)*(Stazione Celeste)

-L/L Research-

 

Sunday Meditation

 

 

 

 

SOFFERENZA & GIOIA

Q’uo attraverso Carla L. Rueckert

 1 Maggio 2005

Domanda del Gruppo: Questa settimana la domanda riguarda il processo tramite cui possiamo rilasciare la nostra sofferenza, arrivare al nocciolo della sofferenza, trovare le sue cause, e dirigerci verso quella qualità che possiamo chiamare gioia. Ci chiediamo se Q’uo può darci qualche idea riguardo al processo attraverso cui passiamo per rilasciare la sofferenza. Quale ruolo ha la gioia? C’è una disciplina che possiamo utilizzare o un processo attraverso cui possiamo disciplinare e rilasciare noi stessi?

(Canalizza Carla)

Siamo il principio a voi noto come Q’uo e vi salutiamo nell’amore e nella luce dell’Uno Infinito Creatore, al Cui servizio veniamo a voi in questo giorno. Amici miei, il circolo di ricerca che avete creato è un’abbagliante esposizione di luce e colore. Il campo combinato delle vostre energie è meraviglioso e vi ringraziamo, come fiori del campo della Terra, poiché vi riunite e riservate questo momento sacro.

Noi cerchiamo la verità, proprio come voi, e siamo fallibili, così vi chiediamo, come sempre, di sorvegliare attentamente il vostro ascolto e la vostra raccolta d’informazioni. Solo voi siete l’autorità di voi stessi. Solo voi potete discernere fra ciò che sentite è giusto per voi e ciò che vi lascia semplicemente indifferenti. Se qualcosa che diciamo vi risuona, allora lavorate con questo. Se qualcosa che diciamo non vi risuona, vi chiediamo di metterlo da parte senza riguardo e senza voltarvi indietro. Non è per voi, non ora. Se fate tutti così, ci sentiremo molto più liberi di esprimere e di condividere le nostre opinioni con voi tramite queste goffe cose chiamate parole. Ringraziamo questo strumento (Carla) per il servizio che fornisce; traduce però, concetti in parole e nella traduzione c’è sempre qualcosa che va perso. Quindi condividiamo quello che possiamo, e, soprattutto, ciò che condividiamo è al di là delle parole, come sapete. È l’essenza della nostra e della vostra energia unite e per quell’energia condivisa, siamo profondamente grati.

Oggi ci avete chiesto i nostri pensieri riguardo al modo in cui rilasciare e lasciare andare la sofferenza che avete sperimentato e che si è radicata non solo sulla vostra memoria di superficie, ma in quelle parti del sé, che si trovano in una geografia che è sotto la sua superficie. Fondamentalmente, ci avete chiesto come diventare minatori e come trovare e processare la sofferenza. C’è davvero un processo coinvolto e tuttavia non è necessariamente un processo che prende tempo poiché esiste nel tempo/spazio, piuttosto che nello spazio/tempo. Esiste in una parte della memoria che non è del vostro corpo o mente fisici, ma è una parte della vostra coscienza. Nella vita, mentre sperimentate un’incarnazione, i componenti spazio/tempo e tempo/spazio della memoria e della mente vanno avanti e indietro. I sogni, i pensieri, i sogni ad occhi aperti, l’immaginazione e i processi di analisi interiore, formano un caleidoscopio che si sposta costantemente fra due mondi.

Avete, fino ad un certo grado, facilità nello spostarvi fra la mente e la coscienza, ma le differenze sono sottili ed è bene rendersi conto di quei momenti in cui la natura della vostra realtà personale si sposta dagli interessi della mente di terza-densità, agli interessi multi-densità del tempo/spazio che descriviamo come quello della coscienza.

Non vi possiamo promettere soluzioni per la sofferenza, ma possiamo parlare di alcune delle cose coinvolte nella scoperta, nel processo e nel rilascio del catalizzatore che non è stato, diciamo, digerito ed è stato seppellito per proteggere la sua bontà.

Il lavoro di colui noto come Ron (Hubbard), creatore del materiale di Scientology, e quello di colui noto come Silva, creatore delle tecniche di Controllo della Mente Silva (Silva Mind Control), parlano del dolore radicato e della sua natura, come facente parte di ciò che è sotterraneo nella parte inconscia del sé, bisogna perciò realmente andare alla sua ricerca. Gli indizi che c’è della sofferenza radicata che si può inseguire, sono parte dell’esperienza quotidiana di superficie della vita. Venite distolti dalla vostra mentalità normale e pacifica da qualcosa che qualcuno dice o da qualche azione che osservate, che creano in voi una risposta. E notate, se siete diligenti e vi state guardando – e questa è sempre una buona idea – che quella reazione era spropositata rispetto all’evento che l’ha provocata. Quello è il vostro primo indizio che dentro di voi qualcosa sta avvenendo ed ha bisogno di esplorazione.

Come abbiamo detto a questo gruppo prima, la maggior parte del dolore radicato, è stato seppellito tanto tempo fa, quando eravate giovani nell’età incarnazionale e piccoli nel corpo. Durante l’infanzia, siete indifesi e quelle cose che vi colpiscono, vi colpiscono duramente. Avete ascoltato tante opinioni da persone che percepite come simili a divinità: genitori, insegnanti e altre figure autoritarie. Voi provate ad accettare le cose che dicono e trovate un senso per queste; giudicate e valutate l’esperienza usando quelle linee guida.

Accadono un paio di cose. Innanzi tutto, quelle entità molto simili alla divinità che apparentemente sono la fonte di nutrimento e cura, creano dolore nei loro rapporti con voi e voi non sapete cosa fare con il dolore. Non potete lasciare queste persone e scegliere di vivere altrove. Per affrontare la vita con qualcuno che siete arrivati a temere, ma anche di cui aver fiducia, create dentro di voi un posto dove andare e in cui siete al sicuro. Questo rifugio che create per voi stessi è dislocato da tutti gli altri, tranne che da voi. Il costo per la creazione di un posto simile è la rimozione del vostro intero sé dall’interfaccia fra voi e la vostra più intima vita famigliare. Poiché durante una certa prima infanzia mitica tutto andava bene e non c’era la sensazione di paura o sfiducia nell’ambiente che era la vostra casa, abbastanza presto avete sviluppato un senso di prudenza. E questo ha influenzato la vostra capacità di affrontare la vita con un abbraccio frontale e pieno.

Per alcune entità, come questa (Carla) che usiamo come canale ora, c’è stata la reintegrazione di una gran parte del sé con l’immediato ambiente e, davvero, è stato un processo che ha impiegato anni; un processo in cui questo strumento è tornata deliberatamente e coscientemente nell’ambiente famigliare ed ha interagito con ognuna di quelle entità da cui si era venuta a sentire rimossa, fino a che è stata soddisfatta dentro se stessa, in quanto aveva ottenuto la completa reintegrazione nella sua casa originale e in quel luogo non c’era più paura.

È un’entità rara, quella che riesce a fare questo lavoro completamente. Forse i genitori sono scomparsi a causa della morte, divorzio o qualche altro mezzo di rimozione di quelle persone dall’ambiente. Forse è stato fatto un tale danno che non c’è la possibilità di attraversare in modo sicuro il processo di reintegrazione con l’ambiente in cui si è dimorato durante l’infanzia. Qualsiasi siano le ragioni per l’incapacità di tornare totalmente indietro nella casa originale entro la memoria, entro la coscienza e di accettarla completamente con fiducia e con amore, la mancanza della bontà originale di casa, permane per il resto dell’incarnazione. Da questo punto di vista si crea un ambiente in cui l’involucro di personalità porta quelle ferite originali dalla prima infanzia, senza essere in grado di processarle.

Ci sono, certamente, opportunità più tardi nella vita, quando si è cresciuti dal punto di vista dell’età adulta del corpo fisico, che sono dolorose e spiazzanti abbastanza da creare ulteriori aree di dolore che sono allora nuovamente seppellite, poiché non si è in grado di gestirle pienamente in quel momento. Colui noto come Ron, chiama queste aree di dolore “engram”, e sentiamo che questa è una parola utile e, quindi, la useremo. Stiamo semplicemente parlando di memoria cristallizzata che porta con sé una carica emozionale. Non abbiamo bisogno di definire la sofferenza, poiché ognuno di voi ha sofferto e conosce la natura della sofferenza umana. Conoscete i molti colori e le trame del dolore; sapete come questo vi può colpire in pieno volto, o di spalle, e come ognuno di questi modi di essere feriti ha la propria presenza. Sapete in che modo i vostri sistemi nervoso ed emozionale rispondono a questi assalti e sapete in che modo il solo pensare a certe cose che vi sono accadute, possono far sì che l’intero ambiente in cui è avvenuta la sofferenza, per voi è come se fosse ieri invece che trent’anni fa.

Questa è la situazione per ognuno di voi, per quanto riguarda ciò che questo strumento chiama bagaglio che portate e non sapete nemmeno che state portando. Ma come colui noto come C ha detto, quando (Carla) è riuscita a prendere il coraggio di affrontarsi completamente e ha chiesto al suo sistema di guida di mostrarle la sofferenza che portava, è stata sopraffatta dalla ricchezza del suo carico. Ognuno di voi ha una valigia piena, diciamo, di vere gemme di dolore e sofferenza che sono ordinatamente riposte, e aspettano che ritorniate da loro, e che, con amore, le innalziate alla luce e lavorate con loro.

Parliamo ora della gioia. Colui noto come R1 ha detto che si domandava se la gioia e la disciplina fossero, in qualche modo, incompatibili. Forse se una persona fosse gioiosa, non avrebbe disciplina o, in qualche modo, la disciplina potrebbe non sembrare ciò che produce gioia. Tuttavia ha percepito che la disciplina può essere coinvolta nella scoperta della gioia. Quando questo succede, questo strumento (Carla) ha più familiarità con il paesaggio e l’ambiente della gioia della maggior parte delle persone, a causa di ciò che lei descrive come danno cerebrale. Nel suo (di Carla) sistema energetico c’è una connessione più forte fra la mente e la coscienza di ciò che è consueto fra la vostra gente, e quest’entità è bloccata nella sua coscienza più spesso di quando non lo è. Quando si è dentro quella parte della mente che chiamiamo coscienza, la disposizione implicita è la gioia. La natura dell’Uno Infinito Creatore è la gioia. Possiamo spostarci oltre quella parola alla parola estasi. Possiamo persino spostarci alla parola chiamata orgasmo, poiché la disposizione implicita della creazione e del Creatore è gioia assoluta ed infinita. Dal punto di vista della vostra esperienza la gioia entro un corpo di terza-densità, è orgasmica. Dal punto di vista della coscienza – che è ciò che portate dentro di voi ad un livello profondo nell’incarnazione e fuori dell’incarnazione – è semplicemente il costante irradiamento dell’amore incondizionato che è come un’esperienza infinitamente ricca del senso più gioioso e colmo di luce del sé che possa essere immaginato.

Ognuno di voi ha un sé centrale che non ha niente a che fare con il modo in cui esprimete voi stessi, ciò che fate per vivere, il modo in cui parlate, qual è la vostra esperienza educativa, o uno qualunque di questi dettagli. Quel sé essenziale è un sé che condividete con ogni cosa vivente nella creazione. E quell’essenza riposa nella gioia. Per questo strumento (Carla), ci sono volte in cui va semplicemente in quel posto di luce e si perde, lontana dalla realtà prevalente intorno a lei. Fra le vostre genti, questo stato mentale è chiamato misticismo e il dono che questo stato mentale offre a chi scivola in questo stato estatico di tanto in tanto non è un dono che può essere condiviso, tranne che nell’essenza. Ognuno di voi può, forse, evocare momenti, quando vede qualcosa di meraviglioso nel mondo naturale o nel mondo dell’arte o della musica, della danza o solo un momento nel tempo, in cui tutto sembra giusto, e sentite un soffio, un profumo, della perfezione di tutto ciò che è. Amici miei, questa è una vera percezione.

Voi vivete incuranti delle apparenze intorno a voi, in una creazione perfetta in cui tutte le cose si evolvono al ritmo in cui si possono evolvere. Nella vostra vita quotidiana, sfiorate un flusso senza fine di altri sé e tutti hanno la loro perfezione già dentro di sé. E quindi ognuno di loro è per voi come un riflesso, come uno specchio e vedete voi stessi, ripetutamente, in tutti quelli che incontrate. Persone diverse vi mostrano parti diverse di voi stessi. Certamente, alcuni degli specchi sono folli, come in una casa degli specchi del luna park e siete o troppo alti o troppo larghi o curvi nel riflesso. E tuttavia, siete voi. Cosa sta tentando di mostrarvi quel riflesso? Le domande, il processo, sono infiniti. E voi siete, in un certo senso, come un investigatore, o chi assembla un puzzle tridimensionale molto complesso. Voi create il mondo, nuovo ogni giorno, dal modo in cui mettete insieme i pezzi, dal modo in cui leggete gli specchi nel vostro ambiente.

La realtà prevalente ha una forte tendenza a distogliervi dalla coscienza per portarvi nella mente, lontani dalla gioia nelle preoccupazioni quotidiane, lontani dall’unità, dalla pace e dal potere della vostra essenza naturale, in un flusso senza fine di dettagli e nel costante riadattamento dei dettagli, per costruire le strutture con cui potete vivere, dentro cui potete lavorare e da cui potete imparare.

La disciplina allora, dove entra in questo processo d’estrazione dei vostri engram, per portarli alla luce, e per lavorare con loro? C’è una straordinaria disciplina nel mantenere semplicemente la vostra mente sul percorso, nel ricordare, come molti hanno detto in vari modi, chi siete e perché siete qui. Non è una disciplina rigida. Certamente, chi ha un senso della disciplina può creare una regola di vita in cui ci sono certe cose che devono essere fatte ogni giorno, per creare l’ambiente più favorevole all’evoluzione spirituale. C’è chi, come coloro noti come R1 e T, e colei nota come Carla che ogni giorno si sforzano di riservare del tempo per la meditazione. Lo fanno perché hanno scoperto che è utile. C’è un frutto nella disciplina del silenzio. Qui, però, non stiamo parlando di quel modo rigido di gestire il tempo. Piuttosto, parliamo della disciplina e della gestione della mente e del pensiero, diciamo.

Che cosa avete pensato oggi? Quali di quei pensieri avete preso seriamente a sufficienza da ascoltarli? Ascoltate i vostri pensieri e li seguite? Lo raccomandiamo. Gli indizi di dove si trova il dolore sono radicati nei vostri pensieri quotidiani. Sicuramente, è utile usare i sogni, perché i sogni sono le conversazioni che la vostra coscienza ha con voi, quando infine ha l’occasione di accentrare su di sé l’attenzione. La vostra mente ha fatto ostruzionismo tutto il giorno, con infinite conversazioni riguardo al modo in cui fare questo e perché fare quello e voi siete affondati nei dettagli. Durante il periodo di sogno, tutte le cose che avete messo da parte, perché non avevate realmente tempo per pensarci, hanno l’occasione di saltar fuori. Ascoltate le cose che emergono nei vostri sogni, quelle che potete ricordare. Ma più di questo, ascoltate i pensieri apparentemente insignificanti che passano attraverso la vostra mente durante il giorno, nel trambusto della vita. E quando cominciate a vedere uno schema, consideratelo, seguitelo, perseguitelo come se foste un amante e quello schema di dolore ricordato fosse il vostro innamorato. Quali vicoli e porte, che attraversate nel perseguimento di quel dolore, sono fuori del tempo e fuori luogo, ed esistono in quella stanza, diciamo, entro quel rifugio che avete creato da bambini? Il vostro posto sicuro ha questi tesori in serbo, immagazzinati al sicuro fino a che tornate da loro, li prendete e li guardate completamente e con amore.

Avvertirete, prevedibilmente, molta resistenza intorno a questo lavoro. Queste cose sono state messe via, perché c’era tanta intensità e paura che le circondava e non siete stati in grado di affrontarle nel momento in cui avete sperimentato il catalizzatore che era la ferita originale. Portandole fuori, sperimenterete tutte quelle sensazioni. Questo strumento (Carla), non tanto tempo fa, parlava con colei nota come V della natura delle ferite da puntura. [V e Carla] hanno entrambe sperimentato ferite da puntura e parlavano riguardo al fatto che non possono guarire dalla superficie in giù. Possono guarire solo esponendo il fondo della puntura verso la superficie. Scavare un engram è molto simile a questo, [in quanto] state finalmente aprendo quel posto dove c’era l’infezione. Dovete lasciare che il sole del vostro amore e la pioggia della vostra fede purifichino quella ferita.

Curiosamente, una volta che vi predisponete per fare questo lavoro, il processo può avvenire così velocemente, che la vostra reazione alla scoperta della fonte di quel dolore particolare, alla fine è una risata gioiosa. Osservate il dolore e sperimentate la comicità di quel momento. Perché il dolore, una volta esposto, una volta visto per ciò che è, non è affatto quel mostro che avete nascosto e il sollievo è tangibile, la gioia è intensa e la reazione è la risata. Speriamo che quando trovate questi engram, quando li amate, li osservate direttamente e li abbracciate come il lupo che morde, quell’umorismo e quella reazione di risata vengano a voi.

A volte il processo non è così veloce. A volte quello non è il fondo. Anche se trovate quell’engram, questo è unito ad altri engram. Avete creato un network, una ragnatela di dolore connesso. Avete connesso dolori che avete avuto più tardi nella vita ad un dolore persino più profondo. A volte, quindi, la ricerca per il vero fondo di quel particolare dolore è una ricerca che deve continuare per un po’. Siate pazienti con voi stessi se è così. Continuate a scavare, continuate ad estrarre. Rendetevi conto che nel sottosuolo, proprio come i filoni di metallo creano gemme, il vostro dolore è stato sotto una tremenda pressione per lungo tempo. Il carbone comune, diciamo, che era il dolore originale, è gradualmente diventato come un diamante. Non è là, con il sangue e il sudore originali su di sé, ma è stato ricreato dentro di voi come un dono, come un tesoro. Dentro di voi, nei nodi del dolore, si trovano colori meravigliosi che avete guadagnato e sono una parte di voi cui non vorreste rinunciare. Forse sono colori scuri, certamente, ma come parte della vostra tavolozza di creazione, danno alla vostra espressione un’incredibile profondità e ricchezza. Quando li sollevate dal loro deposito, e li innalzate nella luce del vostro cuore aperto, apprezzate e ringraziate per questi doni e questi tesori.

Colui noto come R1 ha detto prima, che nella sua ricerca spirituale trova che la direzione sia dalla complessità alla semplicità, e che preferiva quella direzione. Anche noi vi diciamo, quando la vita diventa veramente vostra, quando avete scoperto la libertà di essere voi stessi, scoprirete che la vita è diventata molto semplice. Certamente, dal punto di vista dei dettagli della giornata, la vita raramente è semplice. Ma dal punto di vista della consapevolezza di chi siete e scegliendo ciò verso cui desiderate volgere la vostra energia ed il vostro tempo, ogni volta che siete capaci di lasciar cadere uno strato di falsità dal vostro schema, scoprirete che avete semplificato la vita, perché siete stati capaci di semplificare i vostri pensieri. Colui noto come Ra ha detto molti anni fa, che è utile avere questo pensiero e porsi questa domanda: “Dov’è l’amore in questo momento?” Quando fate questa domanda, aprite il vostro cuore.

(La prima parte del nastro termina)

(Canalizza Carla)

Quando aprite il vostro cuore, il Creatore vi abbraccia e condivide il Suo cuore con voi e quando voi e il Creatore siete uno e rimanete uno nell’altro, [allora] le cose sono uno e colme d’amore. Possiate venire spesso in quel cuore aperto, in quella coscienza dell’Uno Creatore. E quando lasciate quell’area, per occuparvi dei dettagli quotidiani, possiate andare avanti, portando quell’essenza con voi. La radiazione di quel cuore aperto benedice tutte le vite di chi toccate ed è il vostro dono alla creazione, al Creatore e a tutti coloro che incontrate. Non c’è un dono migliore, amici miei, della bellezza e della radiosità. Possiate aver fiducia e fede in voi stessi e possiate arrivare a sapere sempre più profondamente che portate dentro di voi la verità e la libertà che quella verità porta.

Questo strumento (Carla) ci dice che è tempo di aprire l’incontro ad ulteriori domande e quindi permettiamo a questo di essere la risposta a quella meravigliosa domanda. Vi ringraziamo proprio, per averci posto una tale domanda. È stato un vero piacere e non le abbiamo reso giustizia, lo sappiamo, ma forse avremo un’altra occasione in un momento futuro.

C’è un’altra domanda ora?

T: Sì, ho una domanda di cui ho parlato prima al gruppo, riguardo al meditare quando ci si sente giù, depressi e proprio male riguardo alle cose in generale. Dovrebbe essere il momento giusto per meditare, ma trovo molto difficile farlo. Puoi fare dei commenti su qualsiasi idea, riguardo al modo in cui rendere la situazione più tendente a quel momento di meditazione, quando ci si trova in un pessimo stato mentale?

Siamo quelli di Q’uo, e siamo consapevoli della tua domanda, fratello mio. La tendenza di un’entità, che è angustiata o depressa, è il desiderio di cercare un intorpidimento, un’attenuazione della baruffa dei nervi o la consapevolezza del dolore coinvolto in qualsiasi cosa abbia causato quel genere di disagio. E certamente, quando ci si sposta nella meditazione, avviene l’effetto opposto: il senso di realtà diventa più distinto e il paesaggio si chiarisce. Quindi, è naturale, fratello mio, che trovi difficile entrare nel silenzio, perché quel silenzio parla e quelle calme, piccole voci che parlano nel silenzio, dicono verità scomode e portano in superficie materiale che s’intensifica e acuisce il disagio originale.

In tal senso, ti diciamo che è una buona disciplina andare avanti e spostarsi in quel silenzio, nonostante la resistenza. Tuttavia, possiamo suggerire che per te sarebbe utile, se decidi di percorrere quella strada, creare una routine che è nella creazione del Padre, come la chiama questo strumento (Carla). La passeggiata meditativa attraverso l’ambiente naturale dà al processo di meditazione la spinta del sostegno delle creature di prima e seconda-densità: la terra, l’aria, il fuoco e l’acqua sono intorno a te nella creazione, come lo sono le entità di seconda-densità quali gli alberi e le piante e quelle entità quali gli uccelli e gli animali con cui condividi la creazione. La loro natura non è ostacolata con questioni di terza-densità e quindi sono di supporto istintivamente, fratello mio. È molto radicante essere in contatto con la Terra. Questo strumento, ad esempio, trova utile strappare qualche erbaccia alla fine della giornata, non perché questo faccia una grande differenza al suo giardino, ma soprattutto perché il contatto è rasserenante e benefico per lei.

A volte aiuta spostarsi da un ambiente interno o di lavoro, ad un ambiente naturale. Questo non ammorbidisce il soffio del silenzio. Il silenzio mette a confronto. La meditazione può essere scomoda quando si affrontano cose che non si capiscono. Ti incoraggiamo tuttavia, a continuare con la disciplina della meditazione e di cambiare semplicemente il luogo, spostandoti dall’ambiente civilizzato e domestico della casa, alla tranquillità mentre passeggi e metti in moto la tua meditazione facendone parte.

Vorremo anche commentare ciò che colui noto come R1 ha detto quando hai esposto questa domanda. Colui noto come Ron ha detto che aveva trovato utile, quando era in difficoltà nel suo processo, uscire dalla stanzetta del sé, e focalizzarsi nel fare qualcosa per qualcun altro. Siamo d’accordo con questa valutazione e diciamo che è un aiuto straordinario per il processo di comprensione del sé, uscire dal piccolo cerchio che ha consumato il tappeto, continuando a girare intorno allo stesso pensiero, sollevandosi in un altro ambiente, osservando un altro problema, vedendo come servire un’altra entità. Tutte queste cose sono utili dal punto di vista del liberare il sé da una schiavitù che non è stata percepita, ma è molto reale. Questo perché ci si vincola in uno schema per abitudine, quindi aiuta tirarsene fuori.

Diciamo, inoltre, che è utile rendersi conto anche, che fare questo è una tecnica che evita il lavoro interiore in una maniera diretta. Quindi va bene, diciamo, alla fine della giornata, tornare a quella preoccupazione in un ambiente meditativo e di chiedere a voi stessi: “Che cosa vedo ancora qui? Che cosa mi prende? Dove sono i fattori scatenanti in questa situazione e in che modo il mio sé migliore e più elevato vede questa situazione, dato quell’amore e quella saggezza che sono venuti a me oggi?” Perché siete veramente cresciuti oggi. Quindi è utile, diciamo, alla sera o prima di andare a letto, spostarsi in modo tranquillo e contemplativo nei vostri pensieri una volta ancora, chiedendovi qual è il raccolto della giornata. Cosa avete ottenuto, cosa avete rilasciato, che cosa vi ha preso, e perché?

Colui noto come R2 ha detto che ricorda distintamente di aver letto molte volte, che abbiamo detto che sono le domande che fate che sono veramente preziose, anziché le risposte che ricevete. Siate curiosi. Fate domande. Siate coraggiosi. Perché vedete, ciò che state tentando di bruciare è l’intorpidimento e la resistenza che avete imparato per difendere voi stessi, usandoli nella vostra vita quotidiana. Volete arrivare a quel posto in cui siete nella configurazione di base e tuttavia venite trattenuti da questa dall’ovatta di cui vi siete coperti per proteggere voi stessi. Meraviglioso è quel momento in cui la fate volare via con il vero vino dell’amore incondizionato e dell’accettazione, per entrare in contatto pieno con voi stessi, la vostra essenza e con chi siete veramente. Questi sono momenti che devono essere tenuti in gran conto, ricordati e trovati ripetutamente.

Possiamo risponderti ulteriormente, fratello mio?

T: Ho avuto un altro pensiero. Detesto prendere così tanto tempo ma mi è venuto in mente, mentre stavate parlando; un modo molto buono per andare oltre quelle brutte sensazioni sarebbe quello di sviluppare un vero senso d’apprezzamento per il catalizzatore che arriva sulla tua strada e causa questa depressione o qualsiasi cosa possa essere. Ma mi è anche venuto in mente che dentro, in profondità, forse una persona cova rabbia riguardo all’incarnazione in cui è entrata in questa vita. Se si è capaci di perdonare il proprio vero sé per le carte che sono state poste in gioco in una particolare incarnazione, di perdonare veramente, questo aiuterebbe l’intera situazione. Puoi fare dei brevi commenti su questo?

Siamo lieti di commentare quest’osservazione, poiché è eccellente e profonda. Abbiamo ancora dei problemi nell’affrontare questo argomento con le parole, perché sarebbe utile pensare a questo processo come qualcosa che ha un inizio, un mezzo e una conclusione. In realtà però, nella coscienza nuotate in stati di consapevolezza, e poiché siete giunti in questo stato una volta, non significa che avete terminato un processo. Significa che vi siete trovati in un certo stato di coscienza. Una volta che lo avete trovato, almeno se avete fiducia in voi stessi, potete credergli e sapete che è lì e che è qualcosa che potete cercare ancora. L’evoluzione spirituale però, non è una linea diritta, è una spirale. È come se steste percorrendo scale che si muovono intorno al nucleo del sé, dal punto di vista delle vostre esperienze così che, quando arrivate a quello stesso posto nuovamente, potete dire a voi stessi: “Riconosco questo posto, questo stato mentale, lo conosco, sono stato qui prima”, voi però, siete in un posto diverso, poiché siete saliti a spirale in quel posto e ora siete, diciamo, su un altro piolo della scala, in un altro livello di consapevolezza. Imparate da tutto e portate tutto in qualsiasi stato d’apprendimento che sia stato processato attraverso di voi.

È vero che una grande lezione incarnazionale che è comune a tutti quelli che entrano in incarnazione, è semplicemente perdonare se stessi per le scelte fatte entrando nell’incarnazione. Prima dell’incarnazione, ogni cosa sembra piuttosto facile. Quando si è fuori del miasma incarnazionale di ciò che questo strumento chiama il mondo di Maya o illusione, la vostra memoria è intatta. Capite chi siete. Capite le mete e le missioni che avete predisposto per voi stessi per questa particolare incarnazione. Capite l’uso del dolore e della sofferenza e la necessità di questi, il loro dono, davvero, poiché è questo dolore molto spiazzante che mette sull’avviso che ci sono situazioni che hanno bisogno di essere elaborate, alcuni schemi che hanno bisogno di essere risolti. Lo vedete molto chiaramente e come un intero. Vi tuffate poi nel grembo e fra le braccia dei genitori, e ogni cosa si rannuvola e niente è semplice, finché attraversate le porte della morte verso la vita più ampia e ottenete nuovamente la vostra memoria completa e siete in grado di vedere la vostra vita come una totalità. L’incarnazione stessa è trascorsa con una buona parte del vostro tempo passato a cercare di capire quale sia realmente la situazione, cosa sta realmente succedendo, che cosa state veramente vedendo, cosa state veramente udendo, cosa arriva veramente nella vostra rete percettiva.

Qui è dove entra la fede. Con la fede, potete affermare semplicemente che tutto va bene, che ciò di cui avete bisogno vi arriva, e che ciò che avete da dare è qualcosa per cui c’è un pubblico. Con la fede, potete sapere che siete utili, anche se siete bloccati a letto, malati e incapaci di fare qualsiasi cosa. Con la fede, anche se siete bloccati in un lavoro in cui non vedete in che modo siete veramente utili, potete sapere che siete d’aiuto [perché] voi siete voi e l’amore con cui fate quel lavoro è il più grande dono nel mondo ed è degno di essere donato. Vi chiediamo allora, di esplorare quella risorsa di fede e di chiedere aiuto, perché c’è un forte sistema di supporto a disposizione, progettato specificatamente per voi e include poche entità che sono state attratte a voi grazie alla bellezza della vostra anima e al fervore della vostra ricerca. Bisogna chiederlo specificatamente, prima che vi possano aiutare. Una volta che chiedete questo supporto, lo troverete ovunque.

Possiamo risponderti ulteriormente, fratello mio?

T: No, molte grazie.

Ringraziamo te, fratello mio. C’è un’altra domanda ora?

[…]

S: Non da me. Grazie.

(Pausa)

S: Ho detto una bugia! Ne ho un’altra. Presto mia figlia partorirà e io ho avuto alcune informazioni su questo nuovo bambino, questa nuova entità che arriva, e sarei curioso di avere la vostra prospettiva, i vostri pensieri e le vostre impressioni su questa nuova anima. 

Siamo quelli di Q’uo, e siamo consapevoli della tua domanda, fratello mio, che, veramente, non è una domanda, ma una richiesta di considerazione sul miracolo dell’infinito che si muove nell’illusione. Possiamo dire che ogni anima che entra in incarnazione in questo periodo, è un pioniere della quarta densità. Quest’entità, come molte altre entità che stanno nascendo in questo periodo, avranno una serie specifica di difficoltà che sono il risultato di quell’attivazione duale dei corpi di terza e quarta-densità. La sfida per queste entità è quella di trovare persone intorno a loro che sono consapevoli della loro unicità e sono in grado di lavorare con loro da pari da un’età molto giovane. Ci congratuliamo per questo miracolo e incoraggiamo tutti entro la famiglia a radunarsi intorno a quest’anima. Come colui noto come Wordsworth ha detto, ci sono flussi di gloria intorno a qualunque nascita [1]. La radiosità intorno ad ogni anima, fresca dal Creatore è una cosa meravigliosa da vedere. Che tu possa vederti nel volto di questo nuovo bambino. Possa tu sentirti nuovo come questo bambino. Possa tu dare a te stesso l’opportunità di vivere una nuova vita.

Possiamo risponderti ulteriormente, fratello mio?

S: No, grazie.

C’è una domanda finale ora?

(Pausa)

Siamo quelli di Q’uo e crediamo di aver esaurito, ancora una volta, le domande nel gruppo. È stato un piacere ed un privilegio condividere energia con ognuno di voi. Grazie per questa opportunità. Vi lasciamo come vi abbiamo trovati, nell’amore e nella luce dell’Uno Infinito Creatore. Adonai. Adonai.

Note:

[1] Questa è una citazione errata. Ecco la citazione originale, dal lungo poema: “Ode all’Immortalità” di William Wordsworth:

“La nostra nascita non è che un sonno e un oblio:

l’anima che sorge con noi, è la Stella della nostra vita,

ha il suo sfondo altrove,

e arriva da lontano.

Non in completo oblio,

e non in assoluta nudità,

ma trascinando nuvole di gloria, veniamo

da Dio, Che è la nostra casa.”

* * * * * * * * * *

Trascrizione originale in inglese: http://www.llresearch.org/transcripts/issues/2005/2005_0501.htm

Tradotto da Susanna Angela per StazioneCeleste

www.stazioneceleste.it