbondanza di sole, di acqua e di nutrienti che le piante possono
permettersi il lusso di immettere energia nei fiori e di fruttificare. La
cosa vale anche per noi Pini che produciamo le pigne un’unica volta
all’anno. Nelle altre stagioni, la pianta si ritira ed entra in uno stato di
quiescenza, tutte le sue attività rallentano sfruttando al massimo la forza
di vita residua per sopravvivere ai rigori dell’inverno, od alla bassa
stagione che dir si voglia. Nel paradigma rigenerativo, non esiste la bassa
stagione; c’è, invece, un’eterna primavera dove le piante possono continuare
a produrre fiori e frutta, semi e bacche e vegetali tutto l’anno. Quando ciò
si avvererà, la terra ritornerà ad essere quel “Giardino dell’Eden” che era
un tempo, con abbondanza di cibo per tutti.
Ma che
cos’è in realtà la rigenerazione? La rigenerazione promuove una nuova rete
di capillari o vasi conduttori per nutrire tutte le cellule all’interno
della biologia. Una volta che tutte le cellule sono adeguatamente rifornite
dei nutrienti necessari per sopravvivere, la vita si allunga; come il sangue
od il fluido all’interno dei capillari è istruito su come veicolare i
nutrienti necessari alla rigenerazione, le cellule degradate a causa
dell’età, hanno la possibilità di essere riparate. Questa è la rigenerazione
in azione, dal punto di vista del Pino. Ci sentiamo quindi di affermare che
la mancata rigenerazione non è altri che la perdita avvenuta nel corso del
tempo di vene e capillari deputati a trasportare i vitali nutrienti
veicolati dal sangue ad ogni cellula della forma.
La matrice
cristallina richiama la formazione di nuovi capillari onde consentire alle
cellule di riparare le loro foglie, invece che rassegnarsi a perderle, e
come tale a rigenerarle affrancandole dal ciclo morte/rinascita. Nel
momento in cui il DNA prese a degradarsi per i postumi radioattivi seguiti
alla distruzione nucleare della terra ed alle scorrerie delle forze non
fisiche che usarono la sua informazione per dirottarla verso altre
creazioni, la matrice che serviva a richiamare vene e capillari in numero
ottimale in ogni forma, piante incluse, andò ridimensionandosi. Il Regno del
Pino stima che la maggior parte delle cose viventi abbiano solo il 10 %
delle vene o vasi conduttori di cui era dotata un tempo una biologia
rigenerativa pienamente consapevole.
Anche Mila
ed Oa sanno che nel ritornare ad una biologia pienamente consapevole, gran
parte dell’espansione della forma avviene per il ripristino del numero
totale delle vene necessarie a raggiungere ogni cellula, ghiandola, organo e
sistema in ambito della forma. Come tale, l’ingrossamento della forma non
dipende solo dallo sviluppo di nuove ghiandole o dall’espansione delle
stesse cellule, ma è in larga parte da ricollegarsi alla formazione di nuove
vene ed al fluido che trasportano per rigenerare la struttura cellulare.
Anche Mila ed Oa hanno testimoniato il loro “ventre di Buddha” , che in
realtà non è altri che il diaframma cristallino, che raddoppia di volume
quando nel corso dei loro eventi viene inflazionato dal sangue.
Il
diaframma, nella biologia di tutti i regni animali, come anche negli umani,
nei delfini e nelle balene, s’incarica di prelevare l’ossigeno dai polmoni,
e di trasformarlo successivamente in zucchero per nutrire via sangue le
cellule cristalline. Nell’ascesa alla struttura cristallina il diaframma
sviluppa pertanto varie sacche per trasportare il sangue seguendo il
predetto processo. Durante i loro eventi, Mila ed Oa accelerano la loro
vibrazione fino a raggiungere una frequenza più alta dell’usuale, come tale
il loro metabolismo aumenta ed aumenta anche il fabbisogno di zuccheri che
servono a l corpo per mantenere stabile la vibrazione ottenuta. In questi
momenti, nel diaframma si aprono altre sacche ancora per trasportare
ulteriore sangue per convertire, così come viene raccolto dai polmoni, più
ossigeno in zucchero. I loro ventri quantomeno si raddoppiano in questo
processo e non solo i loro ventri, ma anche quelli degli altri membri del
loro Group Mastery program che li assistono, i quali spesso rimangono
stupiti dall’insolita ed improvvisa rotondità dei loro addomi.
Le piante
hanno una forma di vene o vasi conduttori che veicolano l’acqua carica di
nutrienti e di zuccheri per nutrire le cellule. Lo zucchero è prodotto
attraverso la “fotosintesi”. La fotosintesi o funzione clorofilliana è un
processo chimico mediante il quale le foglie e le piante verdi in genere,
grazie all’energia luminosa del sole, raccolgono l’anidride carbonica
presente nell’aria obbligandola a convertirsi in un liquido zuccherino per
nutrire ogni parte della pianta. Il prodotto finale è una sostanza chiamata
clorofilla, di colore verde, che rende verdi la maggior parte dei vegetali
terrestri. Talune piante creano clorofilla di altri colori che tingono le
foglie di rosso, di giallo, di arancio, di porpora, di rosa, di marrone od
anche di nero.
A molti di
voi sarà famigliare l’Henné usato come tintura naturale per capelli o per
l’esecuzione di tatuaggi semipermanenti. La pianta dell’Henné produce una
clorofilla che va dal nero al rosso-bruno. Altra pianta molto nota è la
pianta del té rosso delle Hawaii che produce una clorofilla che va dal rosso
al prugna. Come dimenticare poi il susino od il prugno e talune loro varietà
a foglia color prugna imposta dalla clorofilla della medesima tonalità.
Noterete inoltre che la clorofilla tinta di rosso o di prugna ha un
contenuto zuccherino più elevato per via della maggior concentrazione di
zuccheri che l’ha resa di un colore diverso dal verde.
In autunno,
le foglie della maggior parte degli alberi decidui passano dal verde al
giallo, all’arancio, al rosso, al marrone ed al prugna. Gli alberi stanno
per perdere le foglie, loro fonte principale di approvvigionamento di
zucchero necessario alla vita della pianta, ed accelerano il loro
metabolismo per fabbricare lo zucchero da immagazzinare per l’inverno. Lo
zucchero si concentra all’interno dell’albero. Molti di voi conosceranno
l”Acero” che produce il succo d’acero concentrato ricavato dal centro del
fusto.
La quanto
mai rapida produzione di zucchero determina un mutamento nel colore delle
foglie. Nel processo di fotosintesi, ecco le foglie gialle produrre due
volte lo zucchero di una foglia verde; le foglie rosso-arancio tre volte lo
zucchero di una foglia verde, e le foglie rosso-prugna quattro volte lo
zucchero di una foglia verde. Un modo semplice ed ingegnoso per avere la
necessaria scorta di zucchero da usare durante la stagione invernale sino
allo spuntare delle nuove foglie in primavera quando ripartirà il normale
processo della funzione clorofilliana.
Tutte le
piante rilasciano ossigeno come sostanza di scarto della fotosintesi, un gas
indispensabile alla vita degli animali, degli umani, dei delfini e delle
balene circostanti. In contro bilanciamento, l’anidride carbonica emessa ad
ogni espirazione da animali, umani, delfini e balene verrà assorbita dalle
piante e dagli alberi per alimentare la funzione clorofilliana. L’anidride
carbonica viene prodotta in quantità molto più rilevanti una volta che
l’ossigeno viene convertito in zucchero all’interno del diaframma
cristallino, e così, ora come ora, gli umani, gli animali, i delfini e le
balene in ascensione concorrono molto di più alla vita dei regni delle
piante che non coloro che non sono in ascensione. Così facendo, piante ed
alberi sono a supporto della vita animale, umana, di delfino, di balena, e
la vita umana, di delfino, di balena ed animale è a supporto della vita
della pianta. Un vero e proprio esempio di relazione simbiotica in cui lo
“scarto” di ogni specie costituisce una “fonte di cibo” per un’altra specie
ed ogni regno fornisce qualcosa che alimenta l’esistenza dell’altro.
In autunno,
quando le foglie cambiano colore, gli alberi incrementano anche la loro
produzione di ossigeno. Questo per fornire un’adeguata scorta di ossigeno
per l’inverno a valere per tutti gli animali che vivono sul territorio
circostante. Una riserva di ossigeno degli alberi a foglie caduche che si
crea quando ancora le foglie sono vive. Per quanto riguarda i pini
sempreverdi, la loro capacità di rigenerarsi consente una produzione di
ossigeno pressoché annuale. Non c’è quindi da meravigliarsi se gli umani in
ascensione avvertono il bisogno di avere almeno un pino intorno a loro, o
piante in quantità, nei pressi di casa per dare più ossigeno possibile alla
loro forma cristallina in ascensione.
Come il
respiro diventa il mezzo principale di sussistenza per ogni regno e ci si
lascia alle spalle il consumo (la necessità di cibo per sopravvivere), la
capacità dei regni delle piante e degli alberi di contribuire con l’ossigeno
al sostegno della vita degli altri regni diviene imperativa. In questo
momento, nella vostra civiltà globale, gli alberi abbattuti o distrutti
dagli umani prevalgono di gran lunga su quelli in rigenerazione. Ove dovesse
protrarsi, tutto questo potrebbe portare ad una drammatica carenza di
ossigeno con inevitabili disastrose conseguenze sulla possibilità di
ascensione future. Per ovviare alla circostanza, la Terra ha provveduto ad
alterare la matrice del mare. Il mare ora produce il 90% dell’ossigeno
globale necessario per le specie in ascensione terrestri, come anche per i
delfini e le balene. Per questo forse, anche vivere in prossimità del mare è
una buona scelta ambientale per gli umani in ascensione.
Mila sa
bene quali siano gli effetti di una carenza di ossigeno sulla sua forma in
ascensione perché li ha sperimentati sulla sua pelle durante i lunghi viaggi
aerei di 10 ore o più. Una volta fu lì lì per avere un’insufficienza epatica
a causa della scarsa circolazione di ossigeno dovuta al malfunzionamento del
sistema di ventilazione dell’aereo. In quell’occasione il suo corpo aveva
convertito talmente tanto zucchero per sostenersi da obbligare il fegato a
collassare. Una circostanza che la indusse a tracciare la mappa della sua
produzione di ossigeno interna, onde evitare simili malori in future
analoghe circostanze di viaggio.
Nell’ascesa
alle 6000 basi, la matrice umana per i reni ha ora i mezzi per produrre
ossigeno dall’acqua (H2O2) separando l’idrogeno dall’ossigeno; ossigeno che
poi verrà immesso nel sangue per supportare in tali circostanze estreme la
forma cristallina. Per Mila ed Oa la cosa ha funzionato talmente bene da non
soffrire più per la carenza di ossigeno nei loro lunghi viaggi aerei. Molti
dei nostri iniziati di livello più elevato hanno accusato come un senso di
soffocamento sulle lunghe tratte aeree, questo per la scarsa, se non
addirittura inesistente quantità di ossigeno presente nell’aria dei
velivoli. Fino a che un tale cambiamento non sarà stato incorporato, Mila ed
Oa suggeriscono pertanto che gli iniziati viaggino con accanto una
bomboletta di ossigeno liquido per prevenire l’asfissia.
La forma
cristallina a 3000 basi di DNA richiede in media il doppio dell’ossigeno di
una forma a 2 basi di DNA per sostenersi. Alle 6000 basi, il bisogno di
ossigeno si triplica. Alle 9000 basi, si quintuplica. Chi ha raggiunto le
36.000 basi, e quindi ha incorporato una biologia pienamente consapevole,
avrà bisogno di una quantità di ossigeno 18 volte superiore a quella di una
forma a 2 basi di DNA. Stante la natura delle città umane e delle
circostanze di viaggio, è forse meglio per il corpo imparare ad auto
fabbricarsi l’ossigeno che serve per vivere a scongiurare il pericolo di
morire. Nel passato, nel corso di un singolo viaggio aereo, Mila ed Oa,
sempre per la carenza di ossigeno, hanno sperimentato la morte completa
della loro epidermide (pelle) e la morte parziale di porzioni di cervello e
del sistema nervoso. Ora, invece, anche in un volo di più di 10 ore, hanno
testato come morto meno dell’8% della pelle e niente del loro sistema
nervoso. Segno inequivocabile della ritrovata capacità delle loro forme di
provvedere a se stesse. Questa è detta anche biologia autosostentante o
biologia fotonica.
La biologia
autosostentante è uno scalino più in su della biologia rigenerativa, ed è il
prossimo passo di ascensione per tutti i regni sulla terra, ma solo dopo che
la rigenerazione sarà stata padroneggiata a livello globale. Una padronanza
che sarà tale per molte specie quando le temperature di molte aree del
mondo torneranno sopra lo zero. Gli ambienti ghiacciati ghiacciano la linfa
prodotta dalle foglie in quasi tutte le parti della pianta. Il che spiega
come mai gli alberi decidui lascino cadere le loro foglie dopo che la
temperatura è discesa sotto una certa soglia nella stagione autunnale ed
invernale. I pini hanno una linfa più vischiosa all’interno dei loro
capillari, impossibile a ghiacciarsi, a meno che l’albero non sia ammalato.
Da un lato questo ci permette di mantenere attiva la funzione clorofilliana
per tutto l’arco dell’anno e dall’altro di continuare a rigenerarci dato che
ogni cellula riceve gli zuccheri e gli altri nutrienti per ogni sua esigenza
vitale.
Parallelamente, anche Mila ha notato l’ insolita vischiosità del suo sangue
per via della sua ascensione. Il sangue vischioso è tale per le numerose
cellule vettore sature di molte più forme di nutrienti di quanto il sangue
non-cristallino sia in grado di veicolare. Per rigenerare le cellule, il
sangue dev’essere in grado di veicolare ogni nutriente indispensabile alla
salute cellulare ed al benessere della forma. Nella matrice biologica
pienamente consapevole, il sangue cristallino sviluppa 18 nuove forme di
globuli rossi per trasportare diverse forme di nutrienti ad ogni cellula del
corpo, e 18 nuove forme di globuli bianchi per trasportare diversi tipi di
tossine al sistema di governo dei rifiuti della forma. I nuovi tipi di
globuli e le diverse forme di nutrienti e di tossine che transitano per
mezzo loro, danno più corposità al sangue. Un altro fattore che concorre ad
espandere la forma.
La matrice
cristallina pienamente consapevole richiama un nuovo sistema di vene per
alimentare o depurare ogni cellula del corpo. La linfa stessa viene usata
sia per trasportare i nutrienti alle cellule che per trasportare le tossine
al sistema di governo dei rifiuti. Un modo dunque più efficiente per
ottimizzare l’uso del fluido interno. La linfa, in risultato, si fa più
densa. Per trattare il sangue più denso, il cuore si sviluppa in un sistema
a 6 ventricoli, a partire dalle 3000 basi, ed in un sistema ad 8 ventricoli,
a partire dalle 9000 basi. Conseguentemente, per pompare il sangue in ogni
cellula della forma, vi sarà un aumento della pressione sanguigna. Le vene,
che nella matrice cristallina sono costituite da una sostanza simile alla
cartilagine, reagiscono al cambiamento divenendo molto più elastiche.
Per far
circolare quotidianamente la linfa, basta fare esercizio fisico; non esiste,
infatti, “pompa” di sorta tipo il cuore, in grado di farla fluire
adeguatamente. Per questo Mila ed Oa raccomandano dai 30 ai 45 minuti di
passeggiata o di nuoto giornalieri agli iniziati in ascensione, come mezzo
infallibile per muovere non solo l’energia, ma anche la linfa, affinché
quelle cellule che attingono al sistema linfatico per il loro nutrimento e
per il trasporto dei rifiuti, siano convenientemente rigenerate.
Analogamente al corpo umano, anche il sangue o linfa delle piante e degli
alberi in ascensione acquisterà consistenza; e nella realtà dei fatti questo
ci impedirà di gelarci, se le temperature dovessero scendere drasticamente.
Un ulteriore tassello di quella nuova matrice cristallina per tutta la
vegetazione in ascensione del globo; un modo per ripristinare il numero
delle vene o capillari indispensabili alla nostra rigenerazione onde creare
un fluido più vischioso, inattaccabile dal freddo. Il nostro regno non può
fare esercizio fisico per trasferire il fluido da una regione all’altra
delle nostre forme; ed è qui che subentra il vento. Come il vento soffia fra
le nostre foglie od aghi, spinge i rami in su ed in giù, ovverosia il sangue
o fluido è trasportato ad ogni cellula del nostro corpo.
Oltre al
vento, anche la pioggia ha una funzione determinante per la vegetazione. La
maggior parte della vegetazione cresce rigogliosa nei luoghi caldo-umidi. In
un altro tempo della sua storia, la Terra era una foresta pluviale tropicale
in tutte le valli del globo. L’acqua era sufficientemente densa da
ingenerare una specie di foschia che ammantava le regioni più basse
prossime agli accessi della terra interna. La nebbia faceva da schermo ai
raggi solari sia per gli umani che per gli animali e forniva adeguata
umidità per lo sviluppo della vegetazione.
La stessa
fenomenologia si riscontra nei tropici di oggi, con la loro coperta di
nuvole generata dal calore del sole quando evapora l’acqua della pioggia o
quella del mare. La maggior parte delle piante preferisce le nuvole alla
diretta luce solare, perché la radiazione del sole causa spesso ustioni alle
foglie. Una volta che il sole, nella sua ascensione, si sarà disintossicato
dalla radiazione che ancora fluisce attraverso il vostro sistema solare, la
luce solare diverrà meno aspra e più benefica nei confronti della vita
vegetale di tutto il globo.
Come accade
con le foglie, anche la pelle umana può venire ustionata in caso di
prolungata esposizione al sole. Ma gli umani hanno il vantaggio di poter
vivere al chiuso o di rifugiarsi all’ombra, o di coprirsi con vestiti e
cappelli. E’ vero che una certa esposizione al sole fa bene all’ascensione;
ma superare certi limiti non farebbe altro che caricare la griglia di troppa
radiazione, radiazione che andrebbe ad incidere, rallentandola, sulla
rotazione dei piccoli chakras del sistema rigenerativo. Per le cellule
questo significa fallire nella loro rigenerazione, ossia morire. Il Regno
del Pino raccomanda quindi agli iniziati in ascensione di esporsi al sole
con moderazione ( 20-30 minuti al giorno).
Mila ama
molto passeggiare nelle foreste di pini del Canada o dell’Europa. Una volta
le abbiamo spiegato che gli alberi di Pino sono come le famiglie. Ogni
albero di ogni gruppo di alberi ha una particolare personalità. I Nativi
Americani del Nord America si sintonizzavano a questa verità chiamandoci “
Gente in piedi”. Cos’è la personalità di un albero? Ogni albero, nell’ambito
di una famiglia, non è dissimile dalla vostra stessa famiglia. Un albero può
essere delicato ed un altro forte, uno può essere allegro e l’altro saggio
ed un altro ancora un po’ burbero.
Gli alberi
burberi tendono ad emettere suoni lamentosi quando il vento s’infila fra i
loro rami. Gli alberi allegri tendono a danzare nel vento. Gli alberi forti
proteggono sotto di loro i più giovani affinché giungano sani e salvi alla
piena maturità. Gli alberi gentili sono spesso scelti dagli uccelli o dagli
scoiattoli per nidificare. Gli alberi saggi custodiscono la storia della
regione nella loro genetica ed osservano ogni cosa intorno. Sono spesso gli
alberi saggi ai quali ci si sintonizza per una guida nella foresta.
Mila ed Oa
amano particolarmente raccogliere un po’ di resina di pino nelle loro
passeggiate che poi bruciano sopra un dischetto di carbone a mo’ d’incenso.
Questo riempie la loro stanza d’hotel o la sala degli eventi del buonissimo
profumo dei pini. Taluni alberi di pino producono resina che cola in eccesso
dal tronco. Talvolta la resina si produce per un’ingiuria, tipo un ramo che
si spezza o che viene staccato dagli umani. Qualche pino tuttavia produce
resina in tutto l’arco dell’anno senza aver subito ingiuria di sorta. I
Nativi Americani un tempo raccoglievano tale resina e la usavano nelle loro
capanne del sudore per la purificazione. Ma la usavano anche per accendere
il fuoco con più facilità, aggiungendo un po’ di resina alla legna; la
resina infatti è infiammabile perché al suo interno richiama l’elemento del
fuoco.
Quegli
alberi che producono resina dalla loro corteccia sostengono l’elemento del
fuoco nella foresta, mentre altri ancora sostengono gli elementi dell’acqua,
della terra, e dell’aria. Quegli alberi che sostengono l’elemento acqua
producono una forma vischiosa di linfa che chiama la pioggia. Quelli fra noi
che invece sostengono l’elemento dell’aria richiamano il vento a muovere i
rami perché faccia fluire adeguatamente il nostro sangue lungo i nostri
aghi; gli alberi che hanno prevalenza di elemento terra hanno radici più
profonde che penetrano per miglia nel corpo della terra. Si sa che molti
pini hanno un apparato radicale superficiale per connettersi più agevolmente
all’acqua piovana. Il 10% di tutti gli alberi della foresta, tuttavia, manda
radici fino ad una profondità di 10 miglia o più sotto la superficie della
terra e supportano tutti gli altri nel sostenere l’elemento terra ed il
radicamento.
Alberi e
piante offrono all’anima l’esperienza del non-movimento nel fisico. Come il
fisico cessa di muoversi, prevale l’introspezione, ossia il movimento verso
l’interno teso a capire le proprie lezioni spirituali. Spesso, le anime
reduci da una devastazione o da altre difficili esperienze, incorporano
alberi. Il lento movimento del tempo in un regno che non si muove concede
così all’anima tempo per l’introspezione, la comprensione ed il perdono.
Questo è il regalo del nostro regno alle anime della terra.
Ora, in
questo tempo di ascensione, l’introspezione sta coinvolgendo tutti i regni,
anche quelli in movimento. Gli altri regni spesso cercano una guida dal
regno dell’albero, perché noi portiamo testimonianza in tutto l’arco del
tempo del processo risanatore dell’introspezione e dell’evoluzione
spirituale dell’anima. Nella nostra esperienza, data la speciale natura
delle anime a cui abbiamo sempre dato ricetto, possiamo talvolta offrire
intuizioni che altri regni non sarebbero in grado di percepire. Ed il
conforto ed il sollievo che gli umani spesso provano nel sintonizzarsi alla
nostra saggezza, o spendendo del tempo con noi nei boschi, corrobora questa
verità.
Invitiamo
ognuno di voi a spendere del tempo in mezzo a noi quanto ne avete il tempo.
Noi, al pari del Regno della Sequoia, sosteniamo il vuoto dell’infinita
possibilità, e vi offriremo il dono dell’introspezione e della comprensione
delle lezioni spirituali della vita che state vivendo in questo vostro
momento evolutivo.
Namaste
Il Regno del Pino
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Originale in inglese: http://www.ascendpress.org/Community/Plants&Trees/PineTrees.htm
Tradotto da Sonia per Stazione Celeste