)*(Stazione Celeste)

 

 

 

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  SUNDAY MEDITATION

  Trappole & Distrazioni

Q’uo attraverso Carla L. Rueckert

 16 Gennaio 2005

 

Domanda del Gruppo: Questa settimana, Q’uo, vi chiediamo di sviluppare il concetto delle trappole o distrazioni in cui il ricercatore della verità, quando la ricerca è nuova, può imbattersi. Ci sono altri tipi di distrazione o trappola che, più avanti nel tempo, possono trovarsi sul sentiero del ricercatore? Per favore, dateci un resoconto generale di cosa essere consapevoli quando si cerca ciò che è genericamente chiamata verità.

 

(Canalizza Carla)

 

Siamo quelli del principio a voi noto come Q’uo, e vi salutiamo nell’amore e nella luce dell’uno infinito Creatore, al Cui servizio veniamo a voi oggi. È un grande privilegio essere chiamati nel vostro gruppo e siamo molto felici di parlarvi delle trappole e delle distrazioni del percorso spirituale. Ma, innanzi tutto, vogliamo, come sempre, chiedere in modo specifico a ognuno di voi di mantenere l’abilità di discernere molto attentamente mentre ascoltate i nostri pensieri, scegliendo solo quelli che vi sembrano davvero buoni e con cui desiderate lavorare ulteriormente, scartando immediatamente il resto. In questo modo saremo sicuri di non interferire con il vostro libero arbitrio o disturbare la sacralità del vostro processo.

 

Chiedendo delle trappole e delle distrazioni di cui è vittima chi tenta di seguire un percorso spirituale, fate una domanda piuttosto ampia. In se stesso, il sentiero spirituale è una via di transito meravigliosamente estesa che guida ogni essere di terza densità, mentre cammina tra due mondi: il mondo della realtà consensuale di terza densità e il mondo interiore che, a volte, per la sua importanza e chiarezza, sorpassa il mondo esterno.

 

Per la maggior parte, le entità che non percorrono coscientemente un sentiero spirituale, rimangono comodamente nella terza densità e, come diceva prima colui noto come G, gioiscono delle varie immagini e illusioni che scorrono davanti agli occhi. Quando ci si alza al mattino e si vive la propria giornata, è gradevole e naturale passare da immagine a immagine, andando al lavoro, seguendo il bisogno del corpo di mangiare, rinfrescarsi e dormire. È meno gradevole, meno familiare e, a volte, fa paura seguire un sentiero spirituale, e ogni entità lo imbocca da un luogo vago e indistinto, prima che si renda conto che è un vero sentiero spirituale. Quindi questo esteso sentiero spirituale è una casa per tutti voi. Ogni piede presente in questa stanza ha calpestato la polvere di questo sentiero e, allo stesso modo, prima o poi, questa polvere è stata calpestata da ogni essere umano sul pianeta. Chi si avventura lungo il sentiero dello spirito, quindi, ha un’ampia varietà di atteggiamenti, di conseguenza ci sono vari tipi di trappole.

 

Per rispondere a questa domanda e vedere se si è davvero su un sentiero spirituale, ci avvarremo di un modello. Quello di un sé sul sentiero spirituale è un modello in cui ci si focalizza sull’“io” che si è. Ci sono molti usi per la prima persona singolare. Quando si pensa a se stessi, non sempre ci si pensa come se si fosse il medesimo sé. Quando pensate a voi stessi come entità spirituali su un sentiero, chi siete? Chi è l’“io” che parla per voi, quando siete su un sentiero spirituale? Questa voce, questa identità, questa persona come può essere diversa dall’“io” che parla per voi in ruoli meno profondi?

 

Se tutto va bene, quando iniziate a percepirvi come entità spirituale, l’“io” che parla per voi comincia a uscire dalla nebbia della personalità, dell’”io” di superficie. Il modello di entità sul sentiero spirituale che questo strumento (Carla) ha in mente, è quello che segue i passi di Gesù il Cristo. Non ha un modello di lei stessa come di una persona dedita alla venerazione, ma come di chi segue l’esempio di un maestro che sembrava sapere esattamente chi era e che si identificava come agente del Creatore. Questo strumento (Carla), quindi, ha un modello del sé sul sentiero spirituale in cui ha un riferimento oggettivo rispetto a chi è, perché segue un’entità che aveva una certa personalità. Quell’entità (Gesù) si identificava esattamente nel Figlio del Padre, e si occupava degli affari di suo Padre. È rilevante notare che quest’entità (Gesù), nonostante avesse predicato molto, non sia mai stato citato come colui che chiedeva di essere venerato, ma come chi chiedeva soltanto di essere seguito.

 

Quindi, alle entità che sono su un sentiero spirituale, chiediamo piuttosto semplicemente: “Chi siete?” Perché è questo il centro essenziale di ciò che attira le entità sul sentiero della ricerca. Si rendono conto che tutta la saggezza acquisita sin dalle prime esperienze nella culla non è sufficiente a soddisfare il forte desiderio di identità e scopo. Si rendono conto che devono partire per un viaggio. Non è affatto un viaggio nel mondo fisico, ma è senza alcun dubbio un viaggio ed è certamente su un sentiero che è comune a tutti i ricercatori.

 

Dovete capire che, su questo sentiero, non si raccolgono tante cose quante se ne lasciano cadere. I toni profondi e veri della vostra identità e del vostro giusto processo, arrivano chiaramente, rumorosamente, a volte tristemente e a volte trionfalmente, ma inequivocabilmente di tanto in tanto arriverà un momento – questo strumento (Carla) ama chiamarli “momenti cristallini” – che suonerà come una campana, con una chiara indicazione del senso e della risonanza e in quel momento, di qualunque cosa vi rendiate conto, tutto scorrerà in modo facile e naturale, e comprenderete di aver mietuto il raccolto giunto a maturazione dopo tantissimo tempo. Alla fine udite, sentite e vedete il lavoro che avete fatto, ma non sapete mai quando quel momento verrà. Questo è il progresso di chi si trova sul sentiero spirituale.

 

Le trappole, per la nuova entità sul sentiero, possono comprendere l’impazienza e l’avidità che questa indica. Queste difficoltà non si esauriranno e non si faranno da parte, e un’impazienza simile intralcerà una creazione che è pronta a rispondere ai vostri bisogni, ma tempestivamente. Questo significa che, a volte, si deve aspettare. È molto difficile accettare la necessità della semplice attesa.

 

Colui noto come Jim, prima raccontava della gioia che prova, quando, durante il suo periodo di riposo, trova il tempo di sedersi e immergersi nel silenzio, e lascia che la creazione gli parli. La volontà di lasciarsi trasportare nel flusso del momento, è una grande risorsa per tutti i ricercatori. L’entità, Jim, raccontava di quando, al tramonto, si siede e lascia svanire lentamente e gradualmente la luce. Intanto ascolta i suoni delle creature diurne che si acquietano e le creature notturne che incominciano a cantare la loro canzone e lascia che tutta la creazione si dispieghi davanti ai suoi occhi e, camminando verso casa alla fine di quel momento, si sente curiosamente rinvigorito e ristorato. Questo è uno splendido modello di pazienza da seguire.

 

Dovete comprendere che, quando interiormente viene posta una domanda orientata spiritualmente, la risposta può arrivare nei quindici secondi successivi, ma può anche arrivare due settimane o due mesi dopo. Le energie si sono messe in moto, e ora bisogna avere fiducia in loro. Spostarsi dalla domanda alla fiducia e all’attesa è una grande abilità da acquisire. Quando dentro di voi percepite l’impazienza, ricordate gentilmente a voi stessi che nella ricerca spirituale non esiste il tempo.

 

Mentre il ricercatore si evolve e accumula conoscenza, le trappole sul sentiero possono cambiare. Se siete una persona che, percorrendo il sentiero, sente di aver avuto delle esperienze, la trappola può essere quella di sapere troppo o sentire di capire. Non c’è davvero fine al sé in evoluzione.  Quando lascerete andare delle cose e riuscirete ad addentrarvi più in profondità nella vostra coscienza, continuerete a scoprire di dover rilasciare i concetti dalle loro restrizioni. Dovete riuscire a far sì che nuove intuizioni modifichino le informazioni accuratamente costruite di voi stessi e del mondo intorno a voi. Davanti a nuove informazioni non restate aggrappati alla vostra identità o alla vostra conoscenza. Piuttosto, mettete da parte ciò che sentite di sapere ed esplorate ciò che vi risuona. Non vedetelo come qualcosa che mette in dubbio le vostre informazioni, ma come qualcosa che vi può aiutare a evolvere e che dispone in uno schema completamente nuovo le informazioni che per voi vanno ancora bene. Quando l’esperienza aumenta, è come se alcune entità portassero con sé l’intera storia delle loro esperienze e tentassero di aggiungere tutto ciò che è nuovo in cima a questa imponente pila di informazioni acquisite a partire dall’infanzia. È una buona idea mantenere il calice della personalità capovolto e vuoto, affinché riceva nuovo vino, nuove informazioni.

 

Le entità provano un certo orgoglio, a volte, riguardo alle cose apprese, alla quantità di libri letti, alle filosofie approfondite o ai sistemi religiosi in cui si sono addentrati e di cui possono parlare. Questo genere d’orgoglio ha spesso un’influenza debilitante. Incoraggiamo quindi le entità, a relazionarsi sempre tanto più semplicemente e direttamente possibile alle idee, agli schemi di pensiero, e soprattutto a tutte le entità intorno a loro che tentano di iniziare una conversazione che riguarda le questioni spirituali. In un mondo che si affanna incessantemente su tantissimi livelli, incoraggiamo un atteggiamento veramente rilassato e leggero rispetto alla seria faccenda della ricerca.

 

Questo strumento (Carla) è tipico di molte entità che si trovano sul sentiero spirituale, in quanto ha un desiderio e un’inclinazione connaturati per la devozione. Lei deve essere devota, deve servire, ha questa percezione di essere quasi spinta a essere come colui noto come Gesù, l’agente del Creatore. Va bene avere questo stimolo; non va bene permettergli di farvi fretta, precipitare o di farvi diventare ansiosi. Lasciate che questo stimolo continui a motivarvi, ma se lo fa oltre il punto in cui siete pazienti e avete un senso della proporzione e dell’umorismo riguardo al percorso spirituale, siete allora incorsi in quella particolare trappola che è l’impazienza e la fretta.

 

Ciò che questo determina, se glielo permettete, è di spingervi a fare sempre di più: praticare più discipline, aggiungere una meditazione - se non ne avete fatta una quotidianamente - aggiungerne un’altra ancora, renderla più lunga, e così via. Alla fine, attuando una ricerca così pressante, come ricercatori vi esaurirete e dovrete sedervi sul ciglio del sentiero spirituale per un po’, asciugandovi il sudore della fronte e riprendendo fiato. A volte ci vogliono anni, affinché un ricercatore esaurito recuperi completamente il suo equilibrio e sia in grado di tornare in un processo vivace ed efficace.

 

Non è difficile percorrere il sentiero, è soltanto un viaggio per chi è pronto per una lunga spedizione. Nella maggior parte dei sentieri disponibili nella terza densità c’è un inizio, una parte centrale e una conclusione.    C’è il processo d’apprendimento, in mezzo c’è il punto in cui si lavora duramente, si diventa migliori e il tutto culmina con un lavoro ben fatto, un titolo scolastico meritato, una promozione sul lavoro, e così via.

 

Sul sentiero spirituale, la morte è solamente il principio; non ci sono conclusioni, ci sono moltissimi inizi e non c’è fine alla parte centrale. Vi trovate sempre nel centro del sentiero spirituale.

 

Forse il dono più grande è sapere di non sapere niente e che vi imbatterete in molte trappole, le quali, tuttavia, non vi distoglieranno dal sentiero. Non vi potete perdere e se avrete veramente bisogno di riposare, anche lì, sul ciglio della strada, avrete compagnia.

 

Per quanto riguarda le possibili distrazioni del sentiero spirituale, non c’è fine alla distrazione. Ma [ciò è vero] soltanto se siete dell’idea di vedere le cose in modo o spirituale o terreno. Se fate una demarcazione tra queste due parti dell’esistenza Terrestre, tutto ciò cui non viene dedicato specificatamente uno studio, in qualche modo, sarà considerato una distrazione.

 

Suggeriamo, tuttavia, che le cose che fa un’entità orientata spiritualmente, sono tutte spirituali. Andare in bagno, lavare i piatti, portar fuori la spazzatura, dar da mangiare al gatto: questi compiti banali e quotidiani sono necessari e non possono essere spiegati con nessuna caratteristica spirituale ovvia, eppure questo strumento (Carla), per esempio, trova modi di conferire a ciascuna di queste attività una consapevolezza che nel suo carattere è spirituale.

 

Onestamente, quale parte della vostra giornata sentite sia una distrazione e soltanto una distrazione? Quale cosa, tra quelle che fate, potete dire che non ha nessun valore spirituale? Se riuscite a identificare alcuni di questi elementi, che possono essere visti come distrazioni, forse vi potete sedere e considerare se ci sia un modo con cui poter conferire un carattere sacro a questi compiti che viene dal servizio, dall’amore e da una consapevolezza di chi è il sé in senso spirituale. Secondo noi, in un’entità il cui cuore è concentrato sul Creatore non c’è una vera distrazione, perché ogni singola azione a disposizione di un’entità ha il potenziale per essere vista in una luce spirituale.

 

Un aspetto del sentiero spirituale che consideriamo prima di aprire l’incontro alle domande, è il semplice aspetto del silenzio opposto al suono e del vuoto opposto al contenuto, perché nella vostra cultura chi è in un percorso spirituale, vi giunge da un ambito molto ricco di contenuti. È interessante notare che, spesso, nonostante l’ampia quantità di contenuti, i critici della cultura ne lamentano la vacuità, l’illusione che crea e la natura illusoria del continuo susseguirsi di immagini che creano il contenuto, qualunque sia il mezzo con cui tali immagini vengono diffuse: televisione, radio, giornale o computer.

 

Un’estesa parte del mondo ha influenze culturali che conducono più verso l’apprezzamento del silenzio che sembra mancare di contenuto, e che, tuttavia, contiene un significato infinito. Nella vostra cultura ricca di contenuti, il significato stesso va spesso smarrito. Di conseguenza, se avete una natura che apprezza il contenuto, vi suggeriamo di sceglierlo, perché ci sono davvero molte trappole per chi sta tentando di trarre significato dagli aspetti superficiali della cultura che si vede in televisione o si legge sui giornali. Non cadete nella trappola dell’assegnare troppo significato alle cose che si trovano sulla superficie. Permettete al significato di essere un mistero e al silenzio di essere il vostro maestro.

 

Vi ringraziamo per questa domanda e sentiamo che, forse, abbiamo parlato a sufficienza. Apriamo ora l’incontro ad altre domande, se ce ne sono. C’è un’altra domanda?

 

G: Q’uo, io ne ho una e mi scuso per la sua lunghezza, ma la risposta dovrebbe essere semplice. Inoltre, è più facile leggere direttamente dal foglio.

 

(Leggendo) Q’uo, mentre procedo nel mio percorso, sperimento un fenomeno che può essere descritto come la luce che diventa più luminosa e l’oscurità che diventa più buia. Sento che sto sperimentando gli estremi di ciò che può essere opportunamente descritto come uno spettro di sentimenti. Da una parte, sento la forza, la vitalità e la percezione spirituale aumentare nei momenti in cui, fondamentalmente, tutta la letteratura spirituale che è volta verso la verità, non solo ha un senso per me, ma diventa viva: una realtà viva e fluente. Di conseguenza mi sento più rafforzato dall’auto-consapevolezza per chiamare e invocare le forze superiori, affinché trasformino il mio sé inferiore.

 

Dall’altro lato, sento in modo persino più accentuato il mio lato oscuro: quello che ha apparentemente reazioni più cattive a situazioni che creano asprezza e amarezza dentro di me. Mentre mi volgo verso la luce, non so se in me, dato che tralascio di essere cosciente di certi aspetti dei miei schemi, stia crescendo un’ombra più accentuata, o se è semplicemente un caso in cui sto diventando più consapevole dell’ombra che è già dentro di me ed è stata con me, viva e funzionante senza che la mia consapevolezza cosciente la trasformasse. Puoi aiutarmi a capire se è una consapevolezza di ciò che è già presente, o è l’ulteriore creazione di pensiero distorto nella mia mente?

 

Siamo quelli di Q’uo, e siamo consapevoli della tua domanda, fratello mio. Il concetto del sé ombra (lato oscuro) è molto utile quando si tenta di indossare i propri panni come essere. È difficile essere assorbiti dall’idea del sé ombra. Forse se lo chiamassimo sé “circolare” potrebbe essere più facile vedere la costruzione dell’essere, perché tutti noi, noi e voi, siamo esseri che replicano tutti gli aspetti della creazione e del Creatore. Quando arrivi nella terza densità, hai già una straordinaria combinazione di esperienze. Sei stato un elementale, un vegetale e un animale; adesso, fondamentalmente, sei un animale con una coscienza, e ti sforzi di andare oltre. E noi siamo stati raffinati ancor di più dall’esperienza, tuttavia abbiamo il sé “circolare”, proprio come voi.

 

Cosa c’è nella creazione? Qualunque cosa vedi, è “te”. Ogni assassino del quartiere, è “te”. Ogni ladro sul banco degli imputati, è “te”. Ogni eroe che ha salvato il mondo, è “te”. Tu sei il soldato, sei il sostegno economico della famiglia, sei la madre che aspetta un bambino, tu sei tutto. E non arrivi a scegliere se dentro di te c’è il cosiddetto bene o male. Hai tutto. Le critiche e la disciplina del genitore per il figlio, tentano di allenare il bambino a comportarsi bene e tu hai imparato a farlo. Amando, cercando la luce, sei stato sempre più capace di metterti in situazioni e ambienti in cui poter vivere dalla parte soleggiata del sé, gioendo del servizio, dell’apprendimento e della devozione. E queste cose sono vere per tutti. Tuttavia, è ugualmente vero che il sé non trae incoraggiamento dalla virtù.

 

È ancora presente, e sempre lo sarà [il sé ombra]. È parte della forza di chi sei. Non potresti essere una persona completa e avanzare senza il sé “circolare”. Mentre ti evolvi, non viene tralasciato niente. Si organizza in modo sempre più utile mentre impari a equilibrare te stesso un chakra alla volta, caso per caso e momento dopo momento. Sei soggetto a un cambiamento continuo, perciò i momenti in cui diventi consapevole della cosiddetta parte cattiva di te stesso, vanno e vengono. E, a volte, è abbastanza sconcertante accorgersi di pensieri particolarmente chiari ed eloquenti, rabbiosi o irritati. Senti te stesso mentre hai un pensiero odioso che non è affatto giusto e che non sarà mai espresso ad alta voce e ti chiedi da dove è venuto e se il male dentro di te sta, in qualche modo, crescendo. Ti assicuriamo che non sta crescendo. È sempre stato lì. Ha scelto quel particolare momento per rivelarsi ed è un dono per te da parte del sé al sé. Prendilo seriamente, osservalo attentamente e vedi, se puoi, dove si trova il fattore scatenante che ha generato questo particolare lato di te stesso.

 

Possiamo risponderti ulteriormente, fratello mio?

 

G: No, grazie Q’uo. Andava benissimo.

 

Ringraziamo te, fratello mio. C’è un’altra domanda, ora?

 

S: Ho una domanda a cui sto pensando da qualche tempo. Se lo volessi, come potrei recuperare tutta la conoscenza e la saggezza di tutte le vite che ho vissuto?

 

Siamo quelli di Q’uo, e siamo consapevoli della tua domanda, fratello mio. Stai ponendo questa domanda nell’incarnazione di terza-densità, e la risposta più breve è che potresti essere in grado di recuperare questa informazione…

 

(La prima parte del nastro termina)

 

(Canalizza Carla)

 

… immediatamente, dopo aver attraversato la porta della morte. Una volta attraversata questa porta, ricongiunto con la piena coscienza e la piena comunicazione con il tuo sé superiore, avresti la memoria inalterata di tutto ciò che sei stato e di tutto ciò che sarai in futuro. Nella terza densità, non è utile avere a disposizione l’intera gamma delle informazioni. Come sai, si ritiene sia più utile e prudente avere un velo steso su tutte le esperienze precedenti, affinché si possa scoprire l’incarnazione particolare in cui si è coinvolti, e darle la seria considerazione che merita per conto proprio.

 

Nell’incarnazione, i modi per penetrare il velo dell’oblio sono limitati. C’è il processo del sogno e chi lavora con i sogni è spesso in grado di recuperare memoria delle vite passate, quando, in modo graduale, si trova in paesaggi onirici che costituiscono un ambiente diverso che comincia ad avere una propria realtà.

 

Il modo più comune in cui le entità sono in grado di recuperare le informazioni da vite passate è il contatto, attraverso la mente conscia, con la mente profonda. In sedute di ipnosi regressiva, con l’aiuto di un ipnotizzatore, il sé viene riportato indietro a prima della nascita, a vite precedenti e le domande poste permettono alla persona di recuperare alcune di quelle memorie.

 

Possiamo risponderti ulteriormente, fratello mio?

 

S: Questo mi dà materiale a sufficienza su cui riflettere. Grazie.

 

Ringraziamo te, fratello mio. C’è un’altra domanda, ora?

 

T: Q’uo, non so se siete in grado di rispondere a questa domanda. L’immagine che ho ricevuto questa mattina, quando mi sono svegliato, è un simbolo del mio bisogno di purificazione?

 

Siamo quelli di Q’uo, e siamo consapevoli della tua domanda, fratello mio. Ci scontriamo totalmente con il libero arbitrio in questa questione, fratello mio, e non siamo in grado di offrire informazioni, tranne che incoraggiarti a seguire la linea di pensiero su cui ti muovi, perché sentiamo che sei in un posto con molto materiale e ti incoraggiamo a esplorarlo.

 

Possiamo risponderti ulteriormente?

 

T: No, grazie Q’uo. Comprendo.

 

Apprezziamo la tua comprensione, fratello mio. A volte possiamo offrire solo poche informazioni e ci scusiamo per questo.

 

C’è una domanda finale, ora?

 

G: Q’uo, io ne ho un’altra, e questa volta è lunga soltanto pochi paragrafi. Mi dispiace, ma per le mie domande ho bisogno di un contesto.

 

(Leggendo) Da anni, sperimento momenti e periodi di tempo in cui avverto una sfocatura di percezione che rende leggermente confusi i confini tra sogno e realtà. Dato che ho sentito molte altre persone parlare di questa stessa esperienza, è come se la solidità di ciò che in precedenza era una realtà ben definita si dissolvesse e nella coscienza di veglia improvvisamente tutto sembra letteralmente un sogno. Ultimamente ci sono stati alcuni episodi in cui non ero sicuro se avessi veramente detto o fatto qualcosa nel “mondo reale” o se quello stesso ricordo appartenesse a un sogno notturno. Questo genere di sfocatura è un risultato delle energie di quarta densità in arrivo e del conseguente cambiamento nella coscienza che determinano? O sono, forse, sintomi di una polarizzazione eccessivamente affrettata e lo stato crepuscolare che accompagna l’impulso impaziente verso il progresso, contro cui la serie della Legge dell’Uno ci aveva messi in guardia?

 

Siamo quelli di Q’uo e siamo consapevoli della tua domanda, fratello mio. Non possiamo darti una singola risposta – sì o no – perché, osservando il tuo schema, vediamo che forse due-terzi di queste esperienze sono un manufatto del tuo tipo di personalità. Hai, in comune con questo strumento (Carla), una certa qualità distratta che può creare questa sensazione senza che ci sia nessuna risonanza o significato nel caso. È semplicemente un momento in cui non sei molto presente. Ci sono altre volte, fratello mio, in cui c’è stato uno spostamento significativo nella tua rete percettiva, causato dall’intensità della tua devozione. In primo luogo, in due-terzi dell’esperienza non c’è nessun significato, è semplicemente un manufatto della personalità. Nei rimanenti casi è presente molto materiale che può essere vantaggiosamente estratto. Perciò, ti suggeriamo di cercare quel genere di risonanza peculiare che accompagna un tale cambiamento nella coscienza, dovuto alla devozione.

 

La terza possibilità, che hai indicato, è fondamentalmente l’esperienza di un errore: ti sei affrettato troppo e così via. E, a questo proposito, tranquillizziamo la tua mente, perché in nessun caso dipende dalla fretta o dal provarci insistentemente. Anzi, dipende da come si è sviluppata la tua particolare personalità e il modo in cui gestisce le esperienze, che non riesce quasi a comprendere con il pensiero razionale.

 

G: Grazie Q’uo!

 

Siamo noi a ringraziare te, fratello mio.

 

Vi lasciamo ora, nell’amore e nella luce dell’Uno Infinito Creatore. È stato un grande piacere stare con voi e condividere le vostre vibrazioni. Vi ringraziamo. Siamo quelli di Q’uo. Vi lasciamo nell’amore e nella luce dell’Uno Infinito Creatore. Adonai. Adonai vasu.

 

Trascrizione originale in inglese: http://www.llresearch.org/transcripts/issues/2005/2005_0116.aspx

Traduzione di Susanna Angela per Stazione Celeste

 

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