)*(Stazione Celeste)

 

L’Autorità

 

A te che senti ancora il desiderio di leggere libri, credendo di trovare in essi una spiegazione dei misteri che ora ti nascondono il significato delle espressioni terrene della mia Idea, io dico: è bene che, seguendo gli impulsi che io ti mando, tu cerchi così all'esterno altre interpretazioni del significato che la mia Idea esprime per mezzo di essi; io renderò tale ricerca proficua per te, benché non nella maniera che tu immagini.  E anzi bene che tu cerchi in insegnamenti, filosofie e religioni di tempi antichi, o in quelli di altri popoli e di altre razze, la verità che io desidero esprimerti, perché anche quella ricerca non sarà senza profitto.  Ma verrà il momento in cui tu comprenderai che i pensieri di altre menti e gli insegnamenti di altre religioni, siano essi pur veri e belli, non sono ciò che io voglio per te; poiché io ho riserbato per te pensieri e insegnamenti che sono tuoi, soltanto tuoi, e che io ti darò in segreto, quando sarai pronto a riceverli.  E quando il tempo verrà, come inevitabilmente deve venire, in cui tu, insoddisfatto della tua ricerca fra gli insegnamenti delle varie religioni, filosofie e culti che ora ti interessano, diverrai scoraggiato e sentirai di non esserti avvicinato di più al raggiungimento dei poteri e dello sviluppo spirituale descritti con tanta autorità, e che credevi posseduti dagli scrittori dei libri, dagli insegnanti delle filosofie e dai promulgatori delle religioni, allora io ti mostrerò che mentre tutti questi libri, insegnamenti e religioni furono originariamente ispirati da me, e hanno fatto e fanno ancora la loro parte eccitando i cuori di molti, è ora conveniente per te cessare di rivolgerti a qualsiasi autorità esterna e limitare invece il tuo studio al mio libro di vita, guidato e istruito da me, interamente, da me soltanto.  Se tu fai questo con sincerità e con fervore, troverai che io ti ho scelto per essere il gran sacerdote di una religione la cui grandezza e il cui splendore saranno, in confronto a tutte le altre presentate finora alla tua comprensione, come la luce del sole in paragone dello scintillio d'una lontanissima stella.

Riconoscerai, che le antiche religioni, furono date ai miei popoli di tempi remoti e che le religioni di altre razze sono per i miei popoli di quelle razze, ma che nessuna di esse è per te; anche se io le ho portate a tua conoscenza e ti ho additato in esse molte cose meravigliose che ti spinsero a una più decisa ricerca di me nei loro insegnamenti.  Ma io ti dico che queste sono cose del passato e non hanno più nulla a che fare con te. t venuto il momento, se puoi vederlo, in cui devi mettere da parte tutta la conoscenza accumulata, tutti gli insegnamenti, tutte le religioni, tutte le autorità, anche la mia autorità, quale è espressa in questa e in altre rivelazioni esterne; poiché io ti ho risvegliato alla coscienza della mia presenza dentro di te, al fatto che ogni autorità, insegnamento o religione, venendo da una sorgente esterna, sia pure alta e sacra, non può più avere alcuna influenza su di te, tranne che come mezzo per farti rivolgere a me dentro, alla mia autorità decisiva in tutte le questioni, di qualunque natura.

Perché, dunque, cercare nelle cose del passato, nelle religioni, nella conoscenza umana o in altre esperienze, l'aiuto e la guida che io solo posso dare?

Dimentica tutto ciò che è stato.  Il passato è morto.  Perché gravare la tua anima del peso di cose morte?

Nella misura in cui ti attieni alle cose passate, tu vivi nel passato e non puoi avere nulla a che fare con me, che dimoro nel sempre presente ora,nell'eterno.  Nella misura in cui ti attacchi ad atti, esperienze, religioni o insegnamenti del passato, altrettanto essi annebbiano la visione della tua anima, nascondendoti me e impedendoti sempre di trovarmi, finché tu ti liberi dalla loro influenza oscurante e passi dentro, nella luce della mia coscienza impersonale che non conosce limitazioni e penetra nell'Infinità, Realtà di tutte le cose.

Così pure non ti riguarda il futuro.  Chi aspetta il futuro, per la sua perfezione finale, è incatenato al passato e non può divenire libero finché la sua mente non sia più carica delle conseguenze delle sue azioni, ed egli riconosca me come sua unica guida e getti su di me ogni responsabilità.

Tu, che sei uno con me, sei perfetto ora, e fosti sempre perfetto e non conoscesti mai giovinezza né vecchiaia, né nascita, né morte.

Tu, il Perfetto, non hai nulla a che fare con ciò che è stato e ciò che sarà.  Nulla ti riguarda, fuorché l'eterno ora.  Solo ciò che ti si presenta immediatamente ti riguarda; cioè come tu debba esprimere perfettamente la mia Idea qui e adesso, nelle condizioni in cui ti ho messo apposta per tale espressione.  Compiuta l'opera tua, perché non lasciarla dietro di te, invece che trascinartela a gravare sulla mente e sulla tua anima con conseguenze che sono soltanto gusci vuoti da cui hai estratto il cibo?

Tutto questo si applica alla reincarnazione, alla cui credenza molte menti sono fortemente incatenate.

Che cosa hai a che fare tu, il Perfetto, l'Eterno, con incarnazioni passate o future?  Può il Perfetto aumentare la sua perfezione? O l'Eterno uscire o tornare all'eternità?

Io sono, e tu sei uno con me, e sempre fummo e sempre saremo.  Il tuo Io sono dimora e si reincarna in tutti i corpi con l'unico intento di esprimere la mia Idea.

L’Umanità è il mio corpo.  In esso io vivo, muovo e ho il mio essere, esprimendo la mirabile luce della mia Idea per mezzo dei miei attributi, il cui celeste splendore è oscurato e distorto alla visione umana dalle miriadi di imperfette e offuscate facce dell'intelletto umano.

Io e tu, che sei uno con me, ci reincarniamo nell'Umanità come la quercia si reincarna nelle sue foglie e nelle sue ghiande, una stagione dopo l'altra, e ancora nelle migliaia di querce che nascono dalle migliaia di ghiande e dalle querce che da esse verranno, una generazione dopo l'altra.

Ma tu dici di ricordare qualche tua vita passata.  Davvero? Ne sei sicuro?

Ebbene, che significa ciò?  Appunto l'averti io concesso di intravedere un bagliore della realtà di una delle mie passate espressioni, per farti meglio comprendere il mio disegno, che esprimo ora a te, non è una prova data da me che tu personalmente fosti il mio tramite per tale espressione?  Poiché non mi esprimo io attraverso tutti i tramiti e tu con me?  E non siamo noi la Vita e l'intelligenza di tutte le espressioni, non importa quali siano il loro carattere, la loro età, la loro razza?  Ma se ti piace di credere che tu realmente fosti quell'espressione, ebbene, io farò in modo che tale credenza ti sia di giovamento; ma solo in quanto essa concorrerà a prepararti alla grande realizzazione che verrà dopo.

Intanto tu sei strettamente incatenato.  La tua personalità, con i suoi desideri egoistici e con le sue egoistiche ricerche, è ancora legata mani e piedi al passato e cerca nel futuro la sua liberazione, dopo l'esaurimento di tutte le conseguenze delle sue azioni.  Essa, domina la tua mente e il tuo intelletto, con la falsa credenza della nascita e della morte e che tale sia la tua sola via per l'emancipazione finale e per l'unione con me, impedendoti di riconoscere la nostra eterna e sempre presente unità e di comprendere che tu puoi liberarti in qualunque momento tu voglia.  Poiché, soltanto la personalità nasce e muore, cerca e si sforza di prolungare il suo soggiorno nel corpo e nella vita terrena e poi di tornare ad altri corpi dopo che io non ho più bisogno di quello che ha.

Ed è solo a questa personalità che tu sei legato, dalle credenze e dalle opinioni che essa ha innestato in te attraverso le età durante le quali ha tenuto la tua mente occupata con tali illusioni; solo quando tu puoi innalzarti alla realizzazione della tua divina immortalità, onnipotenza e intelligenza, e quando riesci a deporre tutte le credenze e le opinioni personali, solo allora puoi liberarti da questa falsa relazione e assumere la tua vera posizione di maestro e di re, uno con me, seduto sul trono del Sé; costringendo la personalità a prendere il suo posto naturale di servo e di suddito, pronto e volonteroso a obbedire al mio minimo ordine, divenuto così uno strumento degno di essere da me adoperato.