)*(Stazione Celeste)

 

Spiritual School of Ascension

 

 

 

LETTERE DAGLI ANTENATI HAWAIANI

Alla Nazione Hawaiana

(o a quanti in cuor loro si sentono Hawaiani)

 

Antenati Hawaiani di Gigi Rondeau

 

Amare l'Aina (la Terra) e il Mare

 

Gli Antenati Hawaiani attraverso Karen Danrich "Mila"

30 Marzo 2006

 

Benedizioni per Ricordarsi che Bisogna Amare la Terra, i Corsi d'Acqua, gli Spazi Aperti e il Mare Perché Possano Auto-Risanarsi

Alla Cara Nazione Hawaiana (e a quanti in cuor loro si sentono Hawaiani),

Gli Antenati Hawaiani vorrebbero oggi disquisire sul bisogno di amare l’aina (la terra) ed il mare. Amare la terra ed il mare e connettersi con la natura fa parte da tempo immemorabile della cultura Hawaiana. L’amore per la terra si traduce nell’amore per la bellezza che ci circonda, nell’amore per le piante, per gli alberi, per gli insetti e gli animali che brucano l’erba e nell’amore per le messi che si piegano al vento e per la pioggia che le bagna perché crescano rigogliose e siano, pasto dopo pasto, di nutrimento al nostro corpo. Amare il mare, significa anche amare le anguille, gli squali, il pesce in genere, i delfini, le balene e le altre creature marine, e le stesse alghe. Più di una canzone Hawaiana parla dell’amore, della bellezza della terra e del mare ed esprime l’amore che gli Hawaiani sentono per le loro isole.

Nella tradizione Hawaiana spiccavano le figure degli uomini e delle donne di medicina chiamati Kahunas che occupavano un posto speciale nel culto dell’amore della terra e del mare. Nel corso di una speciale cerimonia, prima della semina, il Kahuna benediva il suolo per garantirsi che la natura avrebbe accondisceso a creare il raccolto; ciò significava anche propiziarsi abbondanti piogge e sole bastanti a nutrire i semi fino alla formazione della pianta e del frutto. Il Kahuna benediva il mare e le sue creature, squali compresi, affinché anche il mare fosse di nutrimento alla gente della terraferma e gli squali non avessero ad aggredire gli esseri umani quand’erano intenti a pescare od a nuotare.

Nell’antichissima terra di Lemuria o Mu, si tenevano speciali cerimonie nella stagione della semina che coinvolgevano l’intero villaggio affinché tutti potessero partecipare alla benedizione ed all’amore della terra. Altri rituali si succedevano al momento del raccolto, e in nessuno di essi ci si dimenticava di offrire la benedizione d’amore alle piante in cambio della festa. In virtù del costante scambio d’amore fra umano e pianta e fra pianta ed umano, tutto veniva fornito in abbondanza, ed ognuno riceveva sostentamento per vivere una vita di salute e di benessere.

L’amore riempiva le piante, i funghi, i frutti e la vegetazione da raccogliere o mietere e questo a sua volta andava a riempire ogni umano che se ne nutriva. Nella cottura di ogni piatto, l’amore si dirigeva in cucina fornendo un adeguato nutrimento attraverso la combinazione degli alimenti chiave a creare proteine complete ed altre necessità utili a sostenere i corpi dei commensali all’ora del pranzo. L’amore e le benedizioni rivolte alla terra ed al mare hanno sempre fatto parte sin dall’antichità della cultura Lemuriana e Polinesiana, perché si aveva cognizione che tale danza fosse pratica irrinunciabile per sostenere l’abbondanza dei raccolti e la salute e la vita dell’ohana (la famiglia o la tribù).

Nella Lemuria più antica, la carne, il pesce, il pollame e gli altri tipi di animali non venivano consumati. Anche questo fa parte della verità Polinesiana. La carne non era necessaria, visto che il copioso assortimento di verdure, funghi, frutta, noci, bastava a garantire il sostegno dell’esistenza fisica, non solo umana, ma anche della natura nel suo complesso. A quel tempo, salvo rare eccezioni, nemmeno i regni animali od acquatici si cibavano di carne; la maggior parte di essi, invece, compresi i grandi mammiferi, brucavano l’abbondante vegetazione che spuntava al suolo. Al pari della balena gibbosa di oggi che si nutre di planktom, anche i mammiferi marini più grossi ed il pesce oceanico dell’era Lemuriana, seguivano lo stesso regime alimentare.

Il consumo di ogni genere di carne, incluso il pesce, i crostacei o le lumache era generalmente vietato dalla razza Polinesiana della terra di Lemuria. Perché la nostra razza aveva deciso di non mangiare carne? La carne è stata mangiata dagli umani nel corso di varie epoche temporali. Generalmente, ciò accadeva in concomitanza di carestie associate agli inverni nucleari.

Nella storia più antica della razza polinesiana si sono registrati due inverni nucleari; uno alla fine dell’era degli Anu (conosciuti anche come gli dei Greci e Romani) i quali misero fine alla loro epopea con un massiccio attacco nucleare contro i loro stessi membri familiari. La famiglia degli Anu era di sangue blu e di pelle bianca e proveniva da un’altra creazione, le Pleiadi. Col passare dei millenni, la terra divenne dissonante nei confronti della loro genetica ed essi furono colti da pazzia; pazzia che spinse un membro della famiglia (Marduk) a far esplodere la terra pur di conservare il dominio sul membro antagonista (Innana), ma, che lo spinse anche, dopo essersi pentito della devastazione che aveva causato, a suicidarsi con la sua astronave. L’esplosione delle due bombe nucleari inviò talmente tanta polvere nell’atmosfera terrestre da oscurare il sole per circa 8 anni; per la Terra significò entrare in una piccola era glaciale dove, più o meno, ogni cosa morì. A quel punto, tanto gli umani, quanto la natura, fecero ricorso alla carne di altri animali per sopravvivere.

Tuttavia, quando la vegetazione prese a rifiorire, la razza Polinesiana della Lemuria scampata al disastro, si lasciò alle spalle il bisogno di mangiare la carne. Anche la maggior parte delle altre razze indigene da quel momento in avanti riesumò una dieta vegetariana. Perché dovremmo scegliere una dieta vegetariana e non continuare a pranzare con la carne? Bene, ci sono molte ragioni e gli antenati hawaiani vorrebbero riportare in superficie questa conoscenza perché tutti possano sentirla.

Distruggere un’altra creatura vivente è un atto di violenza; e prima o poi, al grado in cui hanno cacciato, pescato e mangiato qualsiasi tipo di carne dei regni terrestri od acquatici, allo stesso grado ed in pari numero anche gli umani saranno cacciati ed uccisi. Nel tempo attuale, siamo ben consapevoli delle guerre che hanno stroncato le vite di migliaia di giovani; basti pensare alla I° ed alla II° Guerra Mondiale, e più recentemente, alla guerra dell’Iraq e dell’ Afghanistan. Perché, vedete, quando si va a macellare ed a consumare la vita, s’infrange la Legge Spirituale; se gli umani uccidono la vita per un tempo sufficientemente lungo, presto o tardi, umani uccideranno altri umani. Questo alla fine porta alla guerra, ed in presenza di una tecnologia avanzata, anche alla devastazione nucleare.

Nella terra di Lemuria, pertanto, dopo che la vegetazione ebbe ripreso a fiorire in virtù di questa presa di coscienza e desiderio di vivere un’esistenza pacifica, i Polinesiani ritornarono al vegetarianismo. A quel tempo c’era un’infinità di risorse alimentari di natura vegetale; per quanto, secondo noi, sia ancora così nel vostro mondo. La civiltà lemuriana non era primitiva. In molte province, la frutta, i cereali e le noci venivano in genere coltivati. Il continente Lemuriano esisteva in un ambiente che da un punto di vista climatico oscillava dal semi tropicale al tropicale, non dissimile dall’odierna Australia. C’erano molte terre fertili sulle quali coltivare prodotti agricoli di ogni genere; e ciò provvedeva largamente ai fabbisogni delle fitte popolazioni di Polinesiani del tempo. Come nelle Hawaii che conosciamo oggi, anche allora la maggior parte dei prodotti cresceva rapidamente e più volte all’anno.

Il secondo grande inverno, subentrò a causa della catastrofe nucleare che segnò il declino di Atlantide. Dopo l’olocausto nucleare di Atlantide, i Polinesiani, come pure gli altri umani, non riuscirono a riprendere le loro abitudini vegetariane fino a che la Terra non fu in grado di riaversi completamente. Tornando al presente, dunque, gli Antenati Hawaiani non possono che constatare la profonda amnesia che ancora travaglia la specie umana, Polinesiani compresi; perché non si può continuare a macellare o ad uccidere maiali, pecore, mucche, bufali, pesci, squali, delfini o balene senza che alla fine non vi sia una macellazione della specie umana in ritorno. Ciò si è palesato nelle molte sanguinose guerre che hanno tormentato la Terra nei passati 10.000 anni della sua storia.

Gli stessi Polinesiani hanno avuto la loro guerra tribale in terra Hawaiana e sulle catene di isole del Pacifico. All’arrivo dei Tahitiani, erano già trascorsi 10.000 anni, sin dalla caduta di Atlantide, dacché gli antichi Lemuriani ed i loro discendenti si erano insediati sul territorio Hawaiano. Gli Hawaiani delle origini non conoscevano la guerra. Essi vivevano un’esistenza pacifica di condivisione delle risorse e si affidavano ad una dieta principalmente vegetariana. I Tahitiani, giunti sulle isole circa 600 anni fa, si portarono appresso i maiali, le noci di cocco, la papaia ed il noni, un medicinale che ha di recente riconquistato popolarità per i suoi benefici effetti. I maiali venivano lasciati liberi e poi uccisi con battute di caccia.

I Tahitiani furono i primi ad avversare la popolazione locale, che sino ad allora e per migliaia di anni era vissuta in pace, per questioni territoriali. Le loro tattiche di guerra erano brutali, e spesso mettevano a ferro ed a fuoco i villaggi, uccidendo gli uomini e violentando le donne. Benché le donne ed i bambini fossero poi assorbiti dalle tribù tahitiane, in loro persisteva comunque un profondo senso di colpa, di dolore, per il modo in cui erano stati conquistati in seguito ad una feroce battaglia, nonché una grande rabbia per la scomparsa dei loro cari, dei loro mariti, dei loro genitori e dei loro nonni che erano stati massacrati. Gli antenati polinesiani percepiscono che la brutalità dei Tahitiani e della loro natura guerriera dipendeva direttamente dalla loro propensione al consumo di carne nella forma del maiale e del pesce.

Con lo scorrere del tempo, gli immigrati Tahitiani s’incrociarono con gli altri hawaiani di antico lignaggio ed il ricordo di com’essi giunsero al potere si fece sempre più evanescente. I Tahitiani instaurarono una monarchia di capi su ogni isola, frazionando la terra in regioni autosufficienti dal punto di vista delle risorse. La terra non era mai stata posseduta fino a quel momento perché gli Hawaiaini originari avevano sempre vissuto liberamente della terra e del mare senza bisogno di confini o di steccati fra tribù e tribù o fra famiglia e famiglia. Ora, invece, improvvisamente, un altro gruppo di Polinesiani aveva avuto il sopravvento e si era spartito le loro terre, come se fossero sempre stati i padroni delle isole.

In quanto a questo, gli Antenati Hawaiani vorrebbero aggiungere qualcosa che la maggior parte degli Hawaiani potrebbe sino ad ora non aver preso in considerazione. La Terra non è stata fatta per essere posseduta, nemmeno dai capi, dai baroni, od in base a prerogative regali autoproclamate. Una volta che la si possiede, è matematicamente certo che prima o poi un’altra razza di umani si farà avanti per reclamarne il possesso; come puntualmente avvenne con i reali Hawaiani ed i baroni della terra che dovettero nonostante tutto rinunciare alle loro proprietà.

Nella storia Hawaiana più recente c’è stata anche la danza del Re Kamehameha; un guerriero che volle conquistare tutti i capi, incluso suo fratello, capo di una tribù che sorgeva sul lato opposto della Big Island. Il Re Kamehameha invitò suo fratello a presenziare ad una cerimonia e lo uccise; successivamente i suoi guerrieri eliminarono ad uno ad uno tutti gli altri capi fino ad avere il completo dominio delle isole. L’unico che si rifiutò di combattere contro il re Kamehameha fu il capo di Kauai, che scelse invece di donare l’isola di Kauai al Re Kamehameha; il quale, per riconoscenza, lo invitò a restare al governo dell’isola.

Ponderando su quanto è accaduto, gli Antenati Hawaiani percepiscono che, alla fin fine, unire le isole Hawaiani non fu poi un’idea così malvagia. Soprattutto perché ciò ha impedito che esse cadessero sotto l’egida di vari proprietari, così come è accaduto per le isole Virgin, divenute territorio USA, britannico, francese ed olandese. Forse, se le Hawaii fossero rimaste separate, un’isola sarebbe stata a sovranità giapponese, un’altra a sovranità australiana, un’altra a sovranità filippina, un’altra a sovranità USA. Almeno le Hawaii rimangono unite, anche se gli Stati Uniti le hanno classificate e dichiarate come proprie. Vorremmo tuttavia farvi notare che quando un qualsiasi capo sentenzia e rivendica la sua sovranità su tutte le isole, presto o tardi, si farà avanti un capo ancora più potente a rivendicarne la proprietà. Così come avvenne al primo giro di boa del secolo scorso, quando gli USA inizialmente presero possesso delle Hawaii, deponendone la monarchia, e successivamente, quando nel 1959, le dichiararono loro 59° stato. Alla fine, le mire territoriali degli Stati Uniti sulla terra Hawaiana, passarono per i Tahitiani, ossia per coloro che in essa avevano introdotto la proprietà.

Oggi come oggi, il territorio Hawaiano è stato abbondantemente lottizzato in piccoli fazzoletti di terra e le abitazioni in vendita, che, dati i prezzi, non vengono acquistate dagli Hawaiani, ma da molta gente di ogni angolo del mondo a titolo d’ “investimento” o come “case di villeggiatura da dare in locazione”, anno dopo anno vanno moltiplicandosi a discapito degli spazi aperti e con proprietà via via sempre più ridotte, che non prevedono nemmeno un po’ di terra da destinare a giardino od orto.

Circa sessant’anni anni fa, nella Valle di Monoa sopra Oahu, sorgevano poche case in mezzo a grossi appezzamenti di terreno, sui quali trovavano posto anche dei piccoli caseifici locali per via dei bellissimi lussureggianti pascoli erbosi della regione; c’era un sacco di spazio per molto più che un orto, così come c’erano polli ed una mucca per ogni famiglia della vallata. Grazie alla fertilità di questa valle, le famiglie di allora producevano da sé la maggior parte delle loro fonti di sostentamento e spesso rivendevano i loro prodotti ai negozi della animata cittadina di Honolulu. Il porto di Honolulu era molto trafficato a quel tempo con visitatori che giungevano da ogni angolo del globo sui battelli a vapore.

In questi anni, la maggior parte della Valle di Monoa è stata lottizzata. Casa dopo casa, si è costruito fino a ridurre il giardino ad un’area di poco più di 10 o 20 piedi (3-6 metri). Forse in quest’era di grossi quantitativi di risorse alimentari a poco prezzo provenienti dalle grosse fattorie del continente , è giusto affidarsi al negozio per il fabbisogno della famiglia. Però, cosa succederà se ciò dovesse cambiare? Come riusciranno a sopravvivere coloro che vivono nella valle di Monoa, se non ci sarà spazio per far crescere il proprio cibo? Su questo ponderano gli Antenati Hawaiani.

La razza Polinesiana aveva da sempre considerato la terra come una necessità a sostegno dell’esistenza. Nella loro storia più recente, gli Hawaiani hanno venduto la loro terra per trarne profitto. Ma, se esaminiamo la cosa da vicino, che cos’ hanno guadagnato in realtà? Speculatori immobiliari hanno trasformato il territorio in un conglomerato di cemento, una paradiso delle vacanze, una Disneyland per i turisti americani e giapponesi. E questo non solo ad Honolulu, ma anche nella maggior parte delle isole. Sull’Isola di Maui, sono sorti talmente tanti complessi turistici da occultare quasi completamente la linea costiera. Lo stesso sta accadendo sulla Big Island e tanto rapidamente che i prezzi delle case sono lievitati di ben tre volte nel corso degli ultimi tre anni. A Kauai va un po’ meglio, forse perché taluna delle sue regioni più montuose non è adatta all’edificazione. Comunque, il valore delle case continua a lievitare, mentre le proprietà sono ridotte ormai alla dimensione di un francobollo, o peggio ancora, sono diventate degli enormi residence turistici.

I comproprietari delle case vacanza si aspettano un introito di 150$ per notte o più per mettersi in pari con l’alto costo del mutuo. E visto il grado di preferenza di cui godono le Hawaii come meta delle vacanze, questo è quanto realmente sta accadendo, da un lato i prezzi degli appartamenti che sono saliti alle stelle, e dall’altro, i nativi locali che non si possono permettere di acquistarli, tutt’al più prenderli in affitto. Cosa resta allora da fare a quegli Hawaiani (od a quanti sono Hawaiani nel cuore) che vogliono vivere nelle isole, per compensare l’alto costo della vita?

Molti di loro hanno preferito trasferirsi nel continente dove la vita è meno cara, lasciandosi alle spalle la bellezza e l’amore che emana dalla terra. Che senso ha barattare l’amore per la propria terra natia per una vita più facile altrove? Anche su questo ponderano gli Antenati Hawaiani, perché questa fretta di andarsene ha fatto sì che le Hawaii diventassero una proprietà esclusiva ad appannaggio dei nababbi del globo. I più danarosi non amano la terra intesa come ambiente naturale. Cosa succede quando a vivere sulla terra Hawaiana sono in molti quelli a non essere in grado di amarla in ritorno? L’amore comincia a rarefarsi fino a cessare del tutto. Una volta che l’amore svanisce, la pioggia smette di cadere; questo significa che la bellezza delle isole si secca e la scarsità d’acqua diventa un problema. Una circostanza che, qualche decade fa, si è rivelata alquanto problematica per le isole di Maui, di Oahu, e per la stessa Big Island (la località di Kona in particolare).

Oggi come oggi, siamo fieri di avere Mila al nostro fianco. Nel 1999 Mila si è stabilita nelle isole con il desiderio di aiutarci a ripristinare l’amore verso la terra e l’ambiente naturale. Lei ed il suo amato Oa hanno lavorato e lavorato con la terra di Oahu, amandola al meglio delle loro capacità. Essi hanno studiato la parte secca e la parte umida di Oahu per capire le diverse dinamiche energetiche che potevano richiamare o non richiamare la pioggia. Nel tempo essi si sono affiancati alla Terra nel tentativo di correggere la situazione climatica di Oahu per richiamare la pioggia su tutta l’isola. Ci sono voluti tre anni perché Mila ed Oa, e la Terra con loro, lo traducessero in una palpabile realtà.

Anche la Madre Terra ha i suoi desideri. Se nelle Hawaii viene a mancare l’amore, la Terra perderà l’amore nel suo centro del cuore. E quanto più si perderà questo amore, tanto più certa sarà la sua estinzione. Il ristabilimento dell’amore sulle Hawaii è pertanto indispensabile alla sopravvivenza ed alla costante evoluzione della Madre Terra. Mila ed Oa si sono sintonizzati a lungo con la Terra e sono andati là, dove essa aveva bisogno del loro aiuto per riparare il suo campo, e per rilasciare l’energia compressa sul territorio. Mila ed Oa hanno speso i passati pochi anni sulla Big Island. Questo in ossequio ad un piano di più largo respiro inteso a correggere le condizioni meteorologiche ed a restaurare l’amore della terra, visto che c’erano molte registrazioni sulla perdita dell’amore provenienti dal campo della Terra che dovevano essere capite e rilasciate perché la pioggia iniziasse a cadere. Ci sono voluti tre anni per portarlo a termine, ma alla fine la pioggia è scesa copiosa su Kona, ossia sulla parte più arida della Big Island. I vicini di casa di Mila ed Oa ebbero ben presto a ridire sull’umidità, e sul proliferare degli insetti; insetti che, come le zanzare, da 30 anni a questa parte non sono mai stati problematici per la zona di Kona, mentre invece adesso lo sono e come. Mila ed Oa li lasciano dire e sorridono per tutta risposta, perché capiscono il quadro più vasto in riguardo all’importanza che la pioggia riveste nei confronti dell’amore dell’aina, e dell’amore della Madre Terra.

Ora, la Madre Terra sta modificando il flusso dell’energia intorno al suo corpo globale. Gli stessi modelli che hanno funzionato sulla Big Island stanno cominciando a riaccomodare il clima in molte regioni del pianeta. Un segno tangibile che l’amore sta ritornando alla Terra, il che significa che l’esistenza della Terra proseguirà per tutto il prossimo millennio ed oltre. Per gli Antenati Hawaiani, così come per Mila ed Oa, ciò è infinitamente importante, perché noi amiamo la terra ed amiamo la Madre Terra, ma amiamo anche l’umanità e vogliamo che anche l’umanità possa sopravvivere a fianco della Terra ai futuri tempi di cambiamento.

Molti Hawaiani od Hawaiani nel cuore vivono in zone che soffrono degli stessi problemi testé indicati per le Hawaii. Zone in cui il costruito ha raggiunto altezze mai viste prima in contesti ambientali considerati incantevoli e desiderabili da vivere. Spesso il costo della vita schizza così in alto che la popolazione locale, nata e cresciuta nelle isole, è costretta suo malgrado a lasciarle.

Come e perché accade tutto questo?

Dalla prospettiva degli Antenati Hawaiani, la crescita eccessiva di una regione rispetto ad un’altra è direttamente collegata ad un bellissimo sogno colmo d’amore. Le località più prestigiose dove divertirsi o possedere una casa generalmente si contraddistinguono per la loro lussureggiante bellezza dovuta all’abbondante piovosità. La pioggia che scende è un riflesso del livello d’amore di cui è gravido l’ambiente naturale. Gli umani bramano più di ogni cosa sentirsi amati e per questo gravitano verso i posti più incantevoli e lussureggianti. Da qui il valore di una tale regione come le Hawaii che può ospitare più amore di molte altre aree geografiche, data la sua collocazione sotto il chakra del cuore della terra.

All’opposto, ci sono le città che sono invece pesantemente carenti di amore. Molti umani, tuttavia, barattano l’amore che potrebbero ricevere altrove per gli stimoli e le occasioni di svago che la città ed il suo hinterland offrono. Purtroppo, stimoli di vario genere e svaghi non riempiono il cuore umano, anzi, col trascorrere del tempo, tali distrazioni non faranno che invecchiare, degenerare ed ammalare il corpo. Il corpo umano è stato concepito per interagire con l’ambiente ed il flusso energetico degli alberi, delle montagne, degli oceani, dei laghi e delle valli. Il corpo umano non è stato progettato per vivere in una prigione di cemento, per quanto luminosa ed eccitante essa possa apparire.

Gli Antenati Hawaiani invitano gli Hawaiani, e quanti si sentono Hawaiani nel cuore, a lasciare la città, se tale è il posto dove vivono. I tempi che si stanno approssimando annunciano un proliferare della violenza in tali luoghi superaffollati; la città non è nemmeno un buon posto che vi possa aiutare a sostenere salute e benessere. Salute e benessere si mantengono tali unicamente attraverso lo scambio d’amore con la terra ed il mare che s’insatura ovunque ci siano spazi aperti.

Se non potete far ritorno alle isole, scegliete allora di vivere in campagna, una volta là, potete ancora amare la terra, gli alberi ed i corsi d’acqua che scorrono nelle vicinanze. Lo scambio d’amore fra l’umano e la terra, è ciò che realmente importa e non necessariamente dove si vive. La Madre Terra apprezzerà anche l’amore che viene offerto all’ambiente naturale e vi amerà in ritorno, consentendo al corpo di ricevere nutrimento necessario per continuare ad esistere in salute. Come fare ad amare la terra, gli alberi, i corsi d’acqua ed il mare? Questa è una buona domanda. Dal punto di vista degli Antenati Hawaiani, voi amate la terra tramite la scelta di farlo, e non è affatto complicato. Amate la terra ed il mare e l’amore vi sarà reso, e vi sentirete amati da dentro.

La maggior parte degli umani, inclusi gli Hawaiani, sono in cerca d’amore. Molti cercano un amore romantico e rimangono delusi quando questo tipo d’amore finisce. Altri cercano l’amore dei loro bambini e rimangono delusi quando, una volta adolescenti, essi lo rifiutano. Qualcun altro cerca l’amore con molti partners, scoprendo che a lungo andare anche questa danza diventa deludente e squallida. Perché l’amore romantico o l’amore della famiglia fa fiasco?

L’amore non può nascere e durare nel tempo se non vi è l’amore della terra e del mare. Se non c’è scambio d’amore fra umani e la terra od il mare, l’amore si ridurrà fino a cessare del tutto. Tale sarà anche per le Hawaii, ora che gli Hawaiani vanno spostandosi sempre più numerosi dalla terra e dal mare che un tempo sostenevano l’esistenza dei loro antenati. Le famiglie hawaiane sono ormai allo sfascio. L’uso di droga e di ICE sta distruggendo la popolazione locale. Anche quanti sono rimasti nelle isole si sono in qualche modo scordati dell’esigenza di amare l’aina ed il mare.

In virtù di questo mancato scambio d’amore fra la terra, la fonte alimentare ed il corpo, gli hawaiani stanno sperimentando sulla loro pelle anche molte malattie. Poco più di un secolo fa, dal punto di vista sanitario, il diabete non costituiva un grosso problema per la razza polinesiana; a quel tempo, gli Hawaiani avevano i loro orti e coltivavano da sé il loro cibo nell’amore. L’amore riempiva le piante e la vegetazione commestibile e riempiva anche i cuori degli stessi Hawaiani donando loro salute e vitalità.

Oggi come oggi, il diabete e l’obesità sono problematiche sanitarie assai diffuse fra gli Hawaiani. Il diabete e l’obesità sono conseguenti all’ingestione di alimenti vuoti che non vengono cresciuti nell’amore, ma che vengono coltivati in grosse fattorie che fanno largo uso di fertilizzanti chimici ed erbicidi. Il cibo è privo di amore e privo di anima; il risultato finale è il profondo senso di vuoto che viene percepito. Gli alimenti “vuoti”, spingono gli Hawaiani a rimpinzarsi di cibo nel tentativo di riempire i loro cuori. Questo porta a vari disturbi che a lungo andare squassano il corpo.

L’obesità è in aumento negli Stati Uniti, come pure in molte altre regioni del globo. Gli Antenati Hawaiani sentono che la causa sotterranea al bisogno di ipernutrirsi è realmente la inconsistenza del cibo veloce e non salutare che oggi va tanto di moda, che è alla base di tutti i piatti della specie umana. L’unico sistema per migliorare la qualità della vita è quello di imparare a mangiare alimenti che sono stati cresciuti nell’amore in modo organico, solo allora l’alimento avrà la concreta possibilità di riempire il vostro cuore ed il vostro corpo di amore con i nutrienti indispensabili alla salute del corpo.

La soluzione migliore, dal punto di vista degli Antenati Hawaiani, sarebbe quella di crescere personalmente il proprio cibo nel proprio orto, amando passo dopo passo le piante. Come amerete il vostro orto, esso vi amerà in ritorno e provvederà ampiamente per voi e per la vostra famiglia. L’amore riempirà il vostro cuore ed in risultato, la vostra vita ne uscirà arricchita. E’ tempo per gli Hawaiani e per quanti si sentono Hawaiani nel cuore di tornare ai propri orti! E’ tempo per gli Hawaiani di amare di nuovo la terra ed il mare, affinché la terra ed il mare abbiano a provvedere ampiamente al fabbisogno di ciascuno.

Taluni Hawaiani scoprono di perdere peso non appena ritornano alla loro dieta tradizionale. Una dieta che non contempla i prodotti lattiero-caseari, né tanto meno la carne ed i suoi derivati, ma che in compenso è ricca di pesce, di poi (la patata taro- una patata dolce fermentata) e di verdure come gli spinaci cotti al vapore, le foglie di taro o le foglie di senape. I carboidrati provengono dal frutto dell’albero del pane, dalle patate o dal riso. Questo tipo di dieta, se integrata con vari tipi di frutta fresca come l’ananas, la noce di cocco e la papaia, ha aiutato molti hawaiani a perdere centinaia di libbre di peso. (libbra =454gr.) Perché?, Vi chiederete. Nell’ottica degli Antenati Hawaiani, forse perché molto del pesce viene catturato dai pescatori locali nello scambio d’amore con il mare; e la patata taro, dalla quale si ricava il poi, viene coltivata nei campi che sono amati da quanti li lavorano; e la frutta e gli altri vegetali di produzione locale sono cresciuti negli orti con amore e con amore offerti ai mercatini dei contadini. Come gli Hawaiani prendono a consumare un alimento pregno di amore, essi ne percepiscono l’amore ed il loro cuore guarisce; inoltre, nel sentirsi saziati dall’amore della terra, essi sono meno affamati e meglio nutriti.

L’amore può rimediare al più grande dei disastri e delle traversie. L’amore può risanare il mare dal suo inquinato stato d’essere, perché la vita ritorni numerosa ai vostri oceani. Pochi anni fa, Mila è stata molto colpita dal libro “ Il Messaggio dell’Acqua” del ricercatore giapponese Masaru Emoto. Masaru aveva dedicato parte del suo tempo per amare e benedire i corsi d’acqua del Giappone assieme ad un nutrito gruppo di persone accomunate dallo stesso obiettivo. Campioni d’acqua venivano prelevati in vari siti prima e dopo la benedizione e, una volta congelati, sottoposti ad esame microscopico. Invariabilmente, nei campioni prelevati dopo la benedizione, la struttura molecolare dell’acqua mutava aspetto e si trasformava, da forme di partenza spesso grottesche e disarmoniche, in cristalli di aspetto meraviglioso. Questo particolare scienziato scoprì anche che i corsi d’acqua del Giappone cominciavano a risanarsi e che le pozze maleodoranti di acqua stagnante coperte di alghe scomparivano insieme alla puzza in meno di un anno.

Amare l’acqua ed il mare è di vitale importanza non solo per la propria salute, ma anche per conservare la capacità dei corsi d’acqua di provvedere ai bisogni della gente. E’ solo quando gli umani cessano di amare il mare ed i corsi d’acqua, che il mare ed i corsi d’acqua cessano a loro volta di dare frutti e diventano malati e venefici. Con questo non si vuole sottostimare la portata dei danni causati dal ricorrente sversamento di sostanze inquinanti nei corsi d’acqua della terra, di cui tutti gli umani si sono resi partecipi nei loro circa 100 anni di progresso tecnologico. Comunque, nella semplice scelta di ritornare ad amare l’acqua, c’è la possibilità che l’acqua possa autorisanarsi e ripopolarsi di nuova vita.

Nel numero di Primavera del 2006 della rivista “Mother Jones News”, Mila ha letto una serie di articoli dedicati ai problemi del mare. Grande fu il suo disappunto nell’apprendere che, a causa dell’eccessivo sfruttamento della pesca, i pescatori erano costretti ad allontanarsi anche 500 miglia o più dalla costa per trovare una qualsiasi specie di pesce. E fu molto colpita nel leggere che le grosse reti usate per pescare distruggevano più vita marina, come tartarughe, foche, delfini o leoni di mare, che non il pesce che riuscivano a catturare. Apprese inoltre dell’esistenza di “zone morte” dovute all’abnorme crescita delle alghe che, consumando l’ossigeno di una determinata area, nel raggio di 100 miglia facevano strage della vita marina e del pesce che saliva in superficie solo per imputridire.

Secondo i biologi marini, le zone morte sono da imputare ai fertilizzanti chimici che vengono usati in quantità industriali nelle fattorie che stanno a monte degli oceani e dei fiumi; una volta che i fertilizzanti arrivano ai fiumi e penetrano nel mare in dosi rilevanti, là, dove fiume e mare s’incontrano, prendono forma le zone morte. Una zona morta di vaste proporzioni si trova alla confluenza del fiume Mississippi con il Golfo del Messico. Un’altra, ancora più enorme, grande quanto lo stato del North Carolina, si trova appena fuori dalla costa del Brasile.

Le barriere coralline stanno invece morendo a causa dei fertilizzanti usati nei numerosi campi da golf delle isole. I fertilizzanti di sintesi alterano la biochimica del mare. La vita, un tempo florida ed abbondante, prende a diradarsi perché i fertilizzanti tendono a scombussolare il pH dell’acqua, incentivando la proliferazione delle alghe con il conseguente prodursi delle zone morte. Benedire ed amare di nuovo il mare comincerà ad alterare il flusso dell’energia che accompagna l’acqua, consentendo all’acqua di autorisanarsi e di approntare il cambiamento necessario al ritorno della vita.

Anche se gli umani con il loro eccessivo sfruttamento della pesca, hanno causato l’estinzione di talune specie, ed abbiano immesso molte sostanze venefiche nei corsi d’acqua della terra, gli Antenati Hawaiani percepiscono che la vera causa sotterranea alla morte degli oceani sia la mancanza d’amore. Se gli umani, molto semplicemente, amassero il pesce che mangiano ed inviassero benedizioni all’oceano, il pesce deporrebbe più uova, generando così più pesce. Tutto questo per il modo in cui l’amore si riflette nella fisicità. L’amore si traduce in vita; la vita del pesce si traduce nella produzione di più pesce. Questo vale anche per l’orto; l’amore che condividete con le vostre piante stimolerà raccolti più sani e molto più rigogliosi. Quanti hanno cresciuto la loro frutta e la loro verdura nell’amore, sono stati testimoni della differenza; come nel caso del gruppo inglese di Findhorn che, nell’amore, produce così tanti cavoli ed in così poca terra, da essere costretto a darli via, perché sufficienti a sfamare 100 persone. Ciò nondimeno, pur essendo un esperimento che si va ripetendo con successo ormai da più di 50 anni, si può tranquillamente affermare che esso non ha avuto un grosso impatto sulle pratiche di coltivazione europee o di qualsiasi altro paese.

Se amassero la loro terra, i contadini non avrebbero bisogno di ricorrere ai fertilizzanti. Nella Lemuria, nulla che non fosse di natura organica, veniva impiegato in agricoltura. Questo perché le benedizioni del Kahuna e dell’ohana fornivano l’amore necessario perché le piante crescessero e frutta, noci e verdure fossero prodotte in quantità tale da essere di nutrimento all’intera comunità. Vedete, è l’amore che sostiene la vita e che stimola la crescita delle piante; e non i fertilizzanti, siano essi naturali o di sintesi.

Cosa dire dell’amore che stimola la vita? L’amore fornisce il CHI. Il CHI, a sua volta, fornisce una danza di energia che obbliga il DNA a ruotare velocemente. Se amati, come i semi vengono posti nel terreno, il CHI dell’amore di coloro che coltivano il cibo, va a stimolarne la rotazione del DNA; il DNA, movendosi a spirale, richiama a sua volta la pioggia che nutre i semi con la sola quantità d’acqua richiesta dal regno seminato. Il DNA, nel suo movimento a spirale, richiama anche la giusta quantità di sole per dare alla pianta una ulteriore sferzata di CHI perché essa abbia a crescere rigogliosa e mettere fiori e successivamente frutta e verdura in abbondanza. Il DNA scatenerà, inoltre, le giuste reazioni chimiche a livello del suolo perché la pianta possa usufruire degli indispensabili nutrienti per crescere sana e rigogliosa. Nell’oceano, come l’associato DNA si muove a spirale grazie al CHI offerto attraverso le benedizioni, l’amore stimola il pesce a deporre più uova. Dal punto di vista degli Antenati Hawaiani, è realmente l’amore che crea e sostiene la vita.

In epoca più antica, tutta la vita esisteva unicamente per mezzo del respiro, senza che vi fosse bisogno di mangiare alcunché. Ci sono registrazioni nella storia polinesiana che attestano un tale stato d’essere, una condizione in cui tutto il CHI necessario a sostenere l’esistenza del corpo od a far nascere una nuova vita, era fornito dall’amore. Un giorno gli umani e tutti i regni si evolveranno nuovamente a siffatto modo di vivere; ma per far questo, dovrà essere l’amore e solo l’amore ad alimentare la vita su tutta la terra. Per questo motivo urge ripristinare l’amore della Madre Terra; affinché essa possa supportare la vita su tutti i continenti ed in tutti gli oceani. Parallelamente e per lo stesso motivo, è indispensabile che venga ripristinato anche l’amore del cuore umano, perché solo quando gli umani avranno imparato ancora una volta ad amare, saranno in grado di evolversi in un altro stato d’essere.

Amare la terra, il mare od il corso d’acqua che scorre nei pressi del vostro luogo di residenza, è un compito facile; basta che scegliate di farlo; ma i risultati potrebbero essere magici e da non sottovalutare, specialmente se più e più persone si uniscono nell’intento. Perché, amando la terra ed il mare, la terra ed il mare possono cominciare ad autorisanarsi e come tale a supportare nel migliore dei modi la vostra stessa vita o la vita dei vostri bambini e dei futuri antenati che devono ancora nascere. Gli Hawaiani (e coloro che sono Hawaiani nel cuore) hanno sempre saputo di essere i guardiani della terra e del mare e che questa è una responsabilità ancestrale. Cosa significa essere i guardiani della terra e del mare? Secondo gli Antenati Hawaiani, la difesa inizia con l’amare la terra ed il mare; ed il ruolo dei guardiani è appunto quello di amare la terra ed il mare perché siano in appoggio alla vita di tutti e del tutto.

Se la salute dell’oceano, dei corsi d’acqua e della terra dipende dall’amore, cosa dire della circolazione sanguigna all’interno del vostro corpo? Il sangue che scorre nelle vostre vene non dipende anch’esso dall’amore? Dal nostro punto di vista, l’amore è l’ingrediente vitale per eccellenza per la continua esistenza della specie umana e della terra. Quando voi, od i vostri cari, o la terra ed il mare, venite sfiorati dall’amore, possono accadere dei veri e propri miracoli di cambiamento.

L’amore non è pertanto un luogo comune, una banalità. Quello che vogliamo ribadire è che è facile dire “ti amo” o “io amo la terra” o “io amo il mare e realmente non aprire il cuore per accordare lo scambio di energie. Dire “io amo la terra” o “io amo il mare” “io amo il mio orto” senza uno scambio di vero amore in senso energetico non sortirà alcun effetto sulla terra, sul mare o sull’orto. E’ lo scambio di energie che è fondamentale all’atto di amore. Come fare allora per instaurare uno scambio di energie d’amore con gli altri o con la terra? Bene, per risvegliare l’azione dell’amore e lo scambio di energia associate, occorre un cuore aperto, un chakra aperto od un vortice di energia. Qualcuno di voi potrà aver già scoperto di avere un cuore aperto: generalmente chi possiede una tale natura è considerato un sensitivo od un individuo di indole emotiva. Altri ancora potranno scoprire di essere storditi, quasi anestetizzati da tutta quella mole di oggetti tecnologici da cui sono circondati, od a causa della città in cui vivono, o per l’uso del tabacco, l’alcol o le droghe. Se questo è il caso, dovrete prima rinunciare alle dipendenze e lasciare la città, prima che un scambio d’amore con la terra ed il mare possa realmente verificarsi. Gli Hawaiani hanno sempre saputo come amare. Gli Hawaiani (e quanti sono Hawaiani nel cuore) rievocano nel loro lignaggio un altro modo d’essere che poneva l’amore al centro dell’esistenza. Chi gode di una tale natura può facilmente tradurre nel presente quello che i suoi antenati un tempo comprendevano e ri-sperimentare un tale stato d’essere. Tutto quello che occorre fare è scegliere di farlo, e così sarà.

Chiudiamo questa nostra lettera con la speranza che quanti leggono i nostri materiali possano scegliere nuovamente d’amare, abbandonando le dipendenze e la città, non meno pericolosa di quest’ultime, che li stanno uccidendo, e di trovare il loro posto ritornando alle isole od in altri spazi aperti. Nelle isole od in campagna, invitiamo gli Hawaiani o coloro che si sentono Hawaiani nel cuore, ad aprire i loro cuori per ricordarsi di amare la terra ed il mare. Solo quando li benedirete, la terra ed il mare si riprenderanno e guariranno. Lo stesso avverrà con voi, quando vi ricorderete di amare e di benedire, ed a quel punto, nella gioia di sentirsi amati da dentro, forse anche tutto quello che ora vi sta tormentando, sia esso di natura emotiva o fisica, semplicemente svanirà.

C’è molta guarigione che deve concretarsi prima che gli umani entrino in una nuova era dove l’amore sarà eletto a fondamento della loro civiltà. La scelta di guarire e di amare di nuovo inizia con ognuno di voi; perché soltanto dopo che una massa critica di umani avrà aperto il cuore ricordandosi di amare, essi si uniranno con centinaia di migliaia di altri desiderosi di imitarli. A quel punto, l’amore diverrà la forza prevalente e propulsiva della vita, una forza capace di lenire e dissolvere ogni sofferenza fisica e non fisica della specie umana e della stessa Terra, od almeno questa è la futura possibilità che vediamo scendere per quanti decideranno di aprire i loro cuori ed amare di nuovo.

Nella Bibbia c’è una predizione che dice: “ i miti erediteranno la Terra”. Per gli Antenati Hawaiani, ciò si traduce in quegli umani che apriranno i loro cuori ed ameranno, ameranno la Terra, e che, così facendo, umani e Terra torneranno a “casa” , entreranno cioè in uno stato paradisiaco. Il paradiso non è soltanto un’esperienza del dopo vita non fisico in qualità di antenati, ma un’esperienza fisica che s’instaura vivendo nell’amore; l’amore del mare; e l’amore vicendevole degli uni verso gli altri. In uno stato d’amore, la Terra può trasformarsi in un paradiso. Gli Hawaiani e quanti in cuor loro si sentono Hawaiani, scelgano dunque di creare il paradiso sulla terra riattivando la propria capacità d’amare.

Alla prossima comunicazione

Aloha

Gli Antenati Hawaiani

 

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Originale in inglese: http://www.ascendpress.org/Community/HawaiianAncesstors/LovingtheAina.htm

Tradotto da Sonia per Stazione Celeste

www.stazioneceleste.it